the king tide (2023)

Un film che sia tonalità horror, sia thriller. Entrambi gli elementi forniscono principalmente lo sfondo della vicenda per analizzare più il contesto che il lato sovrannaturale. Il contesto è un'isola e la sua comunità, fiera della propria autonomia e non doversi immischiare con coloro che vivono sulla terraferma, i continentali. C'è un naufragio ed una barca giunge sulle sponde con solo una neonata a bordo. Fin da subito e crescendo, adottata dalla comunità locale notano i poteri di guarigione della ragazza e se indubbiamente gli abitanti dell'isola beneficiano di tale dono, dall'altra la ragazza suo malgrado diventa una specie di santone. La ragazza è perfettamente normale come gli altri ragazzi del luogo, ha pudore di queste sue capacità e le manifesta con una certa riluttanza. Gradualmente però emerge il lato parassitario di tale comunità nei suoi confronti, incapaci ormai di provvedere a loro stessi e sempre nella convinzione che la permanenza perpetua della ragazza sull'isola li avrebbe protetti da ogni avversità. Di conseguenza sono gli umori degli abitanti ad essere messi sulla lenti. Chi vuole un isolazionismo sempre più marcato e chi, i meno numerosi, hanno dubbi nel condannare ad una prigione perpetua la comunità. E' un film che parte con tematiche tipiche del genere per sfociare in un analisi ben delineata dell'evoluzione di questa comunità che assume caratteri sempre più inquietanti. Bella tutta la parte finale.