Recensione dead or alive regia di Takashi Miike Giappone 1999
al cinemain tvanteprimearchivioserie tvblogtrailerclassifichespecialiregistiattorirecensioniforumfeedmy
Skin Filmscoop in bianco Filmscoop nostalgia
Ciao Paul!
Ricerca veloce:       ricerca avanzatabeta

Recensione dead or alive (1999)

Voto Visitatori:   7,31 / 10 (59 voti)7,31Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
Dimensione testo: caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi

locandina del film DEAD OR ALIVE

Immagine tratta dal film DEAD OR ALIVE

Immagine tratta dal film DEAD OR ALIVE

Immagine tratta dal film DEAD OR ALIVE

Immagine tratta dal film DEAD OR ALIVE

Immagine tratta dal film DEAD OR ALIVE

Immagine tratta dal film DEAD OR ALIVE
 

"I generi sono per i distributori e per gli spettatori. Penso non abbiano nulla a che fare con chi realizza il film".

All'inizio si ha la sensazione di assistere a qualcosa di nuovo. Poi, il tutto raggiunge un precario equilibrio che si sfalda nuovamente alla fine. "Dead or Alive" è questo; un film "imploso", un lungo discorso fra parentesi reso quasi aleatorio proprio a causa di quelle pesanti e indimenticabili parentesi: i primi 5 minuti e gli ultimi 5 minuti. E' grazie a codesto film che Tom Mess partorì la bibbia miikiana "Agitator: the cinema of Takashi Miike", fino a poco tempo fa unico saggio dedicato all'imprendibile Miike.
Saggio nato proprio dall'incredulità e sgomento di Mess dinnanzi alle due ingombranti parentesi di "Dead or Alive", le quali non possono certo lasciare indifferenti. Queste saranno discusse in seguito; ma la sfida è riuscire a parlare di "Dead or Alive" occupandosi anche del contenuto delle parentesi, ovvero il film in se. Cosa non facile. Proviamo.

Nel caotico universo miikiano il genere non è essenziale, raramente un suo film non è imbastardito da varie contaminazioni. "Dead or Alive" non fa eccezione, e si consideri che è opera comunque ancorata ad una certa logica narrativa, abitudine che verrà poco a poco messa in disuso (anche se non abbandonata) in favore di quella che potrebbe essere definita una sorta di libertà dalla coerenza razionale, libertà ostentata con pellicole quali "Gozu" e "Izo".
"Dead or Alive" è ancora un film "normale", che per gli standard di Takashi vuol dire ancora indigeribile per parecchi. Come detto in precedenza, a Miike di stare all'interno di un genere proprio non gli va giù, ma tuttavia questo primo capitolo di una fortunata trilogia è di fatto uno yakuza movie, anche se qui i toni sono ben distanti dall'altra trilogia della guerra delle mafie; tanto era serio e coerente quel trittico quanto qui si assiste a notevoli sbandamenti della ragione.
Non pare il caso di pontificare troppo sulla trama che, diciamocelo, non è poi così né originale né dissimile dal canovaccio che Miike spesso ci presenta. Gli archetipi, del resto, sono condannati ad essere archetipi, con buona pace della ricerca dell'originalità a tutti i costi. C'è il tema del gruppo "dissociato" degli yakuza, che non vuole stare da nessuna parte ma vuole invece prendere il controllo delle varie parti.
Ci sono i personaggi che sembrano non avere radici, che paiono estranei ovunque li si metta. E c'è l'eterno conflitto tra il poliziotto e lo yakuza, i cui ruoli spesso si invertono. E soprattutto, non c'è uno sguardo privilegiato su nessuno; Miike sceglie di stare con entrambi i suoi due protagonisti, è affezionato ad entrambi alla stessa maniera, tanto da far perdere la nozione di protagonista/antagonista. Ama talmente la coppia che piuttosto che vedere morire solo loro fa in modo che i due si portino appresso il mondo intero, nel momento del fatale trapasso. Non so voi, ma io non avevo mai visto una tale dichiarazione d'amore di un regista nei confronti dei suoi personaggi.

