l'ultima minaccia (1952)

Strano film, con alcune cose meravigliose (tipo un Bogart super in parte ed alcuni dialoghi sulla libertà di stampa così attuali da far male, se si pensa che il film è del '52) ed altre che proprio non funzionano, o sono comunque invecchiate male (tipo il ritmo e tutta la parte centrale, veramente troppo lenta). Però l'ultima battuta è da storia del cinema, ed è quella che alla fine ha consegnato "L'ultima minaccia" all'olimpo: E' la stampa, bellezza, e tu non puoi farci niente".

Un appassionata presa di posizione verso la libertà di stampa con occhio attento verso i meccanismi giornalistici, dando connotazioni umane e professionali a chi ci lavora e combatte contro il sistema. Carino ma a volte "pesante" fra dialoghi e scene un po' ferme. Il buon Bogart però tira fuori alcune battute delle sue veramente acutissime. La versione più lunga l'ho vista in blu-ray, mentre quella televisiva (di raitre, mancante di una micro-sequenza prima della celeberrima "È la stampa, bellezza! La stampa! E tu non ci puoi far niente! Niente!") ed un altra (che inspiegabilmente tronca un paio di momenti nella redazione nella parte centrale) sono sforbiciate.

Senz' altro uno dei migliori film sull' ambiente giornalistico ed ispirato a fatti realmente accaduti ( la chiusura di un giornale americano in seguito alla morte di Pulitzer). Humphrey Bogart il "divo" per eccellenza, dominatore della scena, paladino della giustizia, della verità e della liberta di stampa contro la criminalità organizzata. Una parte ed una recitazione stratosferica!!
E' un film interessantissimo e con ottimi dialoghi del quale ne consiglio la visione. Il finale poi è di una goduria unica, come lo fu quello dell' altrettanto grandissimo film " I tre giorni del condor". Consigliatissimo!!

Prosegue la maratona Bogart. E questo, a mio parere, è davvero un gran bel film.
Brooks attinge da un fatto realmente accaduto (la chiusura del New York World dopo la morte di Pulitzer) e realizza uno dei migliori film sul giornalismo che abbia visto fin'ora; e non solo. Questo è anche un eloquente inno alla libertà di stampa messa continuamente a repentaglio da gruppi di pressione e interessi vari. Ok, talvolta tende a estremizzare gli ideali, ma direi che il messaggio arriva forte e chiaro e tanto basta.
In particolare ho apprezzato la rappresentazione del mondo interno alla redazione: caotico, senza un attimo di pausa ma irrinunciabile per chi ama la stampa e il giornalismo. Non per niente il regista ha iniziato proprio facendo questo lavoro.
E poi Bogart. Beh, è fenomenale in un ruolo che sembra quasi costruito su misura per lui. Memorabili i suoi duetti (in particolare con la Barrymore, ma non solo) così come la celebre battuta già citata da altri prima di me. Ma non è l'unica. Mi viene in mente la sua risposta alla frase sulla casualità di Eddington.

"Se un esercito di scimmie battesse per un tempo sufficiente sui tasti di macchine da scrivere, produrrebbero prima o poi tutti i libri del British Museum"
"Sì, ma poi chi diavolo li stamperebbe, bellimbusto?"

Fantastica!!

Film ben fatto sul giornalismo ed i suoi ingranaggi che soffre di un eccesso di idealismo, cavalcando il sempre attuale argomento della libertà di stampa. Bogart è l'attore giusto per far sì che lo spettatore si appassioni alla storia: coraggiso e risoluto come direttore del giornale, impacciato e perennemente a disagio nella vita privata. I personaggi secondari sono invece poco approfonditi.

"E' la stampa bellezza e tu non puoi farci niente!"
non si ricorda tanto il film, quanto la frase finale. Buono il messaggio: lottare per un giornalismo libero, lontano dalle ipocrisie e le corruzioni. Mezzo voto in più perché il film lo fa Bogart, con un'altra delle sue interpretazioni degne di nota.

E' uno dei più famosi film sul mondo del giornalismo e un piccolo inno alla libertà di stampa, in linea col progressismo di Brooks. Ottima la descrizione d'ambiente e il ritmo sostenuto però il film mette troppa carne al fuoco e nel finale il modo in cui i fili si dipanano è eccessivamente frettolosa. Celebre la frase finale.

Io adoro questo film. Non mi sembra per niente datato, anche se sono molto giovane riesco comunque ad apprezzarlo moltissimo. E' un film per nulla scontato, prima di tutto. E trovo che abbia tutti gli ingredienti per raggiungere il 10, io non ho alcuna critica da fargli.
Bogart è spettacolare, uno degli attori migliori che abbiamo mai avuto, e qui non delude. Ed è perfetto per questa parte. Un direttore di un giornale dall'apparenza dura ma dal gran cuore (insomma, il tipico personaggio alla Bogart) che si batte strenuamente perchè il suo giornale non sia venduto e per smascherare il delinquente di turno, arrivando a rischiare la sua stessa pelle.
La scena finale poi, è un capolavoro.

Bel film per l'epoca ma ormai molto sorpassato... la figura del direttore protagonista cinico, sbrigativo, irriguardevole, brillante dovrebbe colpirci e invece risulta ridicola...siamo abituati al direttore di Peter Parker in Spiderman!
personaggi secondari solo abbozzati come nei film dell'epoca... ritmo incalzante ripetitivo (quante telefonate!)
Giù il cappello per H. Bogart!

SPOILER