the survivalist (2021)

Post apocalittico di una mediocrità assoluta in cui il covid diventa letale come la peste bubbonica. Stermina gran parte della popolazione ed una banda di loschi figuri dà la caccia ad una ragazza immune dal virus che si rifugia in un ranch. L'ambientazione è comune ai tanti film di questo genere e non lo considero un difetto. Il difetto è tutto il resto con una sceneggiatura che non dove voglia andare a parare con tutti quei flashback che mi sembrano piuttosto avulsi dalla storia principale. Non parliamo dei dialoghi che si adeguano molto facilmente alla mediocrità del film e non si capisce come mai Malkovic e Rhys Meyers abbiano partecipato a questa ciofeca. Conto rosso in banca l'unica motivazione che mi viene in mente.

"La più grande espressione dell'amore è la morte".
Con questa frase magnetica, che farebbe vergognare un premio Nobel per la letteratura, si capisce fin dalle prime battute quali patologie degenerative hanno minato la mente di chi ha partorito questa fastidiosissima ciofeca. E non solo i dialoghi fanno pena (eccetto la frase citata) ma anche le scene non hanno grande nesso logico e la visione, tra flashbacks e stupidate varie, diventa sempre più faticosa da portare a termine.
Velo pietoso sulla regia, ma anche sul cast non si possono spendere parole di apprezzamento, anzi è parecchio triste vedere che brutta fine ha fatto Malkovich nel prendere parte a questa scemenza.

Studi e ricerche hanno dimostrato ch'in un certo numero di casi il Covid provoca danni al cervello/SNC. Sarà la ragione per cui non esiste personaggio di questo film che parli e agisca logicamente? Oppure c'è qualcosa di più grave? Meyers s'è autoprodotto per infettare temi attualisissimi come quelli di prepper e survivalisti con gli stereotipi della cosiddetta "home invasion". Credo più probabile una pandemia di derivatività fra gli sceneggiatori.