Recensione ken park regia di Larry Clark, Edward Lachman USA 2002
al cinemain tvanteprimearchivioserie tvblogtrailerclassifichespecialiregistiattorirecensioniforumfeedmy
Skin Filmscoop in bianco Filmscoop nostalgia
Ciao Paul!
Ricerca veloce:       ricerca avanzatabeta

Recensione ken park (2002)

Voto Visitatori:   6,24 / 10 (87 voti)6,24Grafico
Voto Recensore:   8,50 / 10  8,50
Dimensione testo: caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi

locandina del film KEN PARK

Immagine tratta dal film KEN PARK

Immagine tratta dal film KEN PARK

Immagine tratta dal film KEN PARK

Immagine tratta dal film KEN PARK

Immagine tratta dal film KEN PARK
 

Non è semplice raccontare un'anonima triste vita. Figuriamoci quattro.
La via più semplice è quella del realismo, il miglior sostenitore della verità.
Ma la tristezza e la disperazione quanto la libertà e la spontaneità non sono ospiti gradite nel palco della società buonista.
La paura del turbamento e di chissà quale negativa contaminazione frenano l'interesse e la giusta voglia di capire. La censura allora viene nutrita abbondantemente di tutto ciò che può impressionare, o soltanto far curiosare in quella che, in fondo, è la realtà.
Una della tante verità della vita, in cui le sfumature generano uomini e donne fantastici nella loro bellezza come nella propria miserabilità.

"Se tu penserai, se giudicherai
da buon borghese
li condannerai a cinquemila anni più le spese
ma se capirai, se li cercherai fino in fondo
se non sono gigli son pur sempre figli
vittime di questo mondo.
"
Fabrizio De Andrè

Larry Clark è un fotografo della vita, quella estrema e messa al bando dal bigottismo.
I suoi lavori, fotografici e cinematografici, vengono etichettati con pregiudizi da una mentalità chiusa e imbarazzata di fronte a nudità e a scelte "altre". Come degno prosecutore del lavoro ritrattistico di Diane Arbus, Clark cattura momenti di naturalezza in soggetti volutamente ignorati dalla società, come fu per i freaks della fotografa. Lo spaccato intimo di ogni suo sguardo ha la possibilità di essere un pugno nell'occhio o una meravigliosa finestra su microcosmi di singolare umanità.

"Ken Park" è l'ultimo dei suoi gioielli cinematografici, nel quale è regista insieme a Edward Lachman.
Vietato in Australia e meramente classificato come "porno" alla sua uscita direttamente in dvd in Italia, il film parte già palesemente debilitato.
E' indubbio che non sia un film adatto a un grande pubblico, e non si può pretendere che possa abbracciare gli stessi consensi di una commedia romantica, ma non si può neanche ritenere lecito che il pungente realismo provocatorio assecondi un giudizio filtrato da una sensibilità fasulla e bigotta.
Questo prodotto rimarrà un'opera poco compresa ai più per la mancanza di andare oltre e aprire la mente ai molti sinonimi di realtà.

Il film è una concatenazione di storie. Un adolescente dei sobborghi di Los Angeles si toglie la vita: si chiama Ken Park. Tra coloro che lo conoscevano ci sono quattro ragazzi, Shawn, Claude, Peaches e Tate.
Shawn ha una relazione con una madre di famiglia; Claude è martellato dalle ostilità e dal disprezzo del padre; Peaches cerca di sopportare suo malgrado un padre vedovo e fanaticamente religioso e Tate si barcamena nella sua quotidiana convivenza coi nonni.

Quattro vite perfettamente anonime nel marasma sociale americano vengono indagate a causa del suicidio di un ragazzo che non conosceremo mai. Tuttavia la sua morte diventa un espediente narrativo per introdurre l'attenzione dello spettatore tra le vie di Visalia.
Le scene iniziali mostrano un ragazzo dai capelli rossi che attraversa l'insignificante borgo con in sottofondo "Lamar Vannoy" dei Bouncing Souls:

"He was only 16 and he knew he wasn't like everyone else
Listening to his records in his room he knew
Something had to change somewhere or he would go insane.
"

Un raro assist musicale, nel silenzio sordo di tutta l'esecuzione, che suggerisce qualcosa di anomalo.
Il soggetto sullo skate appare da subito come un elemento di contorno, fa parte della stessa scenografia introduttiva, agevolando così una panoramica sul contesto di qualcuno che non è ancora davanti ai nostri occhi.
Viaggiamo sullo skate insieme a lui, davanti alla scuola, alla chiese e alle vie di Visalia. Siamo parte di quel tragitto marginale. Non c'è niente di particolare o di interessante, nemmeno nel fulvo skater che però esce di scena in grande stile: un addio alla vita esibizionista e tipico di un sedicenne disperato e confuso.

