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Giornalista matura, con marito e due figli, accetta di svolgere un'inchiesta sul fenomeno della prostituzione tra le studentesse a Parigi per il settimanale femminile "Elle". Due ragazze di diversa estrazione: la bionda polacca Alicja e la francese Charlotte detta Lola si offrono di raccontare la loro storia.
Il racconto del vissuto delle due giovani donne sconvolge la psiche della giornalista, spingendola a inseguire invano una sessualità e un approccio meno borghese.
Scene quasi softcore si susseguono al processo lento e traumatico che la giornalista Anne (Juliette Binoche) vive.
Ci si chiede ora se il proposito della regista polacca, Malgorzata Szumkowska, sia di natura sociale, ovvero la denuncia di un fenomeno diffuso in Francia, o se invece, stando a come la Binoche ha reso il suo personaggio, l'idea di base parta da uno studio dell'inconscio femminile.
Anne è una donna arrivata, che vive in una bella casa e potrebbe essere apparentemente felice, invece, chiusa nel suo perfetto appartamento, esplora di continuo il disagio della sua condizione di solitudine. Lo scontro con gli oggetti: lo sportello del frigorifero che non si chiude, il barattolo che non riesce ad aprirsi, il pupazzo gonfiabile del bambino che "rifiuta" di farsi mettere a posto sono simboli della barriera che divide Anne da una vita compiuta. La regista insiste in primi piani e mostra il volto della Binoche pallido e sofferente, elegante in pubblico, sofferente e sciatta in casa, nonché incapace di avere un dialogo reale con i suoi familiari: un marito disposto a fare l'uomo di casa forte che non accetta cambiamenti, relegando la consorte al piacere solitario, mentre i due figli vivono solo nelle quattro mura delle loro camerette, il maggiore dedicandosi all'erba e ai filmetti vietati ai minori (in una scena conferma compiaciuto a sua madre di essere "fatto"), mentre il minore è perso nei suoi videogiochi.
Il film della Szumkowska, diretto appunto da una donna, ha un occhio di riguardo sull'universo femminile, malgrado poi nessuno dei personaggi descritti nel film esca positivamente: la Binoche con le sue nevrosi, le due ragazze, disposte a vendersi e a subire anche decise umiliazioni per la loro cieca rincorsa verso il dio Denaro; mentre gli uomini, sia quelli di casa della giornalista, sia gli sporadici clienti delle due giovani squillo, sono comparse visti nel loro lato più ombroso e perverso o vittime inconsapevoli, come il fidanzato di Lola/Charlotte, che vede respingere le sue profferte amorose.
Tuttavia "Elles" rimane un film incompiuto, con scene spesso incomprensibili, sesso dal buco della serratura, pretese da pellicola d'autore, soffocate dalla incomunicabilità che lo spettatore avverte spesso. Un'occasione persa per la Szumkowska, una storia dai toni forti da maneggiare con cura.
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 23/10/2012 16.56.00
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