processo per direttissima (1974)

Un film di denuncia fortemente politicizzato e non particolarmente riuscito,De Caro si rifà al caso Pinelli,per costruire una pellicola giudiziaria cupa e caratterizzata da un discreto ritmo,che trova i suoi limiti in una sceneggiatura non eccellente ( anzi appare piuttosto tirata via) ed incerta sulla strada da percorrere ( a tratti sembra di trovarsi davanti ad un film di genere)e in un cast che regala una prova deludente ( si può salvare giusto Placido e Ferzetti).
Fuori luogo le musiche.
Più apprezzabili le intenzioni che il risultato finale.

Cinema di denuncia molto appasionato che cercava in quei turbolenti anni di dare luce ai tanti e troppi misteri irrisolti del nostro paese e purtroppo lo sono tuttora. Chiaramente ispirato al caso Pinelli e sullo sfondo di un attentato bombarolo che rimanda a Piazza Fontana, il film si sviluppa come un legal thriller dove vengono vagliate le ipotesi e scoperti i vari insabbiamenti. Altalenante la prestazione complessiva del cast divisa tra personaggi ben caratterizzati (Placido e Ferzetti), alcuni francamente vicini al macchiettismo (Adorf e Pagni), sprecati (Blier) e poco convincenti nel ruolo (la Furstemberg). Non un film riuscito in pieno, ma possiede ritmo e non ha tempi morti al suo interno.