strade perdute regia di David Lynch USA 1997
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strade perdute (1997)

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locandina del film STRADE PERDUTE

Titolo Originale: LOST HIGHWAY

RegiaDavid Lynch

InterpretiBill Pullman, Patricia Arquette, Balthazar Getty, Robert Blake, Natasha Gregson Wagner, Richard Pryor, Lucy Butler, Michael Massee, Jack Nance, Jack Kehler, Henry Rollins, Giovanni Ribisi, Scott Coffey, Gary Busey, Robert Loggia, John Roselius, Louis Eppolito, Jenna Maetlind, Michael Shamus Wiles, Mink Stole, Leonard Termo, Ivory Ocean, David Byrd, Gene Ross, F. William Parker, Guy Siner, Alexander Folk, Carl Sundstrom, John Solari, Jack, Al Garrett, Heather Stephens, Amanda Anka, Jennifer Syme

Durata: h 2.14
NazionalitàUSA 1997
Generethriller
Al cinema nel Marzo 1997

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Trama del film Strade perdute

Un sassofonista, dopo aver ricevuto da uno strano individuo cassette in cui viene ripreso in casa sua durante la sua vita quotidiana, viene accusato dell'omicidio della propria moglie. Ma, una volta in carcere, si trasforma in un'altra persona, che viene scarcerata e inizia una vita in qualche modo parallela a quella precedente...

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Voto Visitatori:   8,33 / 10 (210 voti)8,33Grafico
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Voti e commenti su Strade perdute, 210 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Spotify  @  11/09/2019 18:59:55
   8½ / 10
--- PRESENTI SPOILER ---

Film clamoroso diretto da quel geniaccio di David Lynch. Ancora una volta, il regista di Missoula firma un'autentica perla che va a ritagliarsi un importantissimo spazio all'interno del cinema psicologico.
"Strade Perdute" rappresenta, forse, il primo film che ha al suo interno tutti gli ingredienti "lynchiani", ovvero il surreale, il nonsense, l'onirico, il subconscio. Tutti questi elementi saranno poi determinanti nei lavori successivi del director.
La trama vede protagonista Fred Madison, musicista jazz che ha qualche problema con la moglie. Madison, dopo una serie di strani ed inquietanti avvenimenti finisce in carcere, con l'accusa di aver assassinato la moglie. L'uomo però, non ricorda assolutamente nulla e si professa innocente.
E' sempre difficile commentare un film di Lynch, perché il vecchio David realizza opere visive, alle quali bisogna approcciarci la mente, non basta seguire il film nel suo normale svolgimento (che poi i film di Lynch non hanno un normale svolgimento) e poi trarci delle conclusioni sicure e convinte.
"Strade Perdute" è un viaggio nella psiche, nel subconscio dell'uomo, dove i desideri, le paure, i timori e le depravazioni prendono vistosamente forma. Lynch poi, come se non bastasse, esaspera tutti questi elementi, fino a farne uscire un quadro surreale e volutamente privo di apparente logica.
Secondo il mio modesto punto di vista, si può dire che Lynch firma un ritratto sulla vita grigia e desolante di un uomo qualunque e in seguito, ci mostra come il protagonista avesse voluto che andasse la propria esistenza. Ciò, avviene tramite il sogno, che associato allo sdoppiamento della personalità, porta il soggetto a vivere un'esistenza parallela. Questo è anche dovuto al fatto che il personaggio principale nel film sta per essere condannato a morte, quindi, dopo una vita infelice, fugge dalla realtà per godersi qualche attimo di soddisfazione.
Del resto, è impossibile cogliere tutte le allegorie che Lynch propone, ci sono un sacco di significati nascosti, significati filosofici e quant'altro. Ad esempio, la figura che senza dubbio imprime più curiosità è l'uomo misterioso, il quale non si capisce bene chi sia o cosa sia, ma il bello di Lynch è proprio questo, ossia che lui fotte la nostra mente e se la prende, e a noi questo piace.
La caratterizzazione dei personaggi è perfetta: Fred Madison è un uomo tormentato, insoddisfatto. Apparentemente pare essere normale, ma man mano che il film procede, si possono notare in lui dei segni, degli sguardi tutt'altro che rassicuranti. Madison è una figura complessa, piena di contrasti interiori e proprio per questo risulta essere intrigante allo spettatore.
Renée è una sorta di femme fatale, anche se un po' diversa dalle altre: ha un che di misterioso, di oscuro che però, maschera con la sua luminosa bellezza. Nel film è una mangia uomini, comportandosi come una specie di vedova nera. L'astante è abbagliato sia dalla sensualità della donna, ma anche dalla sua incredibile capacità di gestire situazioni strane e surreali.
Pete è il classico belloccio, non ha problemi con le donne e possiede un lavoro onesto. Si tratta, probabilmente, di un parto della mente di Fred ed è quindi tutto l'opposto dello stesso Madison. Per certi versi è forse il personaggio meno interessante, ma proprio perché Lynch ce lo mostra come un ragazzo qualunque anche se, alla fine, risulta perfetto nel contesto nel quale è protagonista.
Il signor Eddy è delineato come il classico gangster, violento e ironico. Anche lui però ha un certo fascino, che nel contesto surreale del film, si amplia ancora di più.
L'uomo misterioso è una delle figure più angoscianti e allo stesso tempo migliori, di tutto il cinema thriller. Un uomo dalla corporatura piccola, esile e dal volto pallido. Due occhi raggelanti e un modo di porsi educato ma inquietante. Nella pellicola, l'uomo misterioso è una sorta di tramite, un colui che unisce realtà e sogno, che si trova in tutte le situazioni importanti e decide come esse debbano andare. Non è buono ne cattivo, è un essere riflesso, proveniente presumibilmente dalla psiche di Fred. Solo Lynch poteva partorire un personaggio del genere.
Il ritmo della pellicola è dosato benissimo. Non si tratta di un film dinamico, però la narrazione diventa talmente avvolgente che alla fine il tempo scorre via liscio. Più la storia va avanti, più noi ci immergiamo letteralmente in essa, fino ad essere in simbiosi coi protagonisti.
Tante sono le scene di tensione. La capacità incredibile di Lynch è proprio quella di riuscire a creare situazioni e atmosfere sinistre, pur senza includere mai elementi del cinema horror e soprattutto, senza che poi nulla accada mai veramente. Ed è quello che accade in tante sequenze di "Strade Perdute".


