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Leggo con interesse su questo stesso sito, nell'ambito dello speciale su Kill Bill, una lunga
digressione sulla esaltazione tarantiniana del genere b-movie. E non posso fare a meno di citare l'opera seconda di Infascelli, che si incanala sulle orme del regista cult di Hollywood per seguire una strada tutta sua.
Il Sara Norton Show è uno spettacolo che rispecchia qualsiasi show televisivo nostrano. E personaggi che partecipano allo show iniziano a scomparire misteriosamente. Sta tutto qui il soggetto di un film che mette alla berlina la televisione italiana, non tanto, ma anche, nella storia, quanto nel modo in cui è girata, nei piccoli riferimenti nascosti.
Il regista vuole subito sbarazzarsi del pesante peso del suo precedente "Almost Blue", si vuole levare di dosso l'etichetta che quel film gli poteva aver cucito addosso, e lo fa in modo insolito e spettacolare fin dalle prime scene.
Vengono distrutti e smantellati i polizieschi all'italiana, la fiction, le telenovelas, lo show in diretta, i salotti televisivi, tutto è preso e buttato in un calderone dal quale, alla fine del film, uscirà un "mostro" televisivo.
Un Argento con una spruzzata di Muccino, Infascelli non ha pietà neanche per i propri personaggi, tranne che per la protagonista, la splendida Margherita Buy, già vincitrice quest'anno di un Italian
Online Movie Award per "Caterina va in città", alla quale regala pure un finale di purezza e redenzione.
E' questa speranza che emerge tutto sommato dalla storia che forse stona un po'. Ma il non voler seguire quella che a prima vista sembrava una logica applicazione della teoria durrenmatiana del "peggior finale possibile" è un ulteriore prova di quanto Infascelli si diverta a giocare con lo spettatore, a irretirlo e ingannarlo fino all'ultimo.
Non a caso "Il siero della vanità" è il classico film premiato (anche se con riserve) dalla critica e bocciato dal pubblico.
Una menzione per la cinica e acida Francesca Neri, la Sara Norton dello show, e per Valerio Mastrandrea, personaggio delineato e interpretato benissimo.
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Recensione a cura di Pietro Salvatori - aggiornata al 21/05/2004
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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