la storia di glenn miller (1954)

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locandina del film LA STORIA DI GLENN MILLER

Titolo Originale: THE GLENN MILLER STORY

Regia: Anthony Mann

Interpreti: Henry Morgan, Charles Drake, June Allyson, James Stewart

Durata: h 1.56
Nazionalità: USA 1954
Genere: biografico
Al cinema nell'Aprile 1954

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Trama del film La storia di glenn miller

La vita e le opere del grande trombonista, compositore e direttore d'orchestra, del suo amore per la donna che diverrà sua moglie, della sua tragica fione in un volo transatlantico abbattuto per errore durant la II guerra mondiale.

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Voto Visitatori:

7,00 / 10 (5 voti)

Grafico

VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Miglior sonoro

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Voti e commenti su La storia di glenn miller, 5 opinioni inserite

Commenti: Tutti |

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topsecret @ 22/07/2021 22:30:08

7 / 10

Un biopic interessante che mette a nudo le piccole e grandi sfaccettature di uno dei più famosi musicisti jazz (e direttore d'orchestra) tra gli anni '30 e '40.
Ottima come sempre l'interpretazione di James Stewart, degnamente assistito dal resto del cast e da una regia sobria, quella di Mann, che miscela bene musica e vita privata del protagonista, mettendo l'accento sulla professionalità e la ricerca quasi maniacale di un sound personale e intimo.
Non il massimo per chi ha preferenze musicali diverse da quelle presentate, ma è un film che merita rispetto e considerazione.

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Niko.g @ 29/02/2016 18:36:11

7 / 10

Questa biografia rende omaggio a uno dei più grandi musicisti del globo, interpretato da James Stewart che qui si ritrova in una jam session con Louis Armstrong!
Mann ripercorre i difficili momenti di inizio carriera di Glenn Miller, la sua costante ricerca di un suono "nuovo" e la sua tragica fine, evitando con accuratezza i toni melodrammatici e restituendo allo spettatore una sensazione di grazia e leggerezza che permea l'intera pellicola.
June Allyson, nel ruolo della moglie esemplare, incarna quello spirito cristiano e patriottico che può dare noia solo a qualche comunista indottrinato.
La narrazione si dipana senza particolari guizzi, rinuncia all'indagine psicologica e punta tutto sulla musica e sul sonoro. E che musica, signori. Primo disco d'oro della storia con "Chattanooga choo choo" e poi ancora "Moonlight serenade", "Little brown jug", "In the mood"… Che Dio ti abbia in gloria, Glenn.

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LoSpaccone @ 05/09/2011 23:31:10

6 / 10

Biopic come se ne girano tanti: agiografico più che biografico, illustrativo e senza particolari sussulti o invenzioni. Comunque confezionato con mestiere, la musica non ha un ruolo secondario e c'è James Stewart, quanto basta per farne un lavoro gradevole.

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atticus @ 11/01/2010 13:12:26

8 / 10

Che bello! L'esemplare parabola di un buon uomo senza un centesimo bucato che riesce a fare della sua passione il suo lavoro, diventando il più celebre compositore del periodo di guerra. Mann dirige con lo stile levigato e zuccheroso dei film per famiglie ma non stona affatto in una storia ricca di fascino e buoni sentimenti, interpretata da due attori meravigliosi 'nati' per questi ruoli e con un accompagnamento sonoro da brividi che ripercorre tutti i più grandi classici dell'intramontabile Miller. Restaurato negli anni '80.

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kowalsky @ 17/04/2007 01:00:10

7 / 10

Mann ha fatto western indimenticabili, (quasi?) tutti interpretati proprio da James Stewart, ma il suo film più popolare, uno dei classici del cinema di tutti i tempi (almeno per i gusti del pubblico) resta "La storia di Glenn Miller", biografia del grande musicista americano.
Personalmente no, non condivido gli stessi entusiasmi di tante generazioni: per essere una biografia è assai stucchevole ed elegiaca, si respira il climax di tipico "prodotto per famiglie" e del resto questo è uno dei film più programmati e visti a Natale. La stessa Allyson è una mogliettina perfetta che fa tanto first-lady e che per questo andrebbe presa a fucilate... però... però è un piacere immenso lasciarsi cullare dal ritmo della musica di Miller, sognare con i fotogrammi di questo film, ammirare l'identificazione di Stewart - mostruosamente bravo - con il suo personaggio.
Insomma, al cuore non si comanda: è un classico? E sia.
Anche se rivedrei questo film per l'ennesima volta, però, Mann ha fatto sicuramente di meglio

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