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Ennesimo esempio della vitalità cinematografica ispanica "Il mio nuovo strano fidanzato" (il titolo italiano è mutuato da "Il mio grosso grasso matrimonio greco" ed è abbastanza discostante nonché fuorviante dall'originale Seres queridos- Persone che si amano) è stato firmato da una coppia di registi Teresa De Pellegri e Dominic Harari.
Più che davanti ad un film ci si trova davanti ad una pièce teatrale abbastanza frizzante poiché l'ambientazione quasi totalmente in interni (di cui una gran parte nell'appartamento madrileno della famiglia della protagonista) e i dialoghi danno l'immediata sensazione del taglio assunto dalla pellicola.
La tematica è scottante: i rapporti tra ebrei e palestinesi, ma il modo di argomentare è leggero e offre quindi la possibilità per una volta di sdrammatizzare sul problema reale.
La presentazione del fidanzato palestinese alla famiglia e la conseguente cena a casa dei genitori (anche se quarant'anni dopo e con sviluppi diversi per un attimo si ha l'impressione di rivedere Indovina chi viene a cena il celebrato film con Sidney Poitiers e la coppia Katherine Hepburn- Spencer Tracy) offre l'occasione ai registi di sbizzarrirsi nelle caratterizzazioni dei vari membri della famiglia tutti decisamente originali: la madre sempre sull'orlo di una crisi di nervi, il fratello minore fanatico religioso dalla mentalità ristretta oltremisura, la sorella ribelle e ninfomane con addosso evidenti carenze affettive, la di lei figlioletta, bimba viziata e un po' mitomane e il nonno non-vedente, ex soldato dell'esercito israeliano sicuramente dipinto al limite estremo della caricatura.
La differenza di religione e cultura viene quindi lentamente meno perché i due protagonisti principali Leni e Rafi, (Guillermo Toledo che con la sua maschera imperturbabile e con l'aria di chi sta sempre un po' a disagio è noto al pubblico italiano per Crimen perfecto), decisamente i più "normali" della famiglia finiscono inevitabilmente con il trovarsi travolti da tanta stravaganza.
Alle situazioni paradossali e tragicomiche si unisce un pizzico di thriller in salsa di denuncia sociale anche se poi la vicenda scorre liscia e forse in ultimo lascia un po' delusi.
Da notare che anche in questa pellicola spagnola come già in molti film di Almodovàr (Tutto su mia madre ad esempio sebbene di argomento decisamente differente) o come nella commedia A mia madre piacciono le donne il cosiddetto sesso debole finisce con il mostrare la sua parte più forte perché anche se tutte un po' troppo fuori norma , le protagoniste della vicenda (comprese le comprimarie) sono tutte vincenti, non perdono l'occasione di lottare e di mostrare i denti mentre gli uomini sono poco più che caricature, fragili esseri legati a un passato ormai lontano (come l'anziano nonno) attaccati a fanatismi (come David) oppure alle prese con qualche evidente difetto (la sudorazione copiosa di Rafi e la sua esagerata compostezza o l'aria da cane bastonato del capofamiglia) tutto questo per sottolineare gli effetti della rivoluzione sessuale impostasi nel paese in questi ultimi decenni.
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 06/10/2005
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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