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Londra, 1888. Un serial killer, che verrà poi ribattezzato come "Jack lo squartatore", uccide in pochi giorni diverse prostitute provenienti dal malfamato quartiere di Whitechapel. L'assassino è molto abile nonché metodico: attira le prostitute offrendo loro da mangiare e da bere, le sgozza, e infine asporta dai loro cadaveri alcuni organi interni. L'ispettore che si occupa degli omicidi, Fred Abberline (Johnny Depp), segue diversi indizi che lo conducono a pensare che l'omicida sia un uomo colto appartenente ai ceti alti della società londinese, ma l'ottusità dei suoi superiori gli crea non poche difficoltà nelle indagini. Saranno le sue capacità di visionario e l'aiuto della prostituta Mary Kelly (Heather Graham) a condurlo vicino alla soluzione.
Premesso che il titolo originale della pellicola è "From hell", e già qui ci sarebbe da aprire il solito discorso che vede il pubblico italiano chiedersi perché i titoli dei film tradotti debbano sempre sistematicamente essere diversi dagli originali, diciamo subito che questo lavoro targato Albert e Allen Hughes trae spunto dal fumetto scritto e disegnato da A. Moore e E. Campbell.
Rispetto al fumetto, che racconta la storia di "Jack lo squartatore" mostrandocela dal punto di vista del killer stesso, il film sviluppa la sua trama seguendo la prospettiva dell'ispettore Abberline e quello della prostituta Mary Kelly. Non tragga in inganno il fatto che il titolo italiano della pellicola parli di "vera storia" di Jack lo squartatore, visto che in realtà del fantomatico killer inglese nessuno ha mai saputo quasi nulla. La storia va quindi presa con le molle, va ritenuta soltanto un'interessante supposizione su chi avrebbe potuto essere il sanguinario Jack.
Effettivamente l'ipotesi fornita dal film è parecchio suggestiva e, da un certo punto di vista, ben costruