l'immorale mr. teas (1959)

Sì, stiamo parlando dell'esordio di Russ Meyer, il padre del cinema dei pervertiti e dei morti di sesso.
Ma se si potesse dire qualcosa su THE IMMORAL MR. TEAS andrebbe citata innanzitutto la consapevolezza del cinema come mezzo di comunicazione muto, nonché la capacità di farlo, cioè di un'arte artigianale che dopo l'avvento del sonoro ha relegato al cinema di serie B soluzioni comiche o documentaristiche come il muto e la voce fuori campo.
Dopodiché si potrebbe dire che questo lungometraggio è simpatico, grazie anche a ritmo e musiche, entrambi azzeccati.
Infine va guardato l'anno d'uscita: anticipare il boom del cinema erotico, seppur con una declinazione giocosa e divertente, vuol dire inventare un nuovo modo di intrattenere e un nuovo modello di "gran varietà", anche prima che la società ne fosse pronta.

Vedere un film del genere al giorno d'oggi non ha senso essendo fuori tempo massimo su tutto, ma un buon punto di partenza se si vuole studiare il filone dei NUDIE CUTIES o, nel mio caso, la filmografia di uno dei miei registi preferiti. In questa pellicola vediamo già alcuni particolari a cui Meyer presta una certa attenzione, che diverranno veri e propri marchi di fabbrica negli anni a venire, come l'inquadratura perennemente ricercata unita al particolare montaggio, le musiche, l'umorismo che pervade la pellicola e ovviamente loro, le super maggiorate. Quello che manca in questi film è la trama, dato che non si tratta altro che di materiale voyeuristico (niente di che vista l'età), che rendono pesante la visione nonstante l'ora scarsa di durata.

Mr.Teas è il primo lungometraggio di Russ Meyer ed il primo di una lunga serie di omuncoli che popoleranno le sue pellicole successive. Un uomo frustrato che diviene preda delle sue fantasie erotiche, ovviamente senza valvola di sfogo. Predominante il lato voyeristico in tutta la pellicola e quella vena umoristica molto corrosiva che saranno tra i tratti essenziali di Meyer nei film futuri. Con il passare dei minuti però il gioco diventa ripetivo, il personaggio è fin troppo didascalico anche se indubbiamente efficace nel rappresentare i pruriti dell'uomo comune.