La conoscenza di tale Ken Park dà quindi avvio al racconto.
Per gli altri quattro forse la desolazione è la stessa, perché il contesto li imprigiona tutti nelle paure e nelle insanità degli adulti, ma ognuno, a suo modo, ne esce, affrontandole e combattendole con i mezzi che ha a disposizione.

Si avvisa il lettore che spesso, da qui in poi, si farà riferimento a scene e risvolti della trama fondamentali per la comprensione dell'analisi ma sicuramente più utili se sconosciuti ad una prima visione.

Il fil rouge che lega le vite dei quattro amici è il conflitto con la società e con la propria vita familiare, fatta di piccole e grandi miserie, difficili da cambiare e tramutare in qualcosa di migliore.
Il disperato tentativo di vivere che ogni personaggio sente, dai protagonisti agli adulti intorno, è assolutamente drammatico e forgiato sulle mancanze e sulle delusioni di una realtà crudele e avara di amore. Il sesso diviene per tutti l'unico veicolo di contatto sincero e desiderabile, vissuto dai ragazzi come piacere naturale e genuino, e dagli adulti come palliativo e anestetizzante capace di omettere per un poco la durezza della propria esistenza.
La presunta pornografia attribuita a questo film è data da un'errata visione degli avvenimenti che illustrano queste espressioni di naturalezza o malessere. Ma La pornografia è tecnicamente qualcosa di osceno e svergognato, e non si può etichettare così ogni nudità e ogni atteggiamento intimo ma assolutamente esplicito.
In "Ken Park" non esiste squallore o volgarità neanche nei momenti più bui toccati dagli adulti, perché ogni gesto ed assurda decisione di esporsi è data da una sofferenza personale estremamente avvertibile e lo sguardo del regista mostra abilmente la vulnerabilità umana di questi momenti evitando l'ovvia riprovevolezza, che si avverte automaticamente e autonomamente.

Clark ci pone di fronte alla conoscenza e alla comprensione di spazi troppo intimi e privati per sentirci in grado di giudicare; lo spettatore diventa un indiscreto voyeur che silenziosamente spezza il segreto di istanti privati che nessuno vorrebbe conoscere o scoprire.
Il taglio di tale visione permette di comprendere e studiare le dinamiche familiari che ruotano intorno ad ogni protagonista, senza che però ci porti a condannarli. Un invito a questo tipo di percezione lo danno le parole di Shawn che descrive Tate:

"La gente che lo incontrava diceva che Tate era matto. Era intelligente invece, solo che ragionava in modo differente da tutti gli altri."

Lo spettatore è portato a liberarsi dei pesanti preconcetti della finta morale, per osservare semplicemente, così come questi ragazzi, altrettanto semplicemente, vivono i loro problemi e la propria realtà.
La regia esclude e allontana ogni giudizio per consentire all'osservatore di capire cosa succede. E in questa ottica, ogni scena indiscutibilmente forte arriva ad essere più o meno tollerabile, poiché noi non siamo nella posizione di poter additare o schernire quelle strane sfumature di scelta umana.
Tutto ha un senso preciso e ogni parola e atteggiamento porta a una conseguenza nella vita dei quattro adolescenti, per cui le scene banalmente considerate "scandalose" divengono perno necessario di conoscenza ed empatia.

Il lavoro artistico di Clark è sempre stato fortemente interessato alla vita degli adolescenti, specie a quelle nelle quali si prefigura l'eccesso e l'esagerazione.
Partendo dalla sua fotografia, impareggiabile per la sua sensibilità e il suo realismo, fino al ruolo di regista, Clark sente un'esigenza viscerale di mostrare la dolcezza e l'innocenza di adolescenti che intraprendono vite singolari e tragiche, anche per colpa di una realtà e di una famiglia che non gli permette di conoscere l'amore con percorsi semplici.
Quindi ciò che può sembrare paradossale agli occhi di chi si sconcerta davanti a scene di sesso "non tradizionale", in cui questi adolescenti esplorano le proprie sensazioni ed emozioni, è invece assolutamente naturale e puro se rapportato a quelle personalità così confuse e innocenti che ci mostra Clark.
Ognuno dei quattro ragazzi esprime una bellezza tipica della giovinezza, fatta di semplicità.

