Sembra che ultimamente il cinema italiano stia puntando molto sui ggiovani: scritto così perché, malgrado le film commission sparse per tutto il territorio nazionale, le pellicole uscite in queste prime settimane della nuova stagione cinematografica sono spesso ambientate a Roma.
Pensiamo a "
Il Rosso e il Blu".
È vero, è tratto da un romanzo quindi deve adeguarsi ed esserne fedele, però sarebbe stato carino un film sul mondo della scuola ambientato a Foggia, giusto per fare un nome di una località poco lanciata sul grande schermo.
Tornando alla riflessione iniziale: a settembre è uscito il film sulla scuola con
Scamarcio e la
Buy: sguardo ai ragazzi, alle loro paure, alla loro vita... poi esce "
Un giorno speciale"
e l'obiettivo si sposta su quelli che hanno terminato gli studi e sono in cerca, stanno imparando a vivere e a loro spese scoprono che il mestiere di vivere si trasforma in un male di vivere. E poi esce il nuovo film di Virzì, "
Tutti i santi giorni",
e l'attenzione si sposta sui precari intorno ai trent'anni, precari nel lavoro e nella vita, e il quadro si completa. Peccato che, come facevano gli scrittori nell'età vittoriana, il cinema si limita a mostrare, ma soluzioni nisba... del resto non le vuole dare nessuno queste soluzioni...