Un dato che mi pare non trascurabile è l'ammirazione che Miike (da lui confermata) prova per l'universo yakuza. Quanto afferma chiaramente non fa riferimento alle loro metodologie criminali - cioè metodologie deprecabili e molto poco carine nei confronti di qualsiasi istituzione legale - ma alla yakuza come espressione di una microsocietà perfettamente autosufficiente e autogestita, la cui sopravvivenza è determinata da ferree ed inappellabili regole di sopravvivenza. Nella rigida società giapponese, in cui il rapporto maestro/allievo è pressoché ineludibile, l'infrazione alla regola è celermente punita. La pratica è portata all'estremo nel micromondo yakuza, dove anche i più piccoli errori si pagano con le falangi asportate.
E il gruppo di Ryuichi fallisce per aver cercato l'indipendenza, così come il poliziotto Jojima fallisce per non essere in grado di provvedere alla sua famiglia. Non c'è da meravigliarsi che i due siano in qualche modo a caccia l'uno dell'altro. Lo sfaldamento del poliziotto si fa concreto quando per procurarsi dei soldi necessari ad un'operazione per la figlia è costretto ad affidarsi alla yakuza, la medesima organizzazione che dovrebbe contribuire ad eliminare e alla quale invece si affida.
Ryuichi non riesce invece a gestire la sua nuova condizione di dissociato. Prima elimina un membro della sua gang, non ravvedendo in quest'ultimo lo stesso tipo di tradimento che lui stesso ha appena compiuto nei confronti del gruppo più grande.
Poi perde la fiducia del fratello, mentre questi perderà la sua vita poco dopo.

Lo sradicamento dal territorio di Ryuichi è totale, e si completa con la cessazione degli ultimi legami che lo legano ad un nucleo familiare. Divenuto autentico "rainy dog" non riesce nemmeno a proteggere la sua donna, affogata nella sua stessa merda.
E il poliziotto segue bene o male le stesse vicende, solo "dall'altra parte", dalla parte a cui fanno solitamente capo i "buoni". Poliziotto dalla deontologia professionale quantomeno dubbia, perde anch'esso, in sequenza, prima il collaboratore e poi la famiglia.
E' solo dopo essersi liberati degli ultimi affetti che i due possono finalmente affrontare se stessi in una lotta non priva di conseguenze ecologiche.
Il tutto orchestrato da una regia che si potrebbe definire empatica, nel senso che non c'è quasi mai contrasto fra lo stile registico adottato e lo stato delle vicende presentate: fotografia scura nei momenti di particolar rilevanza pessimistica, lunghi piani sequenza a cui fanno eco momenti densi di phatos, rari primi piani che tendono ad enfatizzare una figura piuttosto che un'altra. Non si assiste quasi mai a regie coreografiche come quelle di un certo Woo, in cui l'eleganza della costruzione del découpage la vincono sul film stesso.
Tutto questo, of course, per ciò che riguarda il contenuto delle parentesi.
Perché nei primi e negli ultimi 5 minuti tutto va a farsi benedire, e a ben guardare un incipit e una conclusione del genere non possono che essere realmente benedetti.
Se non si è disposti a sospendere per 10 minuti il nostro eventuale ateismo non possiamo comprendere l'immensità divina di ciò che abbiamo di fronte.

Intendiamoci subito, a scanso di equivoci: per chi scrive un inizio del genere è insuperato e ineguagliabile, dalla nascita del cinema sino ad oggi. Un inizio talmente forte e potente da far quasi chiudere un occhio sul fatto che il film in se non sia poi tutto sto capolavoro; sicuramente "Dead or Alive", se evirato dei primi 5 minuti non vale un millesimo di un "Ichi the killer", di un "Visitor q", di un "Gozu" o di un "Audition".
In 5 minuti si assiste praticamente a tutto ciò a cui è possibile assistere: omicidi, stupri anali, sadomaso, pippate di una pista di coca di almeno 3 metri, omicidi brutali, gente buttata dal balcone come un mozzicone di sigaretta, ristoranti che esplodono, carrelli della spesa con armi da fuoco varie tra le verdure, il contenuto di una cena cinese evacuata non dal sedere ma direttamente da un buco nello stomaco, gang che lottano per il possesso di una mega partita di coca, zampilli di sangue in luogo di quelli allo sperma.
Insomma, c'è materiale sufficiente per almeno due film autonomi, ma Miike è riuscito, probabilmente non sa bene manco lui come, a condensare il tutto in 5 minuti.
Sequenze al fulmicotone, passaggi che rasentano il subliminale, violenza esplicita ma flusso narrativo costante, chiaro e limpido, a prova d'imbecille.
E fatto un miracolo se ne fa un altro. Il miracolo è esser riusciti ad incastrare tutto ciò in una costruzione sintattica che denota una sapienza del montaggio che un eufemista definirebbe "praticamente rara"? Bene, ecco l'altro capolavoro: riuscire a montare questi frammenti di sequenza urlanti e lacerati in formato videoclipparo senza essere videoclipparo.
Nel senso che non c'è un grammo di cialtroneria videodilettantesca, non c'è indulgenza naif ma solamente ottimo cinema. L'incredibile incipit è supportato da un'altrettanto martellante colonna sonora heavy metal, ma nonostante ciò non c'è un grammo di Mtv in tutto questo. Lo ripeto, solo estrema consapevolezza cinematografica che prende fermamente le distanze da quell'insopportabile metodologia di sfornare film, che tanto piace ad un certo tipo di pubblico odierno... un pubblico che poco o per nulla ama ciò che fagocita con insolente bulimia avanzata e cronica.
Il giorno in cui qualcuno riuscirà a "doppiare" Miike in quest'inizio producendo cinema e non video mi faccia un fischio.

