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In effetti la prima sequenza di Miss Jones è realmente inusuale e straniante. Mostrare un suicidio è qualcosa che mai ti aspetteresti da un film porno, ma a quell'epoca il porno, grazie al traino di Gola Profonda dello stesso Damiano cercava con tutte le forze di uscire dall'anonimato in cui era sempre stato ghettizzato. Anche qui come in Deep Throat è un film votato al femminile, alla conoscenza del sesso vissuto da una donna ormai condannata dall'unico peccato che non poteva essere perdonato: essersi tolta la vita. La Spelvin è veramente scatenata, ma non solo. E' un modello femminile che fa della normalità il suo punto di forza, non una bellezza mozzafiato e cosa altrettanto inusuale sa recitare anche piuttosto bene. La messa in scena di Damiano è raffinata, c'è più regia rispetto a Gola profonda dove in quel caso erano le performance della Lovelace a monopolizzare l'attenzione. Molto bello e tragicamente beffardo il finale. L'inferno è così lontano dall'iconografia conosciuta, però straordinariamente efficace nella sua funzione punitiva. Una volta conosciuti i piaceri della carne, la condanna è un desiderio inappagato in eterno. Un inferno in fondo abbastanza reale e certamente vicino al terreno.