la vita davanti a se' (2020)

Bisogna vedere questo film senza leggere il romanzo capolavoro di Gary da cui è tratto. O quanto meno dimenticarsene e considerare il film come opera a sé stante (il paragone sarebbe improponibile).
Se si fa così allora il film può sorprendere per l'incredibile bravura della Loren, davvero pazzesca nonostante l'età e l'assenza dalle scene per così tanto tempo, davvero in una delle sue migliori interpretazioni di sempre. Così come ottimo è anche il ragazzino Gueye e la spagnola Zamora (showrunner di tante serie di successo in Spagna), meritevoli anche loro di una menzione ai David.
Peccato per regia e sceneggiatura un po' scarne (ma quanto meno senza fronzoli) che non fa elevare il film.

Una Sophia Loren convincente a piu' di 80 anni è la nota piu' lieta di questo film, sperando di aggiungere anche un oscar alla Pausini.
Il film in effetti è un festival di banalita' e gia' visto con il tentativo di redenzione di un giovane disadattato che viene allevato da una prostituta in pensione.
Forse Almodovar avrebbe girato un capolavoro...Ponti non di certo.

Edoardo Ponti si cimenta a dirigere la madre 86enne Sophia Loren, nel remake del film del 1977 "La Vita davanti a sè" tratto dall'omonimo romanzo francese "La Vie devant soi". A suo tempo l'originale vinse l'Oscar come miglior film straniero, quindi siamo di fronte ad un precedente importante.

Nella versione del 2020, la vicenda è ambientata a Bari ed italianizzata. Anche se per quanto si cerchi di adattare il tutto al suolo italico, si sente che qualcosa non torna e nel complesso si avverte che l'idea non nasce da una sceneggiatura "italiana". Intendo dire che un film del genere nel 2020 in Italia si può fare, ma una sceneggiatura del genere non la riusciamo ancora a scrivere.

Il film si regge sicuramente sull'interpretazione della Loren, che riesce ad essere magnetica, in una parte non facile. Dà ancora una pista a moltissime colleghe; non c'è recitazione moderna o innovazione che tenga, quando c'è talento si vede.
D'altra parte la storia l'ho trovata nel suo tentativo di essere multiculturale ed inclusiva, alla fine un po' troppo sbrigativa e superficiale. Ci sta in mezzo prostituzione, orfani, droga, nazismo, transessualità, malattia mentale, vecchiaia, l'islam... una quantità di temi delicati che o si sceglie di trattare col giusto peso e provando a dire qualcosa, altrimenti diventa un po' la fiera dell'ovvio, dell'accennato perché ci sta bene e fa multiculturale... ma poi? La connessione tra Madame Rosa e Momò si crea perché i due si riconoscono come persone che hanno sofferto, ma il loro complicatissimo background alla fine si risolve e riduce in questo. Mi è sembrato un po' riduttivo.

Il film purtroppo mette sul tavolo tante tematiche, ma poi punta principalmente sul sentimento, diventando un filmetto light in cui la dimensione da piattaforma streaming sta anche bene.

La canzone della Pausini finale ha un bel messaggio, lei ha una sua internazionalità e notorietà, che si è guadagnata e che la avvantaggia. Nulla di indimenticabile ma ci sta bene e se non ci sono grossi avversari può anche vincere l'Oscar.

Un film pregno di emozioni ben diversificate,con un cast eccezionale.
Dove viene elevata sugli altarini la grande performance di una Loren non piu' giovane come un tempo,non va però dimenticata quella del giovane ragazzino alla sua prima pellicola,molto convincente.
Quello che ho meno apprezzato dell intero film,sarà stato un mio problema,è come ci siano delle frasi all interno di difficile udibilità come se il direttore del suono sia andato in coma in quell esatto momento.Mi è capitato piu' di una frase che risentendola non la capisci.
Peccato solamente che un film così bello,lontano dai soliti temi di mafie,criminalità,o commedie spicciole che produciamo sempre in italia,sia dovuto uscire in streaming anzichè nelle sale.

Remake trasposto nell'odierna Bari. Ponti ben dirige un'ottima Sophia Loren in un film intenso, che non scade né nella retorica né nel pietismo. Non un capolavoro, ma senz'altro un buon film.

Remake del film di Mizrahi del 1977.
Una pellicola dal taglio moderno, dall'impianto semplice e malinconico, diretto bene da Ponti che può contare sull'apporto essenziale di sua madre, una Sophia Loren ancora in gamba e decisamente carismatica.
Di sicuro non è un capolavoro ma è un film che ha qualcosa da dire e lo fa con una certa forza ma anche con un garbo ammirevole.
Bene, nel complesso, il resto del cast.