Come già sostenuto, una visione del genere basta a tener occupata la mente per un'oretta buona, probabilmente infondendo un valore aggiunto al film che segue. Ripeto, film che preso in se non è certamente un capolavoro, ma che ha però la rara fortuna di sovrapporsi alla sua prima parentesi che lo delimita.
Ma proprio quando la coscienza del piccolo cineasta che è in noi fa capo per farci timidamente notare di svegliarci da quella visione di sogno, ecco che il film termina.
E la parentesi si chiude; ma che parentesi.
Siamo all'inevitabile resa dei conti, che in questo caso trascinerà nella distruzione qualche persona in più rispetto a quelle a cui siamo abitualmente soliti assistere. Ryuichi e Jojima hanno iniziato a darsele per bene, quando i due si crivellano frontalmente grovierandosi a vicenda. La logica vorrebbe che i rispettivi corpi si accasciassero a terra, esanimi.
E mentre ciò sta effettivamente per accadere, "qualcosa" interviene per infondere una nuova vitalità alla coppia. Si noti il loro sguardo, ben diverso da quello da cui erano in precedenza animati. E'uno sguardo che non appartiene più ai due esseri umani, bensì alla volontà che stanno in quel momento incarnando.
Jojima estrae dalla schiena un bazooka e Ryuichi immerge la mano nel petto estraendo una palla d'energia che lancia al poliziotto mentre questi fa fuoco. I due colpi si intercettano e detonano, lasciandoci con l'immagine del globo terrestre distrutto dall'anello di fuoco che si genera e che ha come epicento il Giappone. Fine.
Se non siete avvezzi all'estetica di un certo tipo di manga potreste rimanere alquanto disorientati.
Ma il problema è tutto vostro.