Il sipario sui quattro amici si apre con la voce fuori campo di Shawn e una foto che li ritrae insieme. Un ritratto individuale introduce alla prima conoscenza della loro attuale situazione, con la voce di uno di loro che presenta l'altro amichevolmente.
Questo motivo narrativo suggerisce il taglio finto-documentaristico della regia di Clark, che sembra essere lo spettatore principe di tale storia, colui a cui viene raccontata la vita di questi adolescenti, in un silenzio da stanza di registrazione che attende solo il suono di quelle voci fresche e sincere, che hanno voglia di dipingere la propria esistenza così com'è, senza vergogna o artificio.

E così Shawn viene seguito nella stanza da letto della sua amante adulta, nel mentre che la esplora e la desidera con un appetito sessuale che profuma più di affetto che di libido; nonostante la sua apparente disinvoltura e calma è ansioso di sapere cosa rappresenta per lei e se è in grado di suscitare in lei un sentimento di necessità e piacere.
Nonostante questo pensa di amare la figlia di questa donna. Il suo linguaggio è diretto e asciutto ma la sua fermezza è solo una faccia della timidezza e della voglia di essere essenziale per qualcuno.
Claude accudisce dolcemente la madre, amorevole ma poco perspicace, e cerca di reagire e sfuggire ai soprusi di quel padre che non rispetta più.
Peaches è spiata mentre regge dignitosamente il fardello di una somiglianza drammatica con la madre morta, che la imprigiona nel dolore e nelle ossessioni religiose del padre, non smettendo però di desiderare una normale sessualità col ragazzo che le piace, arrivando pure ad assecondare superficialmente le stranezze del padre.
Tate è forse quello che subisce maggiormente del voyeurismo di Clark, spingendolo ad osservare non solo le discussioni aggressive coi nonni ma anche i momenti più intimi di espressione sessuale, in cui il ragazzo arriva alla masturbazione.

Più volte sembrerà allo spettatore di invadere spazi e attimi estremamente personali, in cui è lecito sentirsi fuori luogo tanto ci si sente dentro la situazione.

L'intimità di tutti questi istanti rubati è magistralmente resa dalla fotografia di Clark che si concentra su particolari che pongono l'accento alla situazione: la mano di Peaches con l'anello di matrimonio della madre, il membro eretto di Tate, le dita di Claude che giocano coi peli del suo polpaccio, il viso di Shawn fra le gambe della sua amante.
Sono elementi di personalizzazione delle circostanze che aiutano a far sembrare ancora più realistico lo spiare dello spettatore, che riesce anche a mettere a fuoco microelementi quasi li cercasse coi suoi occhi, e non, invece, indirizzato da quella fotografia così naturale.

La regia passa in esame le abiezioni peggiori degli adulti, mostrando topici personaggi, noti ad ogni società, in cui non è difficile scovare la meschinità.
La bella donna, patetica nella sua competizione con la figlia adolescente, invidiosa della sua giovinezza e freschezza e galvanizzata per essere ritenuta identica a lei dal suo fidanzatino (Shawn) ma con più esperienza; il tempo che passa è motivo d'angoscia, e silenziosamente odia la banalità della sua vita quotidiana, apparentemente perfetta e costruita sul rassicurante concetto di buona famiglia americana: padre macho e dedito a lavoro e partite sportive in tv, il ruolo ritagliato per se stessa di casalinga perfetta, e due figlie che la rispecchino.
Colpisce l'immagine della bimba sola davanti alla tv con l'inquadratura di natiche femminili mentre la madre si occupa del suo ego depresso con il fidanzatino della figlia.

L'ottuso omaccione tutto muscoli e alcol che si scopre essere un omosessuale latente e depravato, capace di umiliare quel figlio (Claude) che desidera incestuosamente (ricorda l'ignorante e rigido militare e padre padrone di "American Beauty").
Il fanatico religioso che non elabora la morte della moglie arrivando ad allevare la figlia come se dovesse essere per lui la sposa defunta.
E i due nonni, ignare vittime di un nipote abbandonato alla sua aggressività.

