Nato il 14 marzo del 1979 nel quartiere popolare Paolo IV di Taranto, Michele Riondino è uno degli attori italiani più richiesti del momento, soprattutto dopo essersi fatto conoscere e amare dai telespettatori di Rai1 nei panni del giovane Montalbano, il famoso commissario di Vigata creato dalla penna dello scrittore siciliano Andrea Camilleri.
Magro, una folta chioma di capelli neri e ricci, riservato e pieno di talento, Michele Riondino è arrivato al successo non per qualche colpo di fortuna o per aver frequentato i vari salotti televisivi, ma perché veramente il grande sogno di diventare attore l'ha cullato come solo chi nasce in un luogo che non offre grandi possibilità di realizzarlo può farlo
La sua passione per la recitazione si è manifestata fin da bambino, quando, ritto sul letto davanti ad uno specchio, faceva il verso ai suoi eroi di allora: Rambo, Rocky e Indiana Jones.
Passione che si è ulteriormente accresciuta dopo la visione del film "L'attimo fuggente", tanto da spingerlo, insieme ad un gruppo di compagni, a fondare "La setta dei poeti estinti", con l'obiettivo di formare un gruppo musicale.
Impara così a suonare la chitarra, ma il suo sogno nel cassetto rimane pur sempre quello di dedicarsi alla recitazione e fare l'attore.
Ma la sua città d'origine non offriva molte opportunità in questo senso, anzi, la sua strada era già ben delineata, cioè o entrare in marina o diventare operaio (come avevano fatto prima suo padre e suo fratello maggiore) nell'acciaieria dell'Ilva, il mostro industriale che ammorba l'aria del suo quartiere e di tutta la città di Taranto.
Ma per le forti ambizioni di cui si nutriva il giovane pugliese, un simile impiego non era certo il massimo delle sue aspirazioni, e così quando viene a sapere che l'Accademia di Arte Drammatica "Silvio D'Amico" di Roma in quanto scuola statale offriva ai suoi allievi corsi gratuiti di cinematografia, prepara la valigia e scappa a Roma, per cercare fortuna nella grande capitale, anche se soprattutto la scelta di trasferirsi per tentare il provino all'Accademia di arte drammatica era dettata soprattutto dal bisogno di andare via da Taranto e da quella acciaieria che odiava tanto.
La caparbietà e la volontà di emergere l'hanno premiano, tant'è che è riuscito a superare la prova d'ingresso e ad essere ammesso nella prestigiosa accademia romana.
Stabilitosi a Roma, il ragazzo pugliese, quando non è sui libri a studiare, comincia a fare le prime esperienze in teatro, cimentandosi in opere quali "Aspettando Godot" di Beckett e "Edipo Re" di Eschilo.
Dopo il diploma all'Accademia, conseguito nel giugno del 2000, il giovane e ambizioso ragazzo del sud comincia a frequentare assiduamente vari laboratori teatrali, come quello sul "mimo corporeo", uno stage tenuto da Michele Manetta, o quello sulla "neo-avanguardia" diretto da Franco Brambilla, o ancora quello sulla "maschera" con Ken Rea della Guidhall School di Londra e quello sulla "interpretazione vocale" con August Humet.
Nel frattempo, calca il palcoscenico con il Circo Bordeaux, compagnia da lui stesso fondata con il sodalizio di alcuni colleghi attori, in cui rappresenta testi scritti da Marco Andreoli.
Eccolo, ancora, in "Macbeth" di Shakespeare per la regia di Bellocchio, con Giuseppe Patroni Griffi in "Uno sguardo dal ponte" di Arthur Miller, nonché ne "La Pelle" di Marco Baliani.
È, inoltre, uno dei "Cani di bancata", nel dirompente spettacolo di Emma Dante.
Ma bisogna anche mangiare, e allora nel 2001 comincia a lavorare in televisione con una piccola partecipazione nella serie Rai "Casa famiglia" e successivamente in "Compagni di scuola" e "Incantesimo".
Nel 2003 si lascia catturare dalla sirena Mediaset che gli offre il ruolo del fidanzato della sorellina del commissario Giulia Corsi in alcuni episodi della fiction "Distretto di polizia"; poi, sempre per la rete commerciale, gira la miniserie "La freccia nera", che si ispira al romanzo omonimo di Robert Louis Stevenson.
Sul grande schermo debutta nel 2004 con il film "UOMINI & DONNE, AMORI & BUGIE", ambizioso, ma poco consistente esordio alla regia di Eleonora Giorgi.
Il primo successo in celluloide arriva nel 2008 con il film "IL PASSATO E' UNA TERRA STRANIERA" di Daniele Vicari, tratto dal romanzo anonimo di Gianrico Carofiglio, in cui interpreta il ruolo di Francesco, il bello e dannato che corrompe e trascina nel vortice del gioco clandestino del poker un ingenuo ELIO GERMANO.
Per questa interpretazione Riondino ottiene la nomina ai Nastri d'Argento come miglior attore non protagonista e una menzione speciale per il miglior attore al Festival di Miami
A seguire interpreta un episodio del film collettivo "ALL HUMAN RIGHTS FOR ALL", composto da 30 ministorie e caldeggiato dall'Associazione Rinascimento per promuovere i 30 articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo.
