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Che gran film. Forse proprio l'occhio di Fritz Lang, transfugo dalla Germania nazista, poteva evidenziare così bene le aberrazioni della società americana, certamente democratica, ma lontana anni luce dagli ideali che tanto sbandiera. E' implacabile la logica persecutoria nei confronti del protagonista perennemente condannato dal suo passato e dal suo tragico presente. Dopotutto si vive una volta sola e una seconda possibilità non viene mai concessa da chi non vuole, a prescindere, concedere sconti. Nulla può fare quindi il singolo individuo contro un destino così avverso, nemmeno la fiducia e l'amore inconzionato di una donna, che proabilmente simboleggia lo stesso sogno americano, ma che viene poi unito allo stesso destino del suo protagonista. Ho letto che è stato tagliato di diversi minuti rispetto alla versione originale pensata da Lang, ma la sostanza, per nulla accomodante, rimane.