the truman show (1998)

E' sicuramente un grandissimo film! Ma non si tratta solo di una critica feroce ed inquietante al mondo della televisione e al mondo del 'Grande fratello'. Si tratta di una riflessione su cosa sia la realtà, su cosa possiamo dare per scontato e cosa no; si tratta altresì di un film sulle nostre certezze e più ampiamente un film sulla condizione umana. La chiave di volta risiede nel dialogo fra Truman e Cristoph: quello è il dialogo fra l'uomo e Dio. Truman si rivolge a lui chiedendogli chi è, cosa vuole e che significato ha avuto la propria vita. Dio/Cristoph risponde da par suo: l'unica via d'uscita dalla realtà è il suicidio, 'l'inesplorato da cui non c'è viaggiatore che torni'. Questo sceglie Truman di fronte alla vita donatagli da un Dio che non ha risposte sufficienti proponendogli un'esistenza precostituita. Cosa è la libertà per Weir? E' la possibilità di rifiutare Dio stesso e l'amore che vuole donarci. Truman è l'uomo; il mondo televisivo di Truman è la realtà che viviamo noi stessi circondati da comparse; la sua verità è quella che crede essere reale... ma chi ci dice che non siamo anche noi vittime dello stesso gioco? La nostra stessa esistenza non è forse un solo 'Grande fratello' agli occhi di un Dio che non conosciamo e che ci guarda in continuazione nascere e morire? Voler uscire dal gioco non è voler prendere nelle proprie mani la vita per uscirne andando incontro all'ignoto? Weir è un novello Giobbe, che ammette l'esistenza di un creatore, ma ne contesta l'egoismo. E' un grande film sul mondo invasivo dei media. E' un grande film sull'apparenza di quella che crediamo essere la realtà, ed è una grande riflessione sulla possibilità dell'uomo di gestire la propria vita di fronte a Dio. Truman è Prometeo, Ulisse... o Adamo.