rivolta al central park (1985)

A New York, un reduce del Vietnam si suicida improvvisamente. Il suo amico ed ex-commilitone Mitch, dopo il suicidio, riceve una lettera in cui il compagno rivela un piano dettagliato che poi non è più riuscito a portare a termine: prendere il controllo totale di Central Park allo scopo di parlare e lottare contro un governo che non ha mai fatto nulla nè per lui nè per coloro che hanno combattuto per la patria.
Mitch, divorziato e disoccupato, senza pensarci due volte si arma fino ai denti e si impossessa rapidamente del parco deciso a mettere in atto il piano dell'amico morto; e come in "Quel Pomeriggio di un Giorno da Cani" di Lumet, la polizia tenta di fermarlo a tutti i costi (in maniera talmente ostinata da mandargli contro addirittura un vietcong) mentre la folla, curiosa e solidale come da regola, lo incita a non arrendersi e a portare avanti la sua causa fino alla fine.

Sconosciutissimo prodotto di metà anni 80 diretto da un regista specializzato in film per la TV. Idea molto carina (e meno rambesca di quello che può sembrare) ben sviluppata e quasi mai banale. Alla fine, ne è venuto fuori un solido e divertente filmetto ben dosato tra azione e drammatico, con un bel messaggio (da leggere tra le righe) contro la guerra, e un bravo, simpatico, grandissimo Tommy Lee Jones molto credibile nei panni del reduce che diventa portavoce dei veterani e di tutti i diseredati, emarginati e sfruttati che non hanno mai avuto la possibilità, la forza e il coraggio di prendere posizione nella vita (alla fine, la sola cosa che chiede Mitch è un pò di rispetto).
Ciliegina sulla torta: le musiche elettroniche dei mitici Tangerine Dream (fighìssima la traccia "Taking the Park").

Nulla di impegnativo, ma decisamente un prodotto buono e valido. In termini di budget, non dev'essere costato poco (vedere/immaginare "Central Park" deserto e ridotto a campo di battaglia, credetemi, non ha prezzo).