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Voto Recensore: | 7,50 / 10 | ||
Luca Medici da Capurso, alias Checco Zalone, già approdato nel gran circo di Zelig e raggiunto un discreto successo televisivo, tenta adesso il grande salto sul grande schermo con l'aiuto dell'amico e conterraneo Gennaro Nunziante, indiscutibile talent scout di comici pugliesi (la coppia Toti e Tata, nella vita Antonio Stornaiolo ed Emilio Solfrizzi, è stata sdoganata proprio da lui).
"Cado dalle nubi" parte da una radice autobiografica: il protagonista si chiama Checco Zalone, ed è di Polignano a Mare (cittadina decisamente più spendibile di Capurso, anche perché ha dato i natali al celebre Domenico Modugno). Checco decide di trasferirsi al Nord alla conquista del successo dopo una delusione amorosa, e qui collezionerà una serie infinita di gaffe, ma anche l'insperata fama come cantante.
Nunziante confeziona un prodotto interessante, partendo da canovacci usati ma mai abusati della comicità che hanno le loro radici nella commedia dell'arte e, in tempi più recenti, nell'avanspettacolo.
Zalone (ignorante e ineducato ma ingenuo, come recita anche il suo nome d'arte, letteralmente tradotto dalla gergalità bareseggiante "che cafone") è lo "zanni" riconosciuto e beffeggiato nel suo villaggio d'origine ma anche altrove, nella società a lui estranea in cui tenta di emergere.
Gli altri attori con cui si contrappone e che gli fanno da spalla, da un Dino Abbresci, insuperabile nel ruolo del cugino gay, a Ivano Marescotti, irriducibile leghista e futuro suocero, pur interfacciandosi con lui secondo il ruolo classico che è stato loro assegnato si scrollano di dosso lo stereotipo per generare anch'essi delle divertenti macchiette.
La trama del film è esile e ricalcata su storie antiche: l'emigrante con la valigia di cartone o con lo zaino del XXI secolo, l'ingenuo che deve affrontare un suo percorso per crescere ed entrare nella vita adulta ed essere accettato dalla società e dalla bella di turno.
Nel film di belle ce ne sono addirittura due: la prima abbandona il tenero Checco senza ritegno alcuno perché in cerca della "sistemazione", l'altra, pur attratta da lui, lo sdegna per gran parte del film come da copione e da antichi copioni, salvo cambiare parere in tempo per il lieto fine. L'attore, per impalmare le fanciulle del cuore, si esibisce in canzoni, parodie sfacciate del neomelodico più becero dall'effetto decisamente comico.
Gli stereotipi nella storia non si contano: omosessuali, leghisti e buffi ignoranti meridionali sono tutti amabilmente presi in giro e alla fine, come in tutti i film dello stesso filone, si scopre che lo zanni in realtà è più saggio di chi si ritiene a lui superiore.
La prima prova attoriale di Zalone è senza dubbio positiva; sta adesso all'attore cercare di scrollarsi di dosso l'immagine di cabarettista zelighiano e di proporre qualcosa di veramente nuovo, pena il restare invischiato in un'immagine per ora vincente ma che alla lunga potrebbe stancare.
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 07/01/2010
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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