Il 2009 si rivela un anno ricco di soddisfazioni professionali per il giovane attore: comincia sul set di "FORTAPASC" di Marco Risi, in cui interpreta il ruolo di Rico, l'amico eroinomane e collaboratore del giovane giornalista napoletano Giancarlo Siani, ucciso in un agguato per le sue inchieste sui clan camorristici della Campania.
Poi lo ritroviamo in "PRINCIPESSA" nel ruolo di Pietro, ex fidanzato e probabile padre del figlio inaspettato di Matilda, una ragazza di provincia che vive una vita molto libera e caotica.
Successivamente è Silvestro in "DIECI INVERNI", una commedia romantica e opera cult di Valerio Mieli, su una storia infinita di un quasi amore (o meglio sul prologo di una storia d'amore) lunga dieci anni, tra due ragazzi al loro esordio nell'età adulta.
Con "MARPICCOLO" di Alessandro Di Robilant, infine, Riondino ritorna nel suo quartiere, il Paolo IV di Taranto, con le sue strade dissestate e le case prefabbricate, sulle quali incombono i veleni dell'Ilva da una parte e il profilo liquido del Mar Piccolo, dall'altra. Nel film Michele è un piccolo boss locale che segna il destino di un ragazzo disadattato come e più di lui.
Nel 2010 viene scritturato da Mario Martone per il ruolo di Saverio nel film storico "NOI CREDEVAMO", che racconta una pagina del Risorgimento italiano visto attraverso le storie di tre ragazzi del Sud che vi hanno preso parte attiva nelle file della Giovane Italia di Giuseppe Mazzini.
Terminate le riprese del film di Martone, Riondino è già sul set del noir "HENRY" di Alessandro Piva, tratto dal romanzo omonimo di Giovanni Mastrangelo, e ambientato in una Roma notturna e inedia, con l'attore pugliese nei panni di uno sbandato coinvolto in una storia di droga e omicidi per compiacere la fidanzata biondissima, atletica e amante dello sballo.
Il 2011 è l'anno di "QUALCHE NUVOLA" di Saverio di Biagio, in cui Michele Riondino veste l'abito talare di don Franco, un prete amico d'infanzia del protagonista alla vigilia di un dubbioso matrimonio in una borgata romana, dove i ragazzi vivono ai margini e hanno solo due strade davanti a loro: o il duro lavoro o il furto e lo spaccio. Un film passato per Venezia nella sezione Controcampo italiano, ma che si era perso nei meandri della distribuzione italiana.
Dopo 5 anni dall'ultimo lavoro in televisione, nel 2011 torna davanti alle telecamere di Rai1 per interpretare i sei episodi della miniserie "Il segreto dell'acqua", in cui è Blasco Santocastro, il figlio di un imprenditore invischiato con la mafia, e con un progetto per gestire in maniera privata l'acqua.
Al cinema invece è Damiano, l'amico donnaiolo del protagonista di "GLI SFIORATI" di Matteo Rovere, che racconta di un gruppo di giovani che prendono tutto dalla vita ma che si lasciano solo sfiorare dalle cose, belle o brutte che siano.
Ora, apertesi le porte della popolarità a tutto tondo, tanti sono gli impegni lavorativi del giovane attore che viene chiamato ad interpretare per la tv la miniserie "Il giovane Montalbano", prequel della famosa saga del commissario più famoso d'Italia interpretato da Luca Zingaretti, in cui Riondino è ancora un giovane vice commissario alle prime armi, ma già abile nel risolvere le indagini, anche se talvolta in modo un po' troppo irruente, prima di essere promosso e trasferito a Vigata, città dove ha trascorso l'infanzia.
Ma non finisce qui, perché Riondino è anche alle prese con un film di prossima uscita "ACCIAIO", al fianco di Vittoria Puccini. per la regia di Stefano Mordini,che porta al cinema il bestseller di Silvia Avallone, che ha vinto, fra gli altri, il Premio Campiello Opera prima.
Tale pellicola gli ha permesso di riappacificarsi con l'idea della "fabbrica", dopo aver così tanto odiato lo stabilimento Ilva di Taranto. Entrare nell'acciaieria Lucchini di Piombino, dove è ambientata la storia, gli ha fatto vedere, come dice lo stesso attore, che "al suo interno esiste una dimensione 'sana'. Lì si rispetta l'ambiente, si controllano i fumi di scarico, si aprono le porte alla cittadinanza per insegnare che la fabbrica è utile al territorio e alla gente".
A questo punto sorge spontaneo chiedersi se, fra tutti questi impegni lavorativi, il giovane pugliese abbia il tempo per dedicarsi all'amore. Timido e riservato, Riondino fa fatica a parlare della sua vita sentimentale anche con gli amici più stretti. Ma, si sa, là dove non arrivano le parole, arrivano le "paparazzate". Recentemente, infatti, alcuni scatti pubblicati su alcune riviste di gossip lo ritraggono in atteggiamenti tutt'altro che amichevoli con Eva Nestori, una make-up artisti di 32 anni.
Davvero un colpo al cuore per le migliaia di fan.
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Biografia a cura di luisa75 - ultimo aggiornamento 05/11/2012 16.42.00
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