la seduzione (1973)

Misto tra erotico, drammatico, commedia e sentimentale. Mentre come erotico non sfodera grandi bellezze né scene troppo particolari, sugli altri fronti diverte con il bellimbusto siciliano che si spaccia per sciupafemmine e intrattiene con il triangolo amoroso e anche drammatico che si instaura tra il protagonista con la vedova e la figlia. Inoltre il finale è azzeccatissimo e apprezzato. Buona anche la colonna sonora. Non delude il nostro Fernando Di Leo...

Interessante pellicola erotica di Di Leo,il quale nonostante si trovi più a suo agio con il noir,si riconferma un regista che sa il fatto suo.
Di Leo aggiunge poco alla classica, iconografica,rappresentazione antropologica siciliana ma delinea con naturalezza una storia di passioni e tradimenti evitando di scadere nel bozzettismo.
La vicenda, per quanto risaputa scorre che è un piacere,le scene erotiche sono girate in modo elegante ed il finale drammatico è architettato in modo intelligente.
Bella ed intensa la Gastoni, imbarazzante la Tamburi bravo Ronet nel costruire il classico personaggio ambiguo.
Efficaci le musiche di Bacalov.
Poco da dire un altro lavoro di Di Leo degno di attenzione.

Medio erotico del periodo girato bene ma con Ronet non con tutti i sentimenti nel ruolo che ricopre. 34° posto in classifica nella stagione 1973/74.

L' improbabile siciliano Maurice Ronet torna , dopo tanti anni trascorsi a Parigi , nella natia Catania e ritrova la vecchia fiamma della giovinezza Lisa Gastoni , irreprensibile vedova con figlia a carico . Gli antichi ardori si riattizzano in fretta , ma tra di loro si inserisce , con il suo provocante fascino adolescenziale , la giovanissima figlia di lei , Jenny Tamburi . Gli sviluppi saranno inaspettati ... Ispirato ad un romanzo di Ercole Patti ( anche co-sceneggiatore ) , questo film di Fernando Di Leo tratta temi parecchio scabrosi per l' epoca , miscelando toni drammatici con altri torbidamente erotici . A distinguerlo dai tanti epigoni di " Malizia " , ci sono l' attenta regia di Di Leo , la calda fotografia di Franco Villa , la colonna sonora di Luis Bacalov e soprattutto l' epilogo tutt' altro che ottimista ( già anticipabile dalla sciagurata locandina ! ) . Tra gli interpreti , Ronet appare un po' troppo legnoso e poco partecipe , mentre il trio femminile ( Lisa Gastoni , Jenny Tamburi e Barbara Marzano ) si fa apprezzare specialmente per motivi extra artistici . Il migliore di tutti , risulta un ottimo comprimario come Pino Caruso , con il suo personaggio di playboy vanitoso , incallito millantatore di straordinari successi con le donne . Il mio 6 è un po' regalato , grazie specialmente alle generose grazie mostrate dal cast femminile ...

Discreto film di Di Leo, un pò fuori dal suo genere principe, il poliziesco.

SPOILER

Lodevole il tentativo di Di Leo di dirigere un film lontano da certe produzioni d'epoca, certamente più orientate al pruriginoso o nel pecoreccio, perà malgrado un buona confezione la storia decolla poco. Lisa Gastoni è la migliore del terzetto, dove purtroppo Ronet sembra un pesce fuor d'acqua con una recitazione fin troppo distaccata e fredda. Rende meglio il ruolo secondario di Caruso, alfiere di una mascolinità da macchietta, buona solo per le chiacchiere da bar con gli amici.

allo stato attuale la copertina presente nel sito è dannatamente spoilerosa.

parlando del film,possiede un buon terzetto d'attori,peccato che le due femmine non sian esattamente il mio ideale di bellezza.buone le incursione comiche con lo sciupafemmine amico del protagonista e altrettanto valido il finale.

Tornato a Catania dopo una lunga permanenza all’estero Giuseppe ritrova Caterina,l’amore della sua giovinezza.La passione si riaccende,ma il rapporto tra i due verrà sconvolto da Graziella,l’adolescente e disinibita figlia di lei.
Un Di Leo particolare,che abbandona i temi a lui più congegnali per addentrarsi in un ossessivo ménage à trois,per la verità abbastanza edulcorato, privo di scene fortemente provocanti ma tutto sommato interessante dal punto di vista narrativo.
Bisogna ammettere che il film non riesce a scavare con accortezza nell’animo dei protagonisti,semplificando parecchio le loro azioni e riducendole ad una serie di gesti meccanici mirati più che altro a mettere in evidenza il lato più piccante della faccenda e lasciando,colpevolmente,da parte le motivazioni e inclinazioni che spingono i protagonisti a comportarsi in tal senso.
Molto efficace Lisa Gastoni,la sua disperazione a fattaccio compiuto è quasi palpabile,divertente Pino Caruso nel ruolo di uno sbruffuone “sciupafemmine”,funzionano meno Maurice Ronet e una giovanissima Jenny Tamburi, ricordata dai più per alcune fiction risalenti agli anni ‘80/90.
Di Leo mette in moto un circolo vizioso in cui i personaggi seducono e vengono sedotti,il regista però non osa più di tanto sia dal punto di vista erotico che da quello psicologico,finendo così con il delineare un racconto poco plausibile in alcune sfumature.

carino.

Un Di Leo fuori dal suo genere,non da buttare.

Non direi che questo sia un gran film, affatto. Credo però che ci sono alcune scene

SPOILER che meritano visione. Girato alla maniera di Fernando di Leo, molto anni 70 con riprese montate velocemente, specialmente nelle scene di sesso ( forse è la censura ) risulta essere gradevole ma solo per chi ama questo genere.

MA NON C'E' LA MUTI IN QUESTO FILM!!!!!!!!!!!
pare che dovesse farlo, ma la Lia Gastoni non voleva un'attrice giovane che potesse metterla in ombra....e così, per suo volere è stata presa Jenny Tamburi (compianta)

Ottimo film di Fernando Di Leo, qui alle prese con un film affascinante, morboso ed irresistibile. Di Leo è bravo a scrivere e girare una storia avvincente che non cade mai nei luoghi comuni e nello scontato, questo anche grazie alla bravura degli interpreti, tra cui una menzione speciale spetta al bravissimo pino caruso, in un ruolo ironico ed intelligente e alle splendide musiche di Bacalov.
La fotografia è semplicemente stupenda, ci mostra una sicilia spettacolare tra sole, ombre, sesso, rimpianti e morte.
Un film straordinario e da riscoprire che mostra a tutti come Fernando Di Leo fosse un vero Maestro.