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Alcune inquadrature e movimenti di macchina poi, trasmettono perfettamente il senso onirico del film.


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Il finale è magnifico, spiazzante e pone mille domande allo spettatore, che però, non necessitano per forza di una risposta.
La fotografia e la scenografia sono fantastiche entrambe: si completano, sono cupissime e non a caso, gran parte della pellicola è ambientata di notte. La città dove la vicenda si svolge è fosca, tetra e sembra che ognuno si faccia i fatti suoi, senza dar conto a nessuno. Insomma, il posto perfetto per una storia del genere. La fotografia incupisce ancora di più il tutto con dei toni a metà tra il blu e il nero che tra l'altro, esaltano il contesto onirico del film.
Colonna sonora eccezionale: prodotta dal grande Trent Reznor e composta, per quel che riguarda i brani originali, dal fido Badalamenti, è una musica che ricalca benissimo l'atmosfera tetra della pellicola. Fanno la loro comparsa anche brani di artisti industrial metal, come Marylin Manson e i tedeschi Rammstein.
Cast ottimo: Bill Pullman è artefice di una prova valida e convincente. Attore non considerato mai moltissimo, ma in questo film è davvero bravo e dimostra in maniera limpida la sofferenza che il suo personaggio patisce. Espressioni riuscite e buona interpretazione dei dialoghi.
La Arquette è di una sensualità sconcertante ma è anche terribilmente brava. Un ruolo strano quello dell'attrice di Chicago, dove bisognava giocare molto sulla versatilità. E lei ci riesce egregiamente.
Il grande Robert Loggia è autore di una recitazione di carattere, prettamente maschile. Incarna un personaggio viscido, pericoloso e astuto. Ottimo lavoro.
Balthazar Getty si cimenta in una performance valida, forse l'attore pecca un po' di mono-espressività, però la sua parte riesce a farla discretamente.
La sceneggiatura è ferrea, solidissima. C'è un impianto narrativo pressoché perfetto, senza buchi. I colpi di scena sono piazzati sempre al posto giusto, la stesura dei personaggi è curatissima sin nei dettagli, sequenze da brivido, mai situazioni forzate e dialoghi che, malgrado il tipo di film, non sono neanche troppo complessi. Un lavoro egregio.


Conclusioni: con questa pellicola Lynch si conferma maestro del cinema psicologico moderno. Ci vuole una mente superiore per partorire un'opera come questa, che trasporta l'astante in un contesto a metà tra reale e surreale. Un capolavoro ed uno dei migliori film degli anni 90, obbligatorio vederlo.

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