l'attesa regia di Piero Messina Francia, Italia 2015
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l'attesa (2015)

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locandina del film L'ATTESA

Titolo Originale: L'ATTESA

RegiaPiero Messina

InterpretiJuliette Binoche, Lou de Laâge, Giorgio Colangeli, Domenico Diele, Antonio Folletto, Corinna Lo Castro, Giovanni Anzaldo

Durata: h 1.50
NazionalitàFrancia, Italia 2015
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 2015

•  Altri film di Piero Messina

Trama del film L'attesa

L'attesa: attendere una persona è un atto di fede. Anna e Jeanne, isolate in una villa dell'entroterra siciliano, aspettano l'arrivo di Giuseppe, figlio della prima, fidanzato della seconda. La loro attesa si trasforma in un misterioso atto di amore e di volontà.

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Voto Visitatori:   5,50 / 10 (6 voti)5,50Grafico
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Voti e commenti su L'attesa, 6 opinioni inserite

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Scanlon  @  02/12/2019 03:59:02
   4½ / 10
Facendola breve, il problema del film è che si regge su un canovaccio altamente improbabile, per non dire assurdo. Una ragazza francese (Jeanne) va in Sicilia per incontrare il suo ragazzo, ma questi, non si sa come, è improvvisamente deceduto. Ad accoglierla trova sua madre, la quale, fresca di lutto, nasconde tuttavia l'accaduto alla graziosa francesina (perché?) dandole a credere che suo figlio (Giuseppe) sia momentaneamente altrove. Jeanne si accorge che qualcosa non va, cionondimeno non chiede alcuna spiegazione (ma potrebbe mai darsi ?) limitandosi a chiamare Giuseppe al telefono, che non risponderà mai. Segue dunque un soggiorno assolato nella bella Sicilia in cui le due donne si faranno compagnia e trascorreranno del tempo insieme. Nel finale, si accende la lampadina. L'amata che per giorni non pone domande su come mai Giuseppe non risponda alle sue chiamate e sul perché la madre non sia affatto allarmata, finalmente scopre la verità; qualcuno le fa trovare il cellulare dello scomparso sul comodino (menomale).
Considerazione: che una madre possa superare la perdita di un figlio nel giro di due giorni tanto da mantenere un contegno fermo e impassibile, è semplicemente inconcepibile. Che una fidanzata possa essere talmente ingenua, benché giovane, fino a rasentare l'incoscienza e non accorgersi di nulla, è bestiale.
Diciamo che magari lo spunto di base, costruito in pratica su un misunderstanding, poteva quantomeno essere più credibile se i dettagli dei fatti e della trama fossero stati meglio curati e arricchiti di sostanza, antefatti e azione. Purtroppo invece l'esile trama è solo un pretesto, i personaggi sono appena abbozzati e tutto il film diventa un lungo esercizio di stile in cui il giovane regista Messina si preoccupa di esibire soprattutto il suo saper fare (come se fosse importante) confezionando un compitino accademico ricco di inquadrature ricercate, di passaggi surreali alla Sorrentino e di irrefrenati pruriti autoriali.

Manticora  @  29/06/2016 12:26:17
   4½ / 10
Quando l'immagine è tutto mentre la storia è di una superficialità disarmante si capisce che certe volte le pretese autoriali non bastano.L'attesa è un film INUTILE,inutile nella sua fotografia che scopiazza spudoratamente le immagini di Sorrentino,inutile nel montaggio per lo stesso motivo,inutile nei suoi dialoghi e silenzi,che vorrebbero dire qualcosa ma in realtà servono solo a prendere tempo,insomma l'avete capito per me è un film inutile.Non coinvolge,non intrattiene ed è di una prevedibilità e sciatteria contenutistica a tratti imbarazzante.Piero Messina dovrebbe capire una cosa,lui non è Sorrentino,è dura ma è così,esserne l'aiuto regista implica semplicemente che questo è l'unico ruolo che può coprire.Avrà anche buone capacità tecniche,ma senza anima e cuore sono solo buone capacità tecniche.Il cinema non è solo una mera epressione di stile,la forma non deve andare a scapito della sostanza.Un soggetto scritto da QUATTRO PERSONE,cioè non stiamo parlando del Divo per dire,o di Youth,o della Grande Bellezza,insomma la storia di un lutto ambientata quasi tutta in una casa scritta da QUATTRO PERSONE,qualcosa non và,e non è un caso.
Anche gli interpreti lasciano a desiderare,la Binonche è più che sottotono,Jeanne potrebbe essere il punto di forza, è invece è un altro anello debole,superficiale,belloccia,ma tutto sommato inutile,Pietro almeno ha un minimo di caratterizzazione,e fà il gesto più utile di tutto il film,il portare allo scoperto il telefono di Giuseppe,che Jeanne vede solo il giorno dopo nonostante sia posato sul tavolino in camera sua,in bella vista,come ho detto questo è il livello di una sceneggiatura scritta da quattro del mestiere,ecco il cinema italiano cosiddetto indipendente....
Colonna sonora decente ma non basta,non basta proprio,Piero Messina hai molto da farti perdonare....

Burdie  @  19/04/2016 11:40:46
   5 / 10
...un bel vestito...ma mal portato. Film con potenziale...ma con risultato scadente

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  09/02/2016 23:47:04
   4½ / 10
Si può abbellire quanto si vuole, ci si può girare intorno all'infinto, ma l'indubbia bravura tecnica del regista mostra una bella forma ma dal contenuto esile ed una freddezza di fondo che il film paga soprattutto a livello di attenzione. Siamo nei territori della mattonata, girata bene quanto si vuole, ma sempre mattonata rimane, con una Binoche che cerca con impegno a dare calore ad un film che trasmette freddezza, che rinvia all'infinito ciò che era già noto, mascherandola di ulteriore finzione in personaggi che si sono messi a loro volta una maschera per evitare l'ineluttabile. Come giustamente sottolinato più in basso l'elaborazione di un lutto operato da Ozon in Sotto la sabbia è un'altra cosa.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  18/09/2015 19:20:58
   5½ / 10
Un film bello ma senza cuore, questo "L'attesa", plasmato da una capacita' stilistica che diventa maniera e raffredda ogni cosa, anche l'ottima prova della sempre bellissima Juliette Binoche (anche con le rughe certo). Uno spunto che, partendo da un testo Pirandelliano, sembra un remake di "Sotto la sabbia" di Ozon, privo tuttavia del pathos che il collega francese riesce a creare. L"attesa" dello spettatore e', diciamo, malamente ripagata dal fatto che chiunque capirebbe l'epilogo della storia, che quando ha bisogno di coinvolgere (?) sfuma nel thriller, ma la scena migliore - cfr. La processione religiosa - finisce per diventare fine a se stessa. Ripeto, film ben diretto, ben recitato, ma puro esercizio stilistico del collaboratore di Sorrentino. Per raccontare L'Assenza o l'elaborazione di voi-tutti-capite-cosa meglio rivolgersi altrove

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