l'intruso (1989)

Buon thriller che non calca molto la mano sulla violenza ma punta sullo psicologico con una notevole costruzione del profilo disturbato del protagonista, i cui traumi di infanzia lo hanno portato ad essere quello che è. Inquietante l'inserirsi di Tom nella famiglia ed il suo riuscire (in un'epoca in cui non c'era internet) a controllare tutti fino a mettere marito e moglie l'uno contro l'altro; con il fatto che poi si parla di un estraneo che si nasconde in una grande casa altrui i momenti di tensione non mancano e si chiude un occhio sulla grande incongruenza che presenta la sceneggiatura

SPOILER
Nessuno meglio di uno dei cattivi per antonomasia del cinema americano quale Gary Busey poteva dar vita a questo personaggio spostato e dall'aria perennemente in bilico tra l'amichevole ed il disturbante, ma molto è dato pure dalla accecante bellezza di Mimi Rogers. Da notare la presenza del simpatico caratterista Bruce Glover (padre dell'attore Crispin Glover) nel ruolo del vicino imbranato. Completa tutto una solida regia ed una appropriata colonna sonora da cui si denota che la pellicola era stata concepita per le sale...purtroppo per problemi economici della casa di produzione fu distribuita solo in home video.

Un thriller di fine anni '80 decisamente inverosimile e molto molto forzato nella sceneggiatura. Una sorta di home invasion stalker voyeuristico. Si fa fatica a reggere l'assurdità di tutta la situazione anche se il film ha quel fascino retrò in cui si riesce in qualche modo a farselo andare bene ma con dei veri limiti. Ottimo ruolo che gli calza a pennello e ben interpretato da Gary Busey, probabilmente la cosa più ben riuscita di questo film. Diciamo "così così" ma per non essere troppo severi. La sufficienza invece sarebbe stata davvero regalata.

Buon thriller a sfondo drammatico con la tematica dell'intruso in casa che andava di moda in quegli anni e penso a "A letto con il nemico" ad esempio...
La faccenda però fatica a stare in piedi per vari motivi tipo: è impossibile che nessuno di loro o dei vicini non si accorga di quella luce nella mansarda e di lui che sale e scende dal tetto neanche fosse un gatto, quale famiglia possiede e tiene poi sempre acceso l'interfono in tutte le stanze?
Ma se sorvoliamo sulle varie assurdità necessarie a far girare il film abbiamo un prodottino che crea una situazione piuttosto interessante e tesa in alcuni punti.
La forza del film sta comunque nell'ottima interpretazione di Gary Busey che nel finale paranoico da il meglio di se nell'espressività e nei movimenti isterici...la tematica poi dell'infanzia negata e della successiva ricerca familiare è molto triste e ben realizzata.
Mimi Roger così così...buone musiche di Christopher Young...la regia del semi-sconosciuto Matthew Patrick purtroppo non è chissà cosa.
Per quanto i miei predecessori elevino questo film a cult io lo trovo semplicemente un discreto film che merita la visione ma nulla di spettacolare.

Una piacevole sorpresa. Gary Busey è bravissimo.

grande Gary Busey, in un film che per me è ormai indelebile.
intendiamoci, è un film di poche pretese, ma a distanza di così tanto tempo è incredibile scoprire il gran numero di dettagli che ricordo, come quando il protagonista, negli eccessi di nervosismo, si picchietta i palmi delle mani sulle cosce.
e poi la prima parte è fantastica e parecchio credibile; cala alla distanza, ma di questo genere di film è quello a cui sono più affezionato.

Ho dato dieci perchè è un ricordo dalla mia infanzia. meriterebbe comunque 7 1/2 - 8. L'idea è davvero ottima. Busey recita benissimo. Crea ansia.
La "stanza" che sia era creato nell'intercapedine della mansarda era incredibile.

Film adorato e venerato fin da piccolo,mandato spesso su rete 4 e italia 1 e che rivisto oggi non fà lo stesso effetto di allora,ma cmq nasce da una buonissima idea e si sviluppa in maniera interessante grazie anche al convincente Busey nei panni dello squilbrato!
Adoravo il modo in cui si era costruito uno spazio nella soffitta...crea davvero molta ansia!!