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Ispirato a una lettera d'amore misteriosa indirizzata a una donna senza nome indicata come "amata immortale" e rinvenuta tra i carteggi del grande Ludwig van Beethoven alla sua dipartita, il film inizia appunto con la morte del musicista e con la ricerca febbrile da parte del suo amico ed amministratore Anton Schindler della donna a cui l'artista avrebbe scritto una lettera tanto appassionata.
Tra scene in flashback e altre successive alla morte di Beethoven, l'intento della pellicola è di dare una panoramica della vita del musicista tedesco, sempre scontroso e controcorrente, che tuttavia seppe lasciare un segno tra le donne che ebbero la ventura di conoscerlo e che fu profondamente e morbosamente legato al nipote, figlio di un suo fratello deceduto per tubercolosi ancor giovane.
La ricostruzione storica del film, diretto dall'inglese Bernard Rose e che si avvale della London Symphony Orchestra diretta da Georg Solti per la nutrita parte musicale, non è tuttavia molto rigorosa, così come appare eccessivo l'invecchiamento dell'artista man mano che i suoi malanni ne minano la salute.
L'interpretazione di Gary Oldman non è memorabile e altrettanto si deve dire per le interpreti femminili, le italiane Valeria Golino nel ruolo della contessa Giulia Guicciardi (un amore di gioventù di Beethoven) e Isabella Rossellini.
Della Golino oltre all'interpretazione fredda e senza minimo pathos c'è da rimproverare il doppiaggio eseguito dalla stessa attrice quasi fuori sincrono mentre la Rossellini appare anch'essa senza dubbio disorientata e disorientante.
Tuttavia la musica trascinante e l'interessante ipotesi imbastita sulla lettera all'amata di Beethoven hanno il potere di avvincere lo spettatore fino alla conclusione della vicenda anche se ovviamente la teoria espressa dal film rimane solo tale perché priva di prove soddisfacenti.
Per chi ama la musica sempiterna di Beethoven e vuole conoscere qualche particolare sulla vita dell'artista "Amata immortale" rimane un film che potrebbe accenderne la curiosità perché altrimenti, come molti biopic soprattutto del passato anche recente (la pellicola è del 1994) si potrebbe tranquillamente fare a meno di vederlo.
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 18/09/2014 16.28.00
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