proud mary (2018)

Una donna killer al servizio di una gang di Boston si prende cura di un ragazzino dopo averne ammazzato il padre .... Nulla di nuovo sotto il sole degli action thriller a stelle e strisce . Il regista di origine persiana Babak Najafi dirige una pellicola senza molti tocchi di originalità , anzi sembra quasi che sia una rivisitazione in salsa black di " Gloria " , capolavoro di John Cassavetes . L'orgogliosa Mary del titolo , la cui improvvisa esplosione di imprevisti sentimenti materni causa un pasticcio dietro l' altro , ha il volto di Taraji P. Henson . Come attrice non sarà male ma io non ce la vedo proprio a saltabeccare infrangibile tra gragnuole di proiettili , eliminando una lunga sfilza di sicari grossi il doppio di lei ( ma stupidi il triplo ! ) . Il resto del cast non è molto noto , facce televisive più che altro , fatto salvo il recupero di una vecchia gloria come Danny Glover . Piuttosto anonime le locations urbane e colonna sonora che si avvale del ripescaggio di alcune vecchie hits , tra cui quella che dà il titolo al film . Una storia improbabile , da guardare senza impegno e senza memoria . Da 5 , insomma ...

Un film che vuole essere un action movie ma anche un film drammatico che sa "colpire" i sentimenti.Ma le due cose sono mixate malamente.Perche' la protagonista se sta bene nei panni della donna che toglie dalla strada ed educa un ragazzino che rimasto orfano,stava prendendo una brutta strada,non sa stare bene,altrettanto,nei panni della serial killer che ammazza senza scrupoli,e che evita le pallottole come un "novella" Nikita.Taraji P. Henson non ne ha l'aspetto ne' le movenze.Quindi se riesce bene come "madre" adottiva , non riesce per niente bene come protagonista della parte d'azione del film.Cosi' ne esce fuori un mix poco credibile e a tratti stucchevole,con anche un Danny Glover,ripescato dal dimenticatoio cinematografico ma che dopo questa interpetazione , ci ritornera' in fretta. Un esperimento finito male

Un action movie tutto fumo e niente arrosto.
Imbastito in modo approssimativo, PROUD MARY non mostra grande cura nella caratterizzazione dei personaggi, nei dialoghi e nella narrazione, finendo con l'apparire frettoloso, schematico e poco convincente anche sul piano delle emozioni.
La storia raccontata da Najafi non presenta nè grande inventiva nè grande originalità, anche se la protagonista pare destreggiarsi in maniera decente, e si lascia guardare senza lasciare nulla di significativo.