superstar (2012) 

L'incipit di Superstar è folgorante e inaspettato nella sua kafkiana tragicità. Perchè in fondo è la tragedia di un uomo invisibile. diventato improvvisamente visibilissimo e messo alla mercè di un pubblico volubile e dei media, tanto da schiacciarlo in maniera totale. Purtroppo però il film di Giannoli comincia a girare su se stesso. Il Perchè di Martin (bravo comunque Kad Merad) diventa un tormentone insopportabile, come didascalico diventa la denuncia verso media che sanno proporre solamente spazzatura verso un pubblico che ingoia tutto. Giannoli inoltre va fuori giri con la satira poco tagliente da risultare più demenziale e comica che corrosiva. Insomma, date le premesse e le buone intepretazioni, mi aspettavo di meglio.

Una delusione. Il film di Giannoli parte benissimo proponendo un paradossale caso di celebrità assolutamente spontanea e senza causa, nuova frontiera di una realtà monopolizzata da telefonini e social network, caratterizzando il film non con i toni della commedia ma con quelli di un complotto hitchcockiano, con l'uomo qualunque immerso in un gioco senza via d'uscita più grande di lui. Purtroppo la critica dura poco e ben presto si scade nel convenzionale, col solito campionario di tv spazzatura e merchandising pubblicitario osé a tormentare il povero protagonista, tra l'altro interpretato magnificamente da Kad Merad.
Da un certo punto in poi (da quando lui grida in diretta tv) sembra di assistere a una parodia involontaria di "Quinto potere" di Lumet, un film che, al contrario, riusciva a mantenere la forza aspra della satira fino alla fine. Invece "Superstar" toppa anche nel finale, fiacco e moraleggiante.