sola col suo rimorso (1950)

Classico dramma da donna forte e senza scrupoli in cui il talento della Crawford sguazzava in quegli anni. Il copione, di origine teatrale e già portato in precedenza sullo schermo con successo, è abbastanza abile nel costruire il castello di bugie della malefica Sig.ra Craig che sfocerà nell'ultima mezz'ora al cardiopalma; il regista dal canto suo si limita ad esaltare la presenza scenica della protagonista con tagli di luce e struggenti primi piani. Una pellicola che regge ancora bene i suoi anni e che vale una visione.

Epitome della "bitch" secondo la cultura americana, che trova in Joan Crawford l'unica possibile interprete. Preso con le dovute misure, è un film divertentissimo perché non si sa mai a quali livelli potrà mai arrivare la capacità di manipolazione della protagonista, una vera megera castratrice che vessa la servitù e blandisce il marito con un mare di bugie. Seconda parte che è un vortice di pathos, con l'acme assoluto per il momento "Tu mentisci!" che Corey rinfaccia ripetutamente alla malefica Joan, sempre più inquietante maschera transessuale destinata a un futuro di solitudine. Sherman sa come dirigere al meglio l'attrice (a dir poco grandiosa), nel ruolo che più di tutti è servito come spunto per il (pseudo)biografico "Mammina Cara".