ritratto di famiglia con tempesta (2016)

E' davvero un dipinto dell'essenziale, nel quale il regista ci fa viaggiare nelle vite dei 4 protagonisti durante una notte di vera tempesta, dove sembrano essersi dissipate tensioni famigliari ed allo stesso tempo emergono temi importanti quali la vecchiaia e la non troppo nascosta paura di andarsene.

Sono un grande estimatore del cineasta giapponese Kore'eda e questo suo film non fa che confermarne la bravura. È un'opera più leggera rispetto al suo solito, più incentrata sulla quotidianità giapponese (temi classici: il lavoro, il cibo, le difficoltà economiche) e con lo sguardo tipico di Kore'eda per la famiglia giapponese, le sue difficoltà, i cambiamenti dettati da una società in trasformazione (si dice che nel quartiere non ci sono più giovani) e i suoi equilibri interni. Il classico minimalismo della messa in scena di Kore'eda (che anche in virtù dei temi trattati lo ha portato ad essere accostato ad Ozu, punto di riferimento ineliminabile del cinema nipponico), viene qui accompagnato da una sceneggiatura che non riesce ad avere la tipica forza drammatica di altri lavori (quali per esempio "Nessuno lo sa", "Father and Son" e anche di "Little Sister", film che ho amato), e che proprio per rimanere su un tono generalmente più leggero, a tratti quasi moralistico, depotenzia questa sorta di mini trattato sulla famiglia contemporanea del Giappone. Quando il film alza il tiro sul tema dell'elaborazione del lutto e della vecchiaia trova le sue coordinate migliori (grazie anche a quella straordinaria attrice che è stata Kirin Kiki) ma senza raggiungere la lucidità analitica di altri lavori di Kore'eda. Detto ciò, questo è un regista che in occidente va assolutamente scoperto e conosciuto.

Film che alla lontana ricorda Ozu, ben interpretato e vivace ma, forse, più occidentale nello s tile di quanto possa sembrare.

Il regista, che dichiaratamente apprezza Moretti, dirige fermo e sicuro una vicenda che non innova molto ma che di sicuro ha qualcosa da dire sul versante filmico e culturale.

Buon ritratto della società orientale, con bei dialoghi e sobrietà generale.

Più che un ritratto di famiglia con tempesta è il ritratto di uomo imperfetto. Un uomo che aveva talento per la scrittura ma che ha dilapidato tutto, dagli affetti all'aspetto finanziario, con un lavoro tuttaltro che appagante. Tuttavia Koreeda ce lo mostra con uno sguardo che non lo mette in cattiva luce. E' un uomo che sente il peso di aspettative personali non mantenute e che si regge a galla con fatica. Inoltre il vizio del gioco, proprio per trovare una compensazione economica da ciò che erano i suoi sogni, non ha fatto altro che precipitarlo ulteriormente verso il basso. E' goffo e cialtrone nel raccontare le sue menzogne per nascondere le sue debolezze ed inquesto senso il suo confronto con gli altri personaggi, swono una spinta a cambiare e trovare la forza di voltare pagina. Koreeda è molto bravo in questo tipo di ritratti familiari, minuzioso nello scavare nel quotidiano e restituirci personaggi a tutto tondo, imperfetti è vero, ma umani e quasi reali.

Mai titolo fu più esplicativo per quello che poi si racconta nel film.
Koreeda presenta uno spaccato di vita comune: tra lavoro, sogni infranti, famiglia, affetti separati e consapevolezza di cambiamenti inevitabili. Tutto in maniera calibrata, precisa e senza retorica, ben diretto e, soprattutto, degnamente interpretato da tutto il cast.
La visione scivola via in maniera tranquilla, godibile e coinvolgente, tanto che non si può fare a meno di premiarla con un buon voto.

Come racconta la vita Koreeda, quasi nessuno.