the wrestler regia di Darren Aronofsky USA 2008
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the wrestler (2008)

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locandina del film THE WRESTLER

Titolo Originale: THE WRESTLER

RegiaDarren Aronofsky

InterpretiMickey Rourke, Marisa Tomei, Evan Rachel Wood, Ajay Naidu, Judah Friedlander

Durata: h 1.45
NazionalitàUSA 2008
Genereazione
Al cinema nel Marzo 2009

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Trama del film The wrestler

Negli anni '80 Randy "The Ram" Robinson era un eroe del pro wrestling all'apice della carriera. L'incontro con il rivale Ayatollah, sconfitto il 6 aprile 1989, sarebbe rimasto per sempre nella storia dello spettacolare sport. Tuttavia, venti anni dopo "l'ariete" porta sul corpo i segni della lotta. Appesantito e decaduto, lavora part time in un grande magazzino e pratica il wrestling nelle palestre dei licei, ogni fine settimana, per la gioia dei (pochi) fan che gli sono rimasti.

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Voto Visitatori:   7,90 / 10 (426 voti)7,90Grafico
Voto Recensore:   8,50 / 10  8,50
Miglior attore in un film drammatico (Mickey Rourke)Miglior canzone originale (The wrestler - Bruce Springsteen)
VINCITORE DI 2 PREMI GOLDEN GLOBE:
Miglior attore in un film drammatico (Mickey Rourke), Miglior canzone originale (The wrestler - Bruce Springsteen)
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Voti e commenti su The wrestler, 426 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  05/11/2010 19:44:29
   9 / 10
Tu che stai guardando Filmscoop e ti soffermi su questo commento, ti prego leggilo perché sono sicuro che questa è la cosa più interessante che abbia mai scritto su questo sito e sicuramente ti farà un'idea della mia preparazione in campo letterario nonché musicale nonché cinematografico nonché di formula uno. Ci ho messo 3 serate per scriverlo. Come avrai notato questo è un commento alleniano perché io sto parlando con il mio pubblico quindi mi elevo a codesto arguto regista per dimostrarvi come tante lettere se messe nel giusto ordine possano farvi provare sensazioni che mai avete provato.

Ci sono molti film che si possono dire metacinematografici così io ho deciso che scriverò un commento metanalizzatore del film in questione. Per fare ciò sarò costretto a scrivere qualcosa di me: sono nella mia cameretta cupa mentre fuori piove e Bach da lassù ci osserva provando disprezzo per le arpe (ma non per gli Harpo) suonate dai cherubini.
La tristezza purtroppo è un sentimento che non si può programmare, può venirti in qualsiasi istante ascoltando musica lirica di periodo risorgimentale, guardando un gran premio registrato alla televisione dove Hakkinen piangeva dopo esser uscito da una curva, mentre tocchi la tua donna e scoprì che le è spuntato uno di quei nei pelosi proprio vicino alla vulva. Più o meno questa è la sensazione che un film di tale caratura metafilmica ti provoca.

Mickey Rourke, un attore che di venial virtù ha fatto la sua carriera piena di botte date ma soprattutto prese, deve almeno godere della considerazione internazionale che spesso non merita atarassie.
Mi ricordo un bellissimo episodio della mia infanzia: ero per le colline di Carpi insieme alla nonna quando vidi passare un vecchietto in bicicletta. La bicicletta era cigolante e nel vecchietto si notava lo sforzo nel muovere quel mezzo. Le sue tempie erano rigide e i suoi glutei legnosi, ma quel vecchietto continuava imperterrito nella sua corsa. Ora sapevo che c'era un albero di fichi proprio in quella campagna. Purtroppo era un albero di fichi privato ma so per certo che quel vecchietto era solito rubarli. Può lo sforzo senile in capo all'uomo giustificare un atto di siffatta disonestà sociale? E se il proprietario dell'albero di fichi, con quei fichi, ci avesse dovuto nutrire la sua famiglia? Che avrebbe pensato il nipote del proprietario dell'albero quando per cena invece dei fichi ci fossero state le nespole?
Mia nonna mi guardò fiera di me, lei sapeva che i miei pensieri erano pensieri adulti e giusti così mi alzò il visto con la sua mano rugosa e mi disse: "Caro figliolo, non ti preoccupare per il giudizio della gente, fai ciò che è giusto e pensa sempre a colui che attraversa la retta via della giustizia". Da quel giorno quelle parole sono entrate dentro di me e me le porto dietro sempre. "The wrestler" è un sunto di queste parole: la giustizia verso una figlia che disprezza un padre con i suoi capricci da donna viziata; il pubblico ideologicamente sinistroide che se ne strafotte degli uomini deboli ma preferisce sputargli addosso; la prostituta (una Marisa Tomei che NON mi eccita) che come tutte le donne non capiscono i sogni umanifici dei loro compagni. Darren Arnfrosky è bravissimo nel dirigere con spasmoniosa armonia balletti mortiferi sporchi di sangue granuloso. Arnfrosky ha preso con se la telecamera, ciò che registi come Hitchcock o Kubrick non hanno mai avuto il coraggio di fare, e ci ha regalato una confezione monumentale di un uomo in decadimento psicologico. Hitchcock e Kubrick infatti erano schiavi dei loro cameraman, mai si sono presi la briga di interferire nel lavoro dei loro ghost "writer".

Inutile dire che siffatto capolavoro sarà ricordato ai posteri per un'ingiustizia epocale: il mancato oscar a Rourke. Quell'anno infatti l'oscar lo vinse Sean Penn per un ruolo di un "uomo" omosessuale (avete capito bene, ho scritto proprio omosessuale) che giustamente venne ammazzato da un Uomo politico con le palle. La virilità in questi anni è spazzata via da questo senso generale di finocchiaggine assistita, e questo oscar ne è la dimostrazione. Poi per carità io contro gli omosessuali non ho nulla, ci mancherebbe, pagano le tasse come tutti.

Parlando invece sul fronte tecnico possiamo assurgere alla musicalità dell'opera come demiurgo di una vita fatta di cadute ma soprattutto di riprese. La telecamera che si muove a scatti durante l'infarto è qualcosa che mai era stato fatto prima, mentre la canzone finale dei Gun's Roses accompagna movimenti di macchina tipici del cinema anni '80.
La fotografia sembra un misto fra "Le regole della casa del Sidro" e "I ponti di Madison County", con però pennellate pollockiane di shininghiana memoria. La scenografia è nei sobborghi di una città spazzata via di quel fascino americano, forse la cosa più ardita del film. Dai ring piccoli e gommosi, ai bar fatiscenti, passando per la macelleria e per casolari abbandonati, mai si avrà la sensazione di essere lontani da casa.

L'asse portante del film rimane comunque il maschio Rourke, meritevole da solo del mio voto altissimo.

6 risposte al commento
Ultima risposta 11/02/2011 19.53.20
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