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Il documentario realizzato da Germano Maccioni ruota intorno alla carismatica figura di Giovanni Lindo Ferretti, leader del gruppo dei CCCP denominato in seguito CSI e poi sciolto nel 2000 con la fine delle Ideologie. Si tratta in effetti di una lunga intervista-confessione che parte dall'infanzia del cantante, studente per volere di sua madre in una scuola cattolica. Ferretti si sofferma sulla sua fede di bambino di paese e sul rapporto con la madre sempre tormentato e contrastato.
Si passa poi alle esperienze successive, alla fede smarrita e al credo politico che lo accompagnerà a lungo, la malattia, con racconti particolareggiati dei suoi ricoveri e del grave male che lo ha colpito nella maturità fino al ritorno alla fede religiosa forse mai effettivamente perduta e all'esperienza di viaggio in Mongolia.
Bellissima la fotografia, in particolare lo sfondo campestre che apre il docufilm e che richiama al progetto che Ferretti sta avviando con i cavalli, animali da lui sempre ammirati ed amati.
L'opera filmica vede Giovanni Lindo Ferretti come unico dialogante con l'immaginario interlocutore che è al di là delle schermo. Il personaggio parla delle varie fasi della sua vita muovendosi in luoghi che hanno avuto per lui importanza (la campagna circondata dai cavalli, delle chiese di paese, la Mongolia). All'intervista Maccioni alterna fotografie o riprese di repertorio inserite nel contesto storico-politico della conversazione svolta con Ferretti, ma si ascoltano anche alcune importanti canzoni eseguite dal gruppo dei CCCP che è sempre stato un punto di riferimento per molti militanti di sinistra.
L'idea base del lavoro di Maccioni è mostrare Giovanni Lindo Ferretti come un personaggio che tout court, qualsiasi scelta abbia compiuto nel corso della sua esistenza, è sempre stato "fedele" alla linea di vita intrapresa senza ripensamenti o pentimenti e pronto ad assumersi le responsabilità dei suoi sbagli.
Poetico, il documentario di Maccioni è l'omaggio a un uomo che è stato testimone di un lungo e importante periodo storico ma è anche l'espressione viva e vivente dell'unione forte che lega musica e parola
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 25/06/2013 15.01.00
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