la testimone - shahed (2024)

Questo è un film da vedere per diversi motivi:intanto per l'ambientazione in uno spaccato di Iran medio-povero che ci fa conoscere una realtà a cui forse non siamo abituati. Poi per l'interpretazione di tutti gli attori che è buonissima. Sicuramente la protagonista della storia spicca in bravura, ma anche gli altri non son da meno. Inoltre la colonna sonora è assai accattivante fino ai titoli di coda. Se proseguo con questa recensione, svelo altri argomenti validi come la trama ed i costumi, ma lascio che ogni spettatore trovi la sua preferenza.

La danza è un elemento importante se non fondamentale della storia. Il film si apre su una scena di danza in una scuola e si chiude con le immagini vere di social dove ragazze iraniane danzano senza il velo e che verranno imprigionate per non dire peggio. La danza ha in sé qualcosa di catartico e liberatorio non proprio gradita da un regime oppressivo come quello iraniano. La sua stessa protagonista, una bravissima e magnetica Bobani, è stata danzatrice e maestra di danza, ora in pensione, ma sempre impegnata dal punto di vista sociale, cosa che la mette sotto la lente di ingrandimento da parte del regime. Quando assiste involontariamente all'omicidio della figlioccia da parte del marito violento proprio perché postava sui social normali video in cui lei ballava. Tuttavia il marito lavora per il regime come mediatore con governi stranieri (discorso legato all'aggiramento delle sanzioni), per cui gode di una sostanziale immunità che lo lascia impunito. le tonalità del film diventano sempre più cupe in cui il singolo cittadino si trova fronteggiare il muro di omertà del governo che tende ad insabbiare tutto ed attaccando a sua volta la donna che tuttavia non perde la sua dignità. Un film girato quasi in clandestinità ed una chiara denuncia verso un regime che soffoca sistematicamente ogni espressione dell'individuo, specialmente le donne come si vedono nelle tragiche didascalie finali.