In un quartiere benestante, in una casa piena di attenzioni e di comfort, una ragazzina modello cade ammalata. La madre non riesce ad aiutarla. I medici non capiscono. Intuendo che le crisi di cui soffre la figlia non riguardino solo la sfera fisica, la donna si rivolge ad un sacerdote. L'uomo però dubita della presenza del diavolo in quel corpicino, e la debolezza delle sue convinzioni non farà altro che rendere più forte il maligno…
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VINCITORE DI 2 PREMI OSCAR: Miglior sceneggiatura non originale, Miglior sonoro
VINCITORE DI 4 PREMI GOLDEN GLOBE: Miglior film drammatico, Miglior regista (William Friedkin), Miglior sceneggiatura (William Peter Blatty), Miglior attrice non protagonista (Linda Blair)
Francamente, i contenuti della pellicola più famosa di Friedkin sono di un risibile sconcertante. All’epoca il regista di Chicago credeva ancora in una redenzione attraverso la fede, ma poi si sa com’è andata a finire (cfr. “Jade”). Comunque, il film è indubbiamente pregevole nella fattura e merita lodi per la sua straordinaria capacità di produrre tensione; e poi si tratta di un’opera che va analizzata all’interno di un percorso artistico che s’è evoluto nel tempo per ciò che concerne il rapporto dell’uomo col male. Del resto, l’esperienza cinematografica di Bresson insegna.