Quattro episodi - molto liberamente ispirati alle novelle del Decamerone originale - che ripetono lo stesso canovaccio in cui un padre accompagna la figlia a Roma per conoscere la famiglia dell'uomo italiano che la ragazza ha intenzione di sposare.
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Penoso. In tutti i sensi. Si riesce a salvare davvero poco di questa sciatta fiction ricca solo di cliché e banalità. Si potrebbe salvare l'episodio con Eisenberg che arriva forse a una stentata sufficienza, ma tutti gli altri brillano solo per mediocrità e inutilità. Il punto fondamentale è che tutti gli episodi hanno un buon incipit, un'idea carina alle spalle, ma che evidentemente è stata sviluppata (?) malissimo, forse per il poco tempo o la scarsa voglia. Quello con Benigni è forse l'emblema del film. Tratta il tema della notorietà in modo superficiale e banale, senza neanche far ridere anche perché la trovata che può andar bene per una scena, viene ripetuta per tutto l'episodio. Dopo un po' la logica è chiara, eppure si insiste nel già visto. L'episodio con Penelope Cruz inizia bene, sembra poter essere una divertente commedia degli equivoci, si perde immediatamente senza neanche strappare un sorriso nonostante gli sforzi di un Albanese mai così fuori parte. Anche nell'episodio con Allen (ormai una barzelletta di se stesso) ci sono alcuni spunti interessanti, che si perdono inevitabilmente dopo pochissimo. Anche la brillantezza delle battute non è la solita, ma sembra qualcuno che copia il grande Allen degli anni d'oro. Caliamo infine un velo pietoso sulla regia e su tutto il cast tecnico doppiaggio incluso. Una cosa da far accapponare la pelle Alla fine resta una vanzinata, una fiction piatta che scimmiotta la peggior commedia all'italiana. Se questa è la dichiarazione d'amore per Roma, vuol proprio dire che evidentemente all'estero pensano di noi come a dei babbei carini; una cosa del tipo "è italiano, ma gli voglio bene come se fosse normale".