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Sullo sfondo di una Sierra Leone martoriata dalla guerra civile di qualche anno fa è ambientata questa megaproduzione Hollywoodiana da 100 milioni di dollari.
Quando Hollywood incontra tematiche sociali c'è subito chi storce il naso, ma quando un film come "Blood Diamond" viene girato da un regista come Edward Zwick, la speranza di godersi un prodotto di qualità si ravviva.
Djimon Hounsou interpreta Solomon Vandy, un uomo deportato dai ribelli del Fronte rivoluzionario in una miniera di diamanti. Archer (Leonardo di Caprio) è un trafficante di pietre preziose che per caso scopre che Solomon ha nascosto un diamante di alta caratura nella giungla; promettendo di ricongiungerlo con la famiglia scomparsa, Archer cerca di farsi dire il nascondiglio. E' l'inizio di un viaggio per un paese martoriato dalla guerra, dove sullo sfondo di una caccia al tesoro si rispecchiano tutte le miserie umane.
Chi ha amato il bellissimo "Lord of War" probabilmente amerà anche questo "Blood Diamond": Edward Zwick è abile infatti nel saper conciliare un cinema prettamente di evasione con tematiche di impegno sociale; valgano ad esempio il profetico "Attacco al potere" o il discreto "L'Ultimo Samurai".
E' innegabile che ci troviamo in presenza di un film prettamente di azione, con tutti i difetti del genere, quali inseguimenti improbabili e salvataggi al limite del ridicolo, ed il tutto con l'unico fine di non annoiare lo spettatore; eppure la volontà di condire il tutto con una forte denuncia è, oltre che apprezzabile, insolita in grandi produzioni cinematografiche.
Zwich non ha paura di "colpire allo stomaco" e rappresenta la realtà del tempo senza censure, confezionando un film forte senza avere timore di eventuali divieti (in Italia il film è uscito con un divieto ai minori di 14 anni).
La sceneggiatura regge bene l'evolversi della storia, salvo qualche forzatura classica del genere, i personaggi sono delineati in modo approfondito anche se non sempre la scelta degli attori si rivela entusiasmante: da Djimon Hounsou sarebbe lecito aspettarsi qualche ruolo differente da quello del solito nero sfruttato e sfortunato; probabilmente non è una scelta sua ma di chi lo sceglie ad interpretare sempre lo stesso tipo di ruoli. Rimane però un peccato vedere un attore di talento sfruttato così settorialmente.
Non convince in pieno Leonardo di Caprio: il personaggio di Archer sarebbe ricco di sfumature ma la sua interpretazione non riesce a renderne la complessità: in un mare di sigarette fumate di Caprio gioca a fare il bullo, senza rendere minimamente il tormento interiore di un uomo combattuto fra affari e coscienza. E' Interessante notare che, nonostante ciò, abbia ricevuto una nomination all'Oscar proprio per questo ruolo, mentre l'avrebbe sicuramente meritata per la sua interpretazione in "The Departed": circostanza questa che sottolinea come l'Academy sappia essere spesso un mutuo soccorso per pellicole che commercialmente non possono definirsi un successo, elargendo nomination anche immeritate per ravvivarne gli incassi.
"Blood Diamond", infatti, si è rivelato un flop negli Stati Uniti, seguendo la triste tradizione del già citato "Lord of War", segno che in America il cinema viene ancora vissuto come mera evasione; questo è forse il limite più grande della cinematografica d'oltreoceano. Ciononostante, "Blood diamond" resta una pellicola validissima, probabilmente eccessivamente penalizzata dal pubblico e troppo sopravvalutata dalla critica, in grado di emozionare e colpire lo spettatore.
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Recensione a cura di Paolo Ferretti De Luca aka ferro84 - aggiornata al 21/02/2007
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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