In questo insieme di vite adulte c'è la brutta e triste faccia dell'America, pregna di depressioni e delusioni intime e non cicatrizzabili, piccoli drammi personali e potenziali psicosi che si preferisce trascurare o affidare all'ignoranza per enfatizzarle a dismisura.

Accanto alla freschezza e all'ingenua ricerca di comprensione e amore degli adolescenti, disorientati e soli, c'è la rigida mediocrità degli adulti, gli unici ad essere scandalosi nei loro comportamenti e nelle loro scelte. La tragica miseria dell'età adulta è ben espressa dall'impostazione grottesca di Clark, che non manca mai di sottolineare il paradosso tra la saggezza e la purezza degli adolescenti di contro a coloro che dovrebbero ormai aver raggiunto un equilibrio interiore.

Clark scatta delle fotografie, singolari per la loro bellezza e la loro efficacia, di questi adulti così poco evoluti e così opportunisti nei confronti degli adolescenti.
Il padre alcolista che barcolla incosciente davanti a casa sua dopo aver inutilmente mortificato il figlio, è un'immagine di brutale potenza, crudelmente bella nella sua verità drammatica.
Così come è eloquente la rigidità del padre di Peaches che legge la Bibbia senza prestare ascolto alla figlia, che poi non manca di denigrare coi versetti della Babilonia meretrice e peccatrice; paradossalmente è lui additabile come peccatore, degenerato padre e credente.

La bravura degli attori, pressoché sconosciuti, ben si presta alla sensibilità dell'abile regista. I quattro giovani sono ammirevoli per la spontaneità e la disinvoltura con cui interpretano anche le scene più esplicite.
Soprattutto i tre ragazzi danno prova di una qualità attoriale superba nell'esprimere una tenerezza realistica in netto contrasto con la realtà che li vede protagonisti.
E sicuramente James Ransone, interprete di Tate, merita una menzione a parte per la sua credibilità; la bizzarra masturbazione che lo vede soggetto attivo è sconcertante per la sua veridicità, immaginando anche quanto possa essere stato imbarazzante per lui metterla in atto esattamente come la regia gli ha chiesto.

Tra gli attori adulti emerge la padronanza di Wade Andrew Williams, nei panni del padre di Claude, abominevole e misero, affiancato da una defilata moglie, affidata alla recitazione di Amanda Plummer, perfetta nel rendere una donna succube del marito e affettuosa nei confronti del figlio tormentato.

Ma il cast a nulla varrebbe se non fosse supportato dalla suddetta regia e dalla sceneggiatura, che costruisce uno schema narrativo regolare ed efficace, in cui il marginale Ken Park apre e chiude in ring composition il cuore del film, articolato invece in uno passaggio sempre uguale da una vita all'altra dei quattro amici.
E' come un aggiungere tasselli, integrare un disegno con colori, ombre e sfumature fino a farlo diventare un dipinto, un'opera completa.
Dopo una sintetica idea della situazione dei quattro ragazzi, partono le loro vite con quei problemi che poi raggiungeranno l'apice massimo in un climax narrativo ascendente fino alla svolta per ognuno di loro.
Ed è qui che può far discutere la scelta narrativa: Tate estremizza la sua negatività al massimo, fino a perdere coscienza di sé e della realtà, mentre gli altri tre appaiono per la prima volta insieme per raccontarsi e unirsi serenamente. La spontaneità e la naturalezza rendono alla perfezione la tenerezza dell'adolescenza che ha voglia di conoscere e assaporare senza secondi fini, per il solo piacere di essere.

Questa la chiave di "Ken Park": la bellezza della giovinezza, la vera protagonista della pellicola, e l'assoluta purezza di un età in cui si cambia e si vorrebbe cambiare la realtà circostante, in cui si può essere liberi di essere se stessi senza dover tener conto di cosa è giusto o sbagliato; i tre amici incarnano la voglia di essere amati.
Passando per il riservato Shawn, che studia dolcemente i gemiti della sua amante, fino al gretto padre di Claude, che piagnucolando dirà che nessuno gli vuole bene dopo essere stato respinto dal figlio, tutti sono alla disperata ricerca di un appoggio che possa colmare l'abisso della propria solitudine interiore.

