Il più classico degli scambi di valigia all'aeroporto fa incrociare la strada di Nils e Didier, diretti ad un torneo di badminton nel sud della Spagna, con quelli di una misteriosa donna, che afferma di essere inseguita da una gang mafiosa che vuole ucciderla. I due, seppur riluttanti ed infastiditi dall'invadenza e dall'umoralità della donna, accettano di proteggerla dai suoi inseguitori...
Sorprendente passo falso per Marjane Satrapi, dopo l'incantevole "Pollo alle Prugne" e l'esordio di "Persepolis". "La Bande des Jotas" e' un film privo di ritmo, pathos, con umorismo di grana grossa e di dubbio gusto. La sceneggiatura è impalpabile e sconclusionata, il film manca di coesione e arrivare in fondo ai pur pochi settantacinque minuti della durata complessiva si rivela essere impresa ardua.
Marjane Satrapi interpreta la protagonista senza nome e - per quanto spigliata - non ha né le capacità drammatiche né le phisique du role della dark lady ammaliatrice in grado di trasformare due uomini in burattini. La storia procede velocemente dimenticando qualunque approfondimento psicologico dei personaggi, impedendo di fatto qualunque empatia. Le gag sono telefonate e banali, il colpo di scena finale è (oltre che scontato) chiaramente una rapida via d'uscita per un film che non sa come finire.
I personaggi di Nils e Didier (che potrebbero essere intercambiabili) sono del resto talmente bidimensionali che sembrano disegnati (deformazione professionale?): si uniscono alla causa di una sconosciuta misteriosa senza fare questioni e si trasformano velocemente in killer efferati e sorprendentemente efficaci - al punto da destare persino il sospetto che nascondano qualcosa e che il badminton sia una copertura.
Non è così, è solo un grave problema di sceneggiatura, anzi, di assenza di sceneggiatura. L'intento è chiaramente quello di rappresentare due personaggi privi di qualità, anonimi (la scelta del badminton serve a ridicolizzarli sin dall'inizio), perfetti per subire la straripante personalità di una donna, senza che nemmeno ne siano attratti fisicamente. Il risultato però è la rappresentazione di due personaggi quasi antipatici, senza motivazioni, senza una caratterizzazione precisa. L'impaccio dei due interpreti (che non sono attori professionisti) diventa l'impaccio dei personaggi a trovare una giustificazione nella storia.
"La Bande des Jotas" è un film fatto praticamente in casa: la Satrapi lo ha scritto, diretto, interpretato, si è occupata dei costumi ed ha interpretato un brano della colonna sonora.
Stephane Roche (Didier) è anche il montatore e curatore degli effetti, Mattias Ripa (Nils) è produttore esecutivo, Ali Mafakheri interpreta tutti i componenti della gang mafiosa. Decisamente troppo.
Dopo due film basati sulle sue graphic novel, Marjane Satrapi vuole sperimentare una forma di cinematografia spensierata, improvvisata, motivata solo dal piacere di fare un film con gli amici. Proposito legittimo, se il film poi resta nel cassetto e ne esce solo occasionalmente, magari alle feste private, per il diletto dei cari di chi lo ha realizzato. Se si vuole proporre un lavoro al pubblico, è necessario che la spontaneità nella lavorazione non sembri approssimazione, che l'improvvisazione non sembri incoerenza, che i pochi mezzi non sembrino poche idee.
La Satrapi ha dichiarato che farà un film senza pretese come "La Bande des Jotas" dopo ogni film importante. La prendiamo come una minaccia.
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Recensione a cura di JackR - aggiornata al 24/10/2013 17.18.00
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