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"Afterville" è un mediometraggio (27 min.) ambientato a Torino nel 2058, in un futuro dominato da gadget modernissimi, caratterizzato da una cultura decadente e da un dignitoso fatalismo tipicamente "sabaudo" e del tutto credibile nelle sue contraddizioni.
Il film racconta gli ultimi (?) giorni del capoluogo subalpino, che conserva il suo fascino architettonico pur avendo subito qualche decennio prima una invasione di astronavi aliene incastonatesi nello skyline cittadino e perfettamente metabolizzate dal tessuto urbano e sociale.
Ed ecco che quello che nei primi tempi era stato vissuto con paura, ora diventa normalità e il consumismo si impadronisce di queste "Rocce" costruendo loro attorno supermercati, loghi e prodotti griffati.
Uno scienziato (interpretato dal guru del Cyberpunk Bruce Sterling) crede di aver decifrato i messaggi che queste enormi macchine esobiologiche trasmettono in codice e fissa con precisione la data in cui "qualcosa" accadrà, ed ecco che i 50 anni che restano diventano per ognuno un lasso di tempo da vivere a modo proprio.
I torinesi intervistati da un onnipresente canale satellitare che detta i tempi della realtà quotidiana accettano il loro destino, chi con ironia (il segno distintivo degli ottimisti sono due dita incrociate) e chi con pacata rassegnazione, passando il tempo a casa o in locali a luce rossa con tanto di lap-dance in ologramma in una futuribile caffetteria della Mole Antonelliana. C'è anche spazio per ritrovare un amore o per rinsaldare un'amicizia ma ogni storia viene subordinata alla maestosa presenza delle grandi Rocce.
Girato con l'ironia tipica di un Verhoeven, soprattutto per i graffianti stacchi pubblicitari che imperversano, "Afterville" (un po' "Alphaville" e un po' "The day after") richiama pellicole come "Last night" e "L'ultima spiaggia", ma non manca di stupire con un finale a sorpresa che rovescia gli stilemi del genere ufologico.
L'oggetto non identificato questa volta non invade e non distrugge ma cambia intimamente i protagonisti come l'astronave spielberghiana di "Incontri ravvicinati del terzo tipo" e naturalmente il monolito di "2001: odissea nello spazio". Il cambiamento architettonico del paesaggio, sembrano dire gli autori, non cambia solo la città ma i cittadini stessi, anche se solo pochi eletti sembrano rendersene conto. La metafora architettonica è evidente, soprattutto in una città come Torino che vive un momento di passaggio evidentemente simboleggiato dai progetti di Piano e Fuksas (ottimisticamente inseriti nella ricostruzione futura della città) ed in considerazione della definizione dei grattacieli vissuti come "oggetti calati dall'alto come Ufo, in grado di sovvertire le regole del tessuto urbano" (Arch. Paolo Martelletti in una lezione magistrale del 1982).
Il valore aggiunto di "Afterville" sta nella cura dei particolari.
Evidentemente stimolati dal progetto, gli autori sono riusciti a costruire un universo coerente e senza forzature, fatto di oggettistica e di scenografie davvero accurate. La scelta di immaginare un mondo dominato dalla tecnologia ma in salsa casual è certamente debitrice del Cyberpunk, ma con toni più realistici e meno apocalittici. Gli stessi gadget di uso comune sono per lo più inutili, come il ciondolo timer che segnala gli ultimi istanti della città e che al torinese riporta alla mente l'emozionante conto alla rovescia che preannunciava i Giochi Olimpici del 2006.
L'opera di Fabio Guaglione e Fabio Resinaro è essenziale nella sua brevità, e riesce ad essere originale senza uscire dai rigidi canoni del genere e merita attenzione. Insomma, pur prodotto a margine di un ampio progetto dedicato all'architettura contemporanea, "Afterville" ha tutto ciò che un amante della fantascienza possa desiderare e che sempre più raramente ritrova nel cinema fantastico contemporaneo, così impregnato di effetti speciali e nello stesso tempo poco innovativo nelle sue tematiche.
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Recensione a cura di fabrizio dividi - aggiornata al 29/04/2008
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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