Le scene e ancor più i significati del film sono difficili da digerire. Non è certamente adatto a chi è abituato all'edulcorato cinema edificante che ritrae adolescenti fintamente tormentati da problemi ridicoli.
Tra chi, per caso o per volontà, si imbatterà in "Ken Park", sicuramente ci sarà lo spettatore scandalizzato e quello ottusamente divertito, ma si spera ci sia anche chi comprenda la finezza di un'opera così profonda e inusuale, specchio crudelmente veritiero di un mondo che tutti abitiamo.

Commenta la recensione di KEN PARK sul forum

Condividi su Facebook Condividi recensione su Facebook


Recensione a cura di ele*noir - aggiornata al 22/12/2009

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

In programmazione

Ordine elenco: Data   Media voti   Commenti   Alfabetico

200% lupoall we imagine as light - amore a mumbaianime sbullonateanora
 R
anywhere anytimeapocalisse z - inizio della fineappartamento 7abambi: the reckoningbeetlejuice beetlejuiceberlinguer. la grande ambizionebestiari, erbari, lapidariblitz (2024)buffalo kidscaddo lakecampo di battagliacarry-onclean up crew - specialisti in lavori sporchicloud
 NEW
conclavecriaturedesire' (2024)
 NEW
diamantidisclaimerdo not expect too much from the end of the worlddon't moveeterno visionariofamiliafinalementfino alla fine (2024)flow - un mondo da salvarefrancesca cabrinifrancesco guccini - fra la via emilia e il westfreud - l'ultima analisigiurato numero 2goodbye juliagrand tourhalloween parkhayao miyazaki e l'aironehey joeidduil buco - capitolo 2il corpo (2024)il giorno dell'incontroil gladiatore iiil maestro che promise il mareil magico mondo di haroldil monaco che vinse l'apocalisseil ragazzo dai pantaloni rosail robot selvaggioil sogno dei pastoriil tempo che ci vuoleindagine di famigliainter. due stelle sul cuoreinterstella 5555
 NEW
io e te dobbiamo parlareio sono un po' matto... e tu?italo calvino nelle citta'joker: folie a deuxjuniper - un bicchiere di ginkraven - il cacciatorela bambina segretala banda di don chisciotte - missione mulini a ventola bocca dell'animala cosa migliorela gita scolasticala misura del dubbiola nostra terra (2024)la scommessa - una notte in corsiala stanza accantola storia del frank e della ninala storia di souleymanela testimone - shahedl'amore e altre seghe mentalil'amore secondo kafkale deluge - gli ultimi giorni di maria antoniettale linci selvaggeleggere lolita a teheranlimonovlinda e il polloll grande natale degli animalilonglegsl'orchestra stonatalove lies bleedingl'ultima settimana di settembrel'ultimo drinkmadame clicquotmaking ofmaria montessori - la nouvelle femmeme contro te: cattivissimi a natalemodi - tre giorni sulle ali della follia
 NEW
mufasa: il re leonenapad - la rapinanapoli - new yorknasty - more than just tennisnever let go - a un passo dal malenon dirmi che hai pauranon sono quello che sonooceania 2ops! e' gia' nataleoutsideoverlord: il film - capitolo del santo regnoozi - la voce della forestapaolo vivepapmusic - animation for fashionparthenopeper il mio benepeter rabidpiccole cose come questepiece by pieceping pong - il ritornorebel ridgericomincio da taaacsalem's lot (2024)saturday nightshakespea re di napolismile 2snot e splash - il mistero dei buchi scomparsisolo leveling reawakeningsolo per una nottespeak no evil - non parlare con gli sconosciutisqualistella e' innamoratastranger eyessulla terra leggerisuper/man: the christopher reeve storytaxi monamourterrifier 3the apprentice - alle origini di trumpthe bad guy - stagione 2the beast (2024)the conciergethe dead don't hurt - i morti non soffronothe devil's baththe killer (2024)the redthe shadow straysthe strangers: capitolo 1the substancethe sweet eastthelma (2024)this time next year - cosa fai a capodanno?timor - finche' c'e' morte c'e' speranza
 NEW
tofu in japan. la ricetta segreta del signor takanotransformers onetrifole - le radici dimenticateuna madre
 NEW
una notte a new yorkuna terapia di gruppoun'avventura spaziale - un film dei looney tunesuno rossovenom: the last dancevermigliovittoriavolonte' - l'uomo dai mille voltiwickedwolfs - lupi solitariwoman of the hour

1056831 commenti su 51536 film
Feed RSS film in programmazione

Ultimi film inseriti in archivio

ALIEN INTRUDERARI-CASSAMORTARIASSASSINI SILENZIOSIBLUE LOCK IL FILM: EPISODIO NAGIBOUDICA - LA REGINA GUERRIERABOY KILLS WORLDCOME E' UMANO LUICOMPAGNE NUDECONSUMEDDANGEROUS WATERSDEAD WISHPERGLI AMICI DEGLI AMICI HANNO SAPUTOHAIKYU!! BATTAGLIA ALL'ULTIMO RIFIUTOHERETICHOLD YOUR BREATHHOUSE OF SPOILS - IL SAPORE DEL MALEI CALDI AMORI DI UNA MINORENNEIL RAGAZZO E LA TIGREINQUIETUDINEL'ARTE DELLA GIOIALATENCYLE AVVENTURE DI JIM BOTTONEL'UNICA LEGGE IN CUI CREDOMALABESTIAMASCARIANATALE A BILTMORENATALE AI CARAIBINESSUNO MI CREDENIGHTFORCEPECCATI DI UNA GIOVANE MOGLIE DI CAMPAGNAPLACE OF BONESROBO VAMPIRE 2: DEVIL'S DYNAMITEROBO VAMPIRE 3: THE VAMPIRE IS STILL ALIVESULLE CANZONI SCONCE GIAPPONESISVANITI NELLA NOTTETHE AMBUSHTHE DELIVERANCE - LA REDENZIONETHE HYPERBOREANTHE LAST BREATHTHE PEEPING TOMTRAPPED - IDENTITA' NASCOSTEUN NATALE MOLTO SCOZZESEYOKAI MONSTERS: ALONG WITH GHOSTS

Ultimo film commentato

Ultimo post blog

Speciali

Speciale SHOKUZAISpeciale SHOKUZAI
A cura di The Gaunt

Ultime recensioni inserite

in sala


ANYWHERE ANYTIME
Locandina del film ANYWHERE ANYTIME Regia: Milad Tangshir
Interpreti: Ibrahima Sambou, Moussa Dicko Diango, Success Edemakhiota
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

HIT MAN - KILLER PER CASO
Locandina del film HIT MAN - KILLER PER CASO Regia: Richard Linklater
Interpreti: Glen Powell, Adria Arjona, Austin Amelio, Retta, Sanjay Rao, Molly Bernard, Evan Holtzman, Gralen Bryant Banks, Mike Markoff, Bryant Carroll, Enrique Bush, Bri Myles, Kate Adair, Martin Bats Bradford, Morgana Shaw, Ritchie Montgomery, Richard Robichaux, Jo-Ann Robinson, Jonas Lerway, Kim Baptiste, Sara Osi Scott, Anthony Michael Frederick, Duffy Austin, Jordan Joseph, Garrison Allen, Beth Bartley, Jordan Salloum, John Raley, Tre Styles, Donna DuPlantier, Michele Jang, Stephanie Hong
Genere: azione

Recensione a cura di The Gaunt

archivio


LA ZONA D'INTERESSE
Locandina del film LA ZONA D'INTERESSE Regia: Jonathan Glazer
Interpreti: Christian Friedel, Sandra Hüller, Medusa Knopf, Daniel Holzberg, Ralph Herforth, Maximilian Beck, Sascha Maaz, Wolfgang Lampl, Johann Karthaus, Freya Kreutzkam, Lilli Falk, Nele Ahrensmeier, Stephanie Petrowitz, Marie Rosa Tietjen, Ralf Zillmann, Imogen Kogge, Zuzanna Kobiela, Julia Polaczek, Luis Noah Witte, Christopher Manavi, Kalman Wilson, Martyna Poznanski, Anastazja Drobniak, Cecylia Pekala, Andrey Isaev
Genere: drammatico

Recensione a cura di Gabriele Nasisi

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

Ultima biografia inserita

Casualmente dall'archivio

Novità e Recensioni

Iscriviti alla newsletter di Filmscoop.it per essere sempre aggiornarto su nuove uscite, novità, classifiche direttamente nella tua email!

Novità e recensioni
 

Site powered by www.webngo.net