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Il documentario non è tanto l'esplorazione dell'uomo Mark Calloway scisso dal suo personaggio di wrestler, The Undertaker, ma pone in evidenza i pensieri di un atleta nei confronti del proprio ritiro. Si analizzano gli ultimi anni di carriera, quando la mente dell'atleta lo incita ad andare avanti, malgrado gli acciacchi e gli infortuni accumulati in tanti anni, da quel corpo che non risponde più come prima. Il desiderio di lasciare un buon ricordo ai fans per non diventare la parodia di se stesso e l'insoddisfazione che quei match, i quali dovevano sancire quel ritiro, non sono stati all'altezza. Uomo e personaggio, mente e corpo. E' un dualismo che non manca mai di essere centrale e costituisce l'elemento, non solo portante di questo lavoro, ma che travalica la stessa carriera del becchino e che può essere ampliato a tanti atleti in altrettanti sport o intrattenimento. Valido ed esaustivo da questo punto di vista.