the outfit (2022)

L'esaltazione dell'intelligenza e della furbizia di un uomo pressochè qualunque al servizio di una storia di impostazione teatrale dove tutto funziona a dovere, anche se manca un pò di pathos. Attori sufficienti dove anche il premio Oscar Rylance sembra andare al risparmio. Da consigliare ai patiti del genere.

Gangster movie di impostazione teatrale, tutto girato all'interno di un negozio di sartoria. Si lascia vedere.

Anche se il film si svolge completamente in una sartoria, devo dire che scorre bene.
È più un opera teatrale che un film.
Bello

Un thriller ben interpretato che stringe piu' di un occhio ad opere gia' viste, in particolare "tarantiniane" ma che si lascia guardare.

Certo si esagera un po' con il complesso colpo di scena finale molto forzato, ma nel complesso è un film sufficiente.

In forte odore del tarantiniano Le Iene o The Hateful Eight come strutturata la trama, che si muove tutto in una notte e nella bottega del sarto che fa da palcoscenico di un teatro dove si muovono i personaggi, tra inganni, doppi giochi e sottile psicologia. Bella l'idea ma sviluppata così così, alcuni personaggi non riuscitissimi e un finale un pò confuso.Si mantiene a galla grazie a un buon Mark Rylance su cui poggia l'intero film...uno sguardo lo merita ma proprio quando e se non c'è proprio niente niente da vedere.

Carina ma non originale l'idea, realizzazione non all'altezza.

Solitamente una storia che rispetta l'unità aristoteliche di spazio, tempo e azione è la più adatta per un palcoscenico teatrale. Poi ci sono registi, anch'esordienti, in vena di dimostrare il loro presunto virtuosismo stilistico con una trasposizione cinematografica, e di norma n'esce un Kammerspiel asfittico com'in questo caso. Incredibile che "The Outfit" sia diretto dallo stesso sceneggiatore premio Oscar per "The Imitation Game" (Tyldum 2014): l'impressione è di vedere il Rylance di "Bridge of Spies" (Spielberg 2015), Oscar pure a lui come miglior attore non protagonista, claustrofobicamente dilatato per 105 minuti.

The outfit è un thriller abbastanza classico dall'impostazione tipicamente teatrale in considerazione che nulla o quasi viene rivelato dello spazio esterno. L'interno della bottega è il solo palcoscenico a disposizione e nella sua apparente passività il personaggio Rylance manipola i personaggi coinvolti, riesce sempre trovare un escamotage per poter uscire da situaazioni al limite. Solo che i twist sono piuttosto prevedibili, alcuni anche abbastanza artificiosi, tanto da pensare che l'intenzione sia quella di voler sorprendere ad ogni costo anche nei modi più improbabili. Se non fose per il buon cast che regge la baracca non lo definirei un film indimenticabile.

Il plot ha qualcosa de "Le Iene" di Tarantino. Un gruppo di criminali, una talpa che fa il doppio gioco, esplosioni di violenza, poche location. Certo non siamo ai livelli della pellicola del regista di "Kill Bill", ma il film di Moore è di buona qualità, facendo leva sugli ottimi dialoghi e sulla prova di un grande Mark Rylance. Qualche piccola forzatura non inficia sulla riuscita generale, va anche dato atto che non era facile dare un buon ritmo ad un film praticamente girato solo in un negozio di sartoria e con pochi attori.