In una Napoli sospesa tra magia e superstizione, follia e razionalità, un mistero avvolge l'esistenza di Adriana (Giovanna Mezzogiorno) travolta da un amore improvviso e un delitto violento.
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VINCITORE DI 2 PREMI DAVID DI DONATELLO: Migliore autore della fotografia (Gian Filippo Corticelli), Migliore scenografo (Ivana Gargiulo, Deniz Gokturk Kobanbay)
Ho atteso un pochino per vedere questo film e devo ammettere che mi ha delusa. Buoni alcuni dialoghi e una bella/surreale visione di Napoli. Meno bene la Mezzogiorno sempre in bilico, mai convincente. Meglio Borghi. Sceneggiatura altalenante.
Metter'assieme Hitchcock, Dario Argento, "[Fellìni] Satyricon", "The Others", "The Sixth Sense", il Sofocle dell'"Edipo re", Eros e Thanatos forse sarebbe stato possibile a un regista che però non fosse stat'Ozpetek, il quale affastella temi, registri, tram'e sottotracce ma non sa com'amalgamarli. Drama, mystery, romance, thriller, noir, melò disaggregati, "spaesati e vagabondi".
Alla fine questo mix di generi non è che mi abbia convinto: Napoli Velata è un pò thriller, noir, giallo, dramma, o forse non è nulla di tutto questo. Una miscela confusa e indistinta in cui brilla solo un'insicura Mezzogiorno, con tutti i suoi dubbi, angosce e paure. La stessa città di Napoli, in fondo, non è poi così omaggiata, tenuta così in disparte. Peccato non aver dato il giusto mordente alla narrazione, averla per lunghi tratti mantenuta così soporifera e bisbigliata. L'impressione è che fosse un film con ottime potenzialità, poco e male espresse.
Questo film erotico-sentimentale di Ozpetek ha molti difetti. Il principale a mio avviso è quello di giocare con un colpo di scena finale estremamente prevedibile e telefonato. Napoli è cosi "velata" di essere quasi assente, quindi perche metterla nel titolo? Ormai da anni il regista Turco vive della rendita dei suoi primi successi.
L'Almodovar de noartri sforna un film incompiuto, poco interessante perché scritto malino e con il solito stuolo di personaggi un po' ambigui. La storia promette qualche scossone che non arriva mai, e si conclude in un nulla di fatto. Apprezzabili la Mezzogiorno sempre brava ed espressiva, e le musiche che anche se non sono diegetiche, lo risultano visto che c'è poco altro che manda avanti il "racconto". Si cerca di imbastire un melodrammone sentimentale ma si fallisce sul piano narrativo. Funzionano i simbolismi vari e la metafora del velo / occhio (sembra che a Napoli ci siano folle di ciechi che vanno in giro col bastone), ok, ma avere anche una storia quantomeno interessante e compiuta da raccontare non sarebbe male.
Ozpetek non mi piace e continua a non piacermi, visto che nella maggior parte dei suoi film riscontro un senso di incompiutezza e fatico a comprenderne il senso. Anche questo "Napoli velata" ne fa parte.
Che dire, bellissima Napoli, a cui il regista dedica un film da cui si capisce che è una città che ama, peccato per la storia, assolutamente zoppicante.
Un film che può piacere ai napoletani, ma che a me non ha convinto per niente. Belle le immagini, belle alcune scene di dialogo (specie con la famiglia di lei), algido e stereotipato il sesso (ma su questo si può anche soprassedere), la Mezzogiorno come al solito non si capisce se sia brava o no, Borghi sempre un grande, ma è il racconto che fatica a decollare e a planare in modo fluido: quando si vuole toccare il kitsch sorrentiano non ci sono le battute folgoranti del Maestro, quando si vuole ispirare un senso di compassione per la protagonista si scade nel sentimentalismo. Il film è godibile (avrei dato un voto più basso sennò), ma non mi piace assistere a una sceneggiata in cui non riesco a superare il senso del ridicolo, e quindi a sospendere debitamente l'incredulità. In sostanza: pretenzioso per l'umile storia che vuole raccontare.
Mah! Da fan di Ozpetek ne esco deluso per gran parte. Non manca la poesia, ma eccessivamente ermetica e dunque per pochi, pochissimi. Il giallo, alla fin fine, è poca cosa, sconclusionato a tratti, noioso altri. La sensualità reclamizzata sembra più alla Tinto Brass che alla Ozpetek, che dirige il film con mano Sorrentiniana (vedi soprattutto "La grande bellezza"). Mediocre.
Pochi spunti interessanti, anche se a tratti parrebbe diventare godibile. Colonna sonora buona, ma tutto il resto è rivedibile. Nella prima ventina di minuti scene erotiche a ripetizione, in cui la Mezzogiorno strillava come un apino in salita. Forse il decollo come un Suburra bis, ma attesa inutile. Finisce il film con soldi buttati.
Un film né carne né pesce, dal ritmo estremamente blando a parte forse gli ultimi 5 minuti...un vero mattone! Ozpetek ultimamente non ne azzecca più una.
Piaciuto per nulla. Mezzogiorno scialba e Borghi che... beh recita meglio in ThePlace e con questo dico tutto. Film che stenta a decollare e finisce con l'impantanrsi in un finale da thriller BMovie italiano degli anni 80! Ozpetek confeziona un'opera difficilmente catalogabile in un genere specifico, le venature mistery infatti son gettate li' quasi malvolentieri e l'analisi di una citta' cosi' complessa come Napoli appena accennata..