Commenta la recensione di DEAD OR ALIVE sul forum

Condividi su Facebook Condividi recensione su Facebook


Recensione a cura di cash - aggiornata al 24/05/2006

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

In programmazione

Ordine elenco: Data   Media voti   Commenti   Alfabetico

200% lupoall we imagine as light - amore a mumbai
 NEW
anime sbullonateanora
 R
anywhere anytimeapocalisse z - inizio della fineappartamento 7abambi: the reckoningbeetlejuice beetlejuiceberlinguer. la grande ambizionebestiari, erbari, lapidaribuffalo kidscaddo lakecampo di battagliaclean up crew - specialisti in lavori sporchicloudcome far litigare mamma e papa'desire' (2024)disclaimer
 NEW
do not expect too much from the end of the worlddon't moveeterno visionariofamiliafinalementfino alla fine (2024)flow - un mondo da salvarefrancesca cabrinigiurato numero 2goodbye juliagrand tourhalloween parkidduil buco - capitolo 2il gladiatore iiil maestro che promise il mareil magico mondo di haroldil ragazzo dai pantaloni rosail robot selvaggioil sogno dei pastoriil tempo che ci vuoleinter. due stelle sul cuoreio sono un po' matto... e tu?italo calvino nelle citta'joker: folie a deuxjuniper - un bicchiere di ginla bambina segretala banda di don chisciotte - missione mulini a ventola bocca dell'animala cosa migliorela gita scolasticala misura del dubbiola scommessa - una notte in corsiala storia del frank e della ninala storia di souleymanela testimone - shahedl'amore e altre seghe mentalil'amore secondo kafka
 NEW
le deluge - gli ultimi giorni di maria antoniettale linci selvagge
 NEW
leggere lolita a teheranlimonovlinda e il pollolonglegslove lies bleedingl'ultima settimana di settembrel'ultimo drinkmadame clicquotmaking ofmaria montessori - la nouvelle femme
 NEW
modi - tre giorni sulle ali della follianapad - la rapina
 NEW
napoli - new york
 NEW
nasty - more than just tennisnever let go - a un passo dal malenon sono quello che sonooutsideozi - la voce della forestapaolo vivepapmusic - animation for fashionparthenopepeter rabidping pong - il ritornorebel ridgericomincio da taaacsalem's lot (2024)saturday nightshakespea re di napolismile 2snot e splash - il mistero dei buchi scomparsispeak no evil - non parlare con gli sconosciutisquali
 NEW
stella e' innamoratastranger eyessuper/man: the christopher reeve storytaxi monamourterrifier 3the apprentice - alle origini di trump
 NEW
the beast (2024)the conciergethe dead don't hurt - i morti non soffrono
 NEW
the devil's baththe killer (2024)the redthe shadow straysthe substancethelma (2024)this time next year - cosa fai a capodanno?timor - finche' c'e' morte c'e' speranzatransformers onetrifole - le radici dimenticate
 NEW
una madre
 NEW
una terapia di gruppoun'avventura spaziale - un film dei looney tunesuno rossovenom: the last dancevermigliovittoriavolonte' - l'uomo dai mille volti
 NEW
wickedwolfs - lupi solitariwoman of the hour

1055967 commenti su 51412 film
Feed RSS film in programmazione

Ultimi film inseriti in archivio

A DIFFERENT MANL'OMBRA CHE CAMMINAMY OLD ASSSONO LILLO - STAGIONE 2THE OUTRUN

Ultimo film commentato

Ultimo post blog

Speciali

Speciale SHOKUZAISpeciale SHOKUZAI
A cura di The Gaunt

Ultime recensioni inserite

in sala


ANYWHERE ANYTIME
Locandina del film ANYWHERE ANYTIME Regia: Milad Tangshir
Interpreti: Ibrahima Sambou, Moussa Dicko Diango, Success Edemakhiota
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

HIT MAN - KILLER PER CASO
Locandina del film HIT MAN - KILLER PER CASO Regia: Richard Linklater
Interpreti: Glen Powell, Adria Arjona, Austin Amelio, Retta, Sanjay Rao, Molly Bernard, Evan Holtzman, Gralen Bryant Banks, Mike Markoff, Bryant Carroll, Enrique Bush, Bri Myles, Kate Adair, Martin Bats Bradford, Morgana Shaw, Ritchie Montgomery, Richard Robichaux, Jo-Ann Robinson, Jonas Lerway, Kim Baptiste, Sara Osi Scott, Anthony Michael Frederick, Duffy Austin, Jordan Joseph, Garrison Allen, Beth Bartley, Jordan Salloum, John Raley, Tre Styles, Donna DuPlantier, Michele Jang, Stephanie Hong
Genere: azione

Recensione a cura di The Gaunt

archivio


LA ZONA D'INTERESSE
Locandina del film LA ZONA D'INTERESSE Regia: Jonathan Glazer
Interpreti: Christian Friedel, Sandra Hüller, Medusa Knopf, Daniel Holzberg, Ralph Herforth, Maximilian Beck, Sascha Maaz, Wolfgang Lampl, Johann Karthaus, Freya Kreutzkam, Lilli Falk, Nele Ahrensmeier, Stephanie Petrowitz, Marie Rosa Tietjen, Ralf Zillmann, Imogen Kogge, Zuzanna Kobiela, Julia Polaczek, Luis Noah Witte, Christopher Manavi, Kalman Wilson, Martyna Poznanski, Anastazja Drobniak, Cecylia Pekala, Andrey Isaev
Genere: drammatico

Recensione a cura di Gabriele Nasisi

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

Ultima biografia inserita

Casualmente dall'archivio

Novità e Recensioni

Iscriviti alla newsletter di Filmscoop.it per essere sempre aggiornarto su nuove uscite, novità, classifiche direttamente nella tua email!

Novità e recensioni
 

Site powered by www.webngo.net