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Terza e ultima parte dell'imponente opera cinematografica "Il signore degli anelli" tratta dall'omonimo romanzo di Tolkien.
Frodo e il fedele Samwise proseguono il cammino verso Mountdoom, con lo scopo distruggere l'anello nella stessa torre-roccaforte in cui era stato creato...
L'infido Smeagol (che in questo film non viene più chiamato Gollum, ma riprende il suo vecchio nome di hobbit), smanioso di impadronirsi nuovamente del suo "tesoro" li guida nell'insidioso percorso.
Avvelenato dal potere maligno dell'anello, da lui conservato per quasi 500 anni (un periodo troppo lungo... nel film viene mostrata l'orribile trasformazione del suo corpo, da semplice hobbit a creatura mostruosa, ma anche lo sconvolgimento della sua mente, perché il terribile gioiello ha il potere di accendere e alimentare la malvagità e l'avidità di potere di chiunque lo indossi...), non riesce a resistere al richiamo del malefico oggetto e decide così di tradire Frodo, guidandolo con l'inganno verso la morte certa.
La trasformazione di Smeagol, che appare fin dalle prime scene del film, illustra pienamente la metafora del potere, che seduce, corrompe e distrugge...
Intanto, la roccaforte di Minas-Thirit, che ha trovato in Theoden, re di Rohan, un valoroso comandante, è stretta d'assedio dalle forze di Sauron, di gran lunga maggiori nel numero e con a capo il malvagio stregone re di Angmar... Il mago buono Gandalf conbatte fianco a fianco con gli abitanti della città, mentre Aragorn, ancora una volta, corre a cercare aiuto... E lo trova: un aiuto davvero speciale... un esercito di spettri, morti da secoli, guerrieri colpevoli di non aver tenuto fede alla promessa di combattere fatta a un antico re (di cui ora Aragorn è il legittimo erede e discendente) e condannati dalla maledizione del medesimo a restare sulla terra come spiriti senza pace...
La battaglia è durissima: orchi mostruosi, creature gigantesche, serpenti volanti... e il re di Angmar, è protetto da un incantesimo, per cui "nessun uomo può ucciderlo"... Morirà trafitto dalla spada di Eowyn, la bionda guerriera (che per poter combattere si è data il nome maschile di Dernhelm) figlia del re Theoden...
La bellissima Arwen, intanto, ha deciso di non fuggire con gli altri elfi... Dotata come il padre del dono della preveggenza, comprende da una visione che Aragorm è l'uomo del suo destino... resterà così ad aspettare l'esito della battaglia e diverrà poi la sposa del suo innamorato quando questi, dopo la vittoria, verrà acclamato come re....
Nel frattempo Frodo e Samwise giungono a Mountdoom per distruggere l'anello... ma di fronte alla lava incandescente anche il candido hobbit viene sedotto dal potere maligno del terribile gioiello: il suo sguardo si trasforma... e, infilandosi il "prezioso" al dito (la parola inglese tradotta in italiano con "tesoro" non è treasure, in realtà, ma "precious"....) dichiara: "l'anello è mio!"...
La triste sorte degli uomini viene paradossalmente capovolta da Smeagol che, sconvolto e furibondo al pensiero di perdere per sempre il "suo tesssoro", si avventa su Frodo e, lottando furiosamente (Frodo perderà un dito...), riesce ad impadronirsi nuovamente dell'oggetto incantato... per morire pochi istanti dopo, inebriato dalla gioa, precipitando nella lava con il malefico gioiello...
Il mondo è salvo... gli hobbit tornano al loro paese e Frodo comincia a scrivere la storia... ma sarà per Samwise il compito di terminarla: Frodo partirà infatti con i valorosi elfi, il padre di Arwen e l'hobbit Bilbo, verso la terra chiamata "Grey Heavens", tra le lacrime dei suoi amici...
Il film, come i due precedenti, è assolutamente spettacolare: battaglie epiche, creature mostruose, serpenti volanti e manifestazioni magiche... ma vi è anche un aspetto ironico che porta gli spettatori a sorridere in più di una situazione... Anche il terribile scontro tra Frodo e un ragno gigantesco ( che ricrea sapientemente una suspence da film dell'orrore) può suscitare attimi di ilarità: gli orchi "troppo" brutti e "troppo" stupidi (come nelle favole), creature "troppo" grosse e "troppo" mostruose... è tutta una finzione, è chiaro... nata dal computer, dai truccatori... per il piacere del pubblico, è ovvio...
Ma al di là dell'elemento spettacolare, il contenuto più profondo, e il messaggio dell'intera storia è di carattere morale: l'eterna lotta tra il bene e il male, dove il male e la malvagità appaiono come manifestazioni dell'avidità di potere che corrompe l'anima, la mente e la natura dell'uomo... Anche gli spiriti più puri e semplici, come Frodo, Samwise o Bilbo, ne subiscono il malefico fascino...
Una piccola curiosità: in quest'ultimo film non compare più Saruman (l'attore inglese Christopher Lee), il mago bianco alleato del malvagio re di Angmar... Per chi ha letto il libro, sappiamo che morirà ucciso nella terra degli hobbit...
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Recensione a cura di Cristina3455 - aggiornata al 27/01/2004
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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