painkiller - miniserie tv (2023)

Prodotto di buona seppur non eccellente qualità, che però ha il merito di portare e rendere pubblica la storia di Purdue Pharma e della famiglia Sackler e gli immensi danni che hanno causato alla collettività per pura ingordigia.

C'è differenza tra uno spacciatore di eroina e la Purdue Pharma, produttrice dell'Oxycontin, farmaco antidolorifico ritenuto miracoloso? Si, la seconda è ritenuta legale, ma nella sostanza nessuna differenza. Painkiller parla di dolore per centinaia di migliaia di ammalati ed un capitalismo spietato e senza scrupoli gliela offre su un piatto d'argento senza curarsi delle conseguenze devastanti a livello sociale. Il racconto segue diverse prospettive e punti di vista, dalla volontà di fare soldi commercializzando un prodotto apertamente nocivo con l'ausilio di pratiche corruttive nei confronti delle agenzie governative, dalla potenza persuasiva degli "informatori" sanitari che coprono capillarmente il territorio presso gli studi medici, l'ingenua crociata di un assistente procuratore decisa a punire a tutti i costi le nefandezze di tale sistema legalizzato e la vicenda di una delle tante vittime da dipendenza del farmaco. Un quadro generale piuttosto solido e ben gestito da Peter Berg, senza molti approfondimenti, questo è vero, ma che coniuga molto bene denuncia ed intrattenimento ed un cast ben indovinato dove spicca un Matthew Broderick forse mai visto, ma capace di un'interpretazione di livello ottimale.

Ora aspettiamo a gran gloria quella sul fentanil