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"Il furore della Cina colpisce ancora" ("Tangshan daxiong"/"The Big Boss") è il primo film ad essere stato realizzato con Bruce Lee come protagonista. Il titolo italiano è fuorviante, poiché porta a far credere che si tratti di un sequel di "Dalla Cina con Furore", che in realtà è stato girato dopo e la cui storia non è neppure collegata al film precedente. La motivazione è nota: "Dalla Cina con furore" è stato distribuito in Italia per primo.
E' risaputo che Bruce Lee rimase deluso dalla sua esperienza cinematografica americana, in cui era riuscito ad avere soltanto ruoli di secondo piano. Il più famoso è stato quello di Kato (la spalla di Green Hornet, protagonista dell'omonima serie televisiva), che ha ispirato il Kato de "La Pantera Rosa", ma ha anche recitato la parte di Winslow Wong, un killer incaricato di uccidere il protagonista del film "L'investigatore Marlowe" di Paul Bogart.
Il personaggio di Kato ha però avuto un discreto successo ad Hong Kong (dove la serie "Green Hornet" è stata ribattezzata "Kato Show") e si fa notare da Raymond Chow, un produttore locale, che decide di scritturare Bruce Lee per un film di arti marziali. Fallito il tentativo di sfondare in occidente, Bruce decise di tentare la carta orientale...
I produttori di "The Big Boss", non conoscendo ancora bene le doti di Bruce Lee, inizialmente preferirono che avesse un ruolo secondario. Solo dopo averlo visto all'opera, si decise di affidargli il ruolo di protagonista che, in un primo momento, era stato assegnato a Paul Tien.
Nel film, Bruce Lee interpreta Cheng, un ragazzo cinese che si trasferisce in Tailandia per trovare lavoro, contando sui cugini che lì si sono stabiliti da tempo per fare gli operai in una fabbrica di ghiaccio. Ma le cose non fileranno lisce a lungo e ben presto ci sarà l'occasione per menar le mani...
La trama del film è semplice, ma ben articolata. Il regista Lo Wei introduce anche tematiche quali amore, amicizia, equivoci e soprusi. Inoltre, il fatto che Cheng all'inizio del film non combatta, per via di una promessa fatta alla madre, fa accrescere nello spettatore il desiderio di vederlo in azione.
È perfino inutile specificare, tuttavia, che a valere la visione del film sono le scene dei combattimenti. Da ricordare quella di Cheng contro il figlio del boss e i suoi scagnozzi, alla fabbrica di ghiaccio, ma soprattutto la sfida finale contro il boss Mi in persona (interpretato da Han Yingjie, un veterano maestro di arti marziali) e comunque, non si tratta ancora dei migliori "combattimenti cinematografici" di Bruce Lee.
Anche se all'epoca non si poteva contare su grandi effetti speciali, questi venivano spesso utilizzati per i film di arti marziali. Bruce Lee non gradiva espedienti di questo tipo e preferiva combattimenti più realistici. In questo sua prima pellicola che lo vede protagonista, si è però fatto uso di coreografie con salti acrobatici piuttosto irreali, cui non si sarebbe più ricorso nei film successivi. Così come sono presenti situazioni improbabili come Cheng che, colpito un avversario, lo fa passare attraverso una parete... su cui rimane un'impronta dalla forma umana!
Pare che Bruce Lee non fosse soddisfatto del lavoro finale e tanti sono stati i dissapori col regista durante la lavorazione. Che avesse torto o ragione, a Hong Kong questo film ebbe un successo strepitoso e gli incassi surclassarono quelli di tutti i film d'arti marziali precedenti! Bruce Lee era diventato il nuovo re del cinema di arti marziali.
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Recensione a cura di Anakin - aggiornata al 15/03/2005
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