sole negli occhi (2001)

Opera d'esordio che si focalizza sui pensieri e sulle azioni del disadattato protagonista che commette parricidio senza reali motivazioni.
Non tutto funziona bene ed in più di un momento il ritmo arranca ma al regista va riconosciuta una certa abilità nella direzione del cast ( nel quale svetta un esordiente Gifuni) e la ricostruzione di un Italia provinciale ed indifferente in linea con la storia raccontata.
Interessante e coraggioso anche se non del tutto riuscito,poco conosciuto ma meritevole di una visione.

Film che raggiunge appena la sufficienza…buone le prove degli attori.

Secondo me è un buon film, perché gioca di "sottraz e in questo modo ostacola o per meglio dire aggira i cliché del genere. Cosa che non era riuscita del tutto a Ozpetek, in un suo film. Più che a Dostoevskij il termine di paragone mi sembra" Bianca" di Moretti riletto in chiave pessimistica/luciferina. Secondo me Gifuni è fin troppo enfatico e teatrale, malgrado qualche buon momento (l'epilogo in particolare) ma il film offre ottime prove dai comprimari, Cavina e la Boccardo, oltre alla rivelazione Margherita Cenni, giovanissima e perfetta come adolescente inquieta. Alcune prospettive del film non sono ben focalizzate, tuttavia i flats squallidi e la mera mondanità pre-estiva e provinciale sono davvero ben girati.

Pare che questo film prenda spunto dal pregevole romanzo "Delitto e Castigo". Un giovane, costantemente malato, per situazioni non ben precisate, decide di commettere parricidio. Al giudice istruttore del romanzo, si sostituisce un giovane poliziotto, interpretato da Mastandrea, che, pur comprendendo chi sia l'assassino, non ha elementi oggettivi per arrestarlo. Il film è piuttosto malconcio, abbastanza inutilmente soporifero, senza guizzo alcuno, troppo piatto e faticoso nella recitazione. Qualcosa mi dice che Dostoevskij si sarebbe rivoltato nella tomba.