Recensione il presagio regia di Richard Donner USA 1976
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Recensione il presagio (1976)

Voto Visitatori:   7,61 / 10 (102 voti)7,61Grafico
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Miglior colonna sonora
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
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locandina del film IL PRESAGIO

Immagine tratta dal film IL PRESAGIO

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Immagine tratta dal film IL PRESAGIO
 

Robert Thorn è un importante diplomatico americano, e sua moglie, Kathryn, da diverso tempo cerca di avere un figlio. Dopo aver abortito due volte anche questa terza gravidanza non va a buon fine. Il loro bambino nasce morto. Mentre Kathryn è ancora in stato di incoscienza in ospedale, Padre Spiletto suggerisce a Thorn di adottare un bambino appena nato che ha perso i genitori.
Addolorato per la perdita subita, Thorn, nonostante non gli venga rilevato molto sulle origini di questo bambino, accetterà l'offerta e deciderà di non dire nulla a sua moglie, lasciandole credere che sia il suo figlio naturale. Comincia così la vicenda del diabolico Damien, allevato dalla facoltosa coppia che è del tutto ignara della sua reale natura malvagia.

Più volte il cinema nella sua storia ha raccontato Satana come personificazione del male, non riferendosi quindi all'iconografia classica che lo vede come figura antropomorfa dalla pelle rossa con le corna sulla testa, ma bensì da una figura umana convenzionale. Tanto per citare alcune opere, abbiamo visto una magnifica interpretazione di Robert De Niro in "Angel Heart - Ascensore per l'inferno", quella di Al Pacino ne "L'Avvocato del diavolo", Rosalinda Celentano ne "La Passione di Cristo" fino a Tom Waits nel più recente fantasy "Parnassus".
Molteplici sono le interpretazioni che sono intercorse fino ai nostri giorni del termine "Anticristo" che nella cultura moderna ancora lascia aperti dibattiti su cosa realmente rappresenti. Alcuni lo identificano in una persona (il falso profeta), altri invece lo attribuiscono a un atteggiamento etico e filosofico costituito da una sorta di relativismo morale su cui si gettano le ideali fondamenta per l'avvento dello smarrimento e della menzogna.

Richard Donner, dopo una brillante carriera nelle serie TV di cui si ricordano "L'uomo da sei milioni di dollari" e "Kojak", e alcuni lungometraggi come "Il leggendario X-15" e "Twynky", decide di cambiare totalmente genere, proponendo in questo suo lungometraggio, tratto dall'omonimo romanzo dello scrittore/sceneggiatore David Seltzer, l'avvento dell'Anticristo che si insidierà subdolamente nei consueti meccanismi economico-sociali dell'uomo, impiantando il germoglio del male con l'astuzia e l'inganno.

Il film riesce perfettamente nell'intento di incutere il terrore nello spettatore, ma non terrore sinonimo di spavento, bensì di angoscia, disturbo, senso di impotenza. Per l'intera durata della pellicola, considerando che la maggior parte delle scene sono girate di giorno, si assiste alla silenziosa e progressiva ascesa del Signore del Male, facendo accrescere nello spettatore la sensazione di claustrofobia, sequenza dopo sequenza. Ogni volta che qualcuno si avvicina a scoprire la vera identità di Damien rimane vittima di bizzarri incidenti.
Tutto si compie secondo il diabolico piano del maligno e nessuno sembra poter cambiare le sorti del destino. Nonostante il piccolo protagonista abbia a disposizione pochissime battute, la sceneggiatura è molta attenta e curata nella descrizione del personaggio che interpreta.
La regia di Donner è caratterizzata, oltre che da un'ineccepibile fotografia, da molteplici primi piani sullo sguardo dei protagonisti al fine di trasmettere l'inquietudine nello spettatore; il tutto senza ricorrere a espedienti cinematografici quali trucco ed effetti speciali. In alcune scene, compreso il finale, il regista mette in scena tutta la sua abilità senza mai calcare la mano. Ogni sequenza è costruita con intelligenza e raffinatezza, regalando al pubblico magnifici momenti di suspense.

Il cast si dimostra eccellente, ma una particolare attenzione va all'interpretazione della baby sitter Billie Whitelaw. che riesce a paralizzare lo spettatore, infondendo un senso claustrofobico di agonia con il solo sguardo agghiacciante. Un altro elemento estremamente caratterizzante, ma probabilmente anche determinante, che ha reso "The Omen - Il Presagio" un autentico capolavoro è l'inquietante e diabolica colonna sonora di Jerry Goldsmith vincitrice del premio oscar, di cui si ricorda il tema di "Ave Satani", caratterizzata da cori gregoriani accompagnati da note di profonda angoscia e inquietudine.

La riuscita di questo film, nato in periodo favorevole al genere Horror, ha di sicuro dettato tendenza, diventando anche il capostipite di ben tre sequel e un remake di John Moore.
I primi tre lungometraggi vengono considerati una vera e propria trilogia in quanto viene mantenuto un percorso narrativo che descrive la nascita, la vita e la caduta dell'Anticristo, ma tale trilogia non era stata pianificata come i grandi Kolossal contemporanei quali ad esempio "Il Signore degli Anelli" di Peter Jackson. Il primo sequel "La maledizione di Damien", nonostante il regista sia diverso, riesce a mantenere le stesse atmosfere claustrofobiche del primo, aiutate dalle ormai consolidate musiche di Jerry Goldsmith. Purtroppo non si può dire altrettanto del terzo capitolo della saga, risultato scontato e superficiale, quindi di gran lunga meno attraente rispetto agli altri due film.
Nel 2006 è stato proposto un remake di John Moore "The Omen", ma nonostante la messa in campo di strategie cinematografiche più innovative non offre alcun valore aggiunto a questo piccolo gioiello del genere Horror.

Chiaramente la pellicola risente di una certa età, e non potrà pertanto avere lo stesso effetto sulle nuove generazioni, che intendono l'horror più a livello sensoriale/audiovisivo che narrativo ma, ricreando una giusta atmosfera, questo film è ancora in grado di ipnotizzare.

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Recensione a cura di Fulvio Baldini aka peter-ray - aggiornata al 22/10/2012 12.38.00

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

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