un uomo chiamato charro (1969)

Ultimo film di Presley nella sua dimenticabile carriera cinematografica. Un western incolore e monotono, con il cantante che si impegna nel ruolo, benchè non aiutato da una sceneggiatura pienza zeppa di luoghi comuni e non tenendo in considerazione che il western stava cambiando radicalmente con l'approccio di Leone e Peckinpah. Mediocre, datato e povero di spunti.

L' ultimo film di Elvis e l' unico in cui non canta ...
Un gruppo di fuorilegge ruba un cannone d' oro ( !?! ) in Messico , ma uno di loro si pente e viene pestato ed abbandonato dagli ex compari . Tornato al suo paesello , vi diventa addirittura sceriffo e si trova così ad affrontare i vecchi complici ... E' il primo film di Elvis Presley che guardo e l' ho fatto solo perchè è un western e non è una pellicola canterina . Infatti Elvis canta solo sui titoli di testa ma mai durante il film . La pellicola di per sè non è davvero un granchè , è lenta e ha pure qualche bel buco di sceneggiatura , ma non è inguardabile . Il mestierante della regia Charles Marquis Warren ( omaggiato da Tarantino in " The hateful Eight " ) non ha certo per le mani quello che si dice un gran cast ; oltre ad Elvis , alla sua ultima prestazione come attore ( che prova anche a recitare decentemente ) , troviamo la bella Ina Balin ( quasi osè la sua entrata in scena ! ) e qualche nome non troppo noto . Fa un po' specie vedere Victor French ( il burbero montanaro de " La casa nella prateria " ! ) nella parte del truce capo dei cattivi , affiancato dal figlio di Preston Sturges , Solomon , e da James B. Sikking . Buone le locations fornite dalla selvaggia Arizona e niente male la colonna sonora di Hugo Montenegro . Complessivamente , un film da 5 - .