terra di mezzo (1996)

Matteo Garrone era già un asso nel mascherare i suoi film con uno stile da finto-documentario o con la finta improvvisazione e già aveva ben chiaro cosa voleva riprendere e come.
TERRA DI MEZZO è un film sociale ma è anche un film incredibilmente divertente con gente fuori dal mondo che fa delle uscite molto naturali ma con dei tempi inevitabilmente comici. Anche questo era un tipo di scrittura assolutamente originale.

Già prima di Gomorra Garrone realizzava film sul sociale, molto intensi e realistici, questa volta improntati sul delicato tema dell'immigrazione.

Paradossalmente mi è piaciuto meno proprio il primo corto, quello premiato, (mi è sembrato che girasse un pò a vuoto) mentre ho trovato più risolti e riusciti gli episodi sul lavoro e quello del distributore di benzina (il migliore, anche per atmosfera).

Camei di Sassanelli e Lunetta Savino.

Cinema in bilico tra denuncia e documentario, da vedere, anche per via della breve durata.

Purtroppo comunque la situazione dell'immigrazione non è cambiata molto in 18 anni, con lavoratori precari, disoccupazione, ecc., ma è comunque un discorso molto lungo.

Tre spaccati di realtà sugli immigrati, sulla loro marginalità in una periferia romana anonima e squallida dove la strada è il fattore comune del mercato del lavoro, del proprio corpo e di sbarcare un lunario senza prospettive. Una realtà vista con estrema sincerità senza retorica, a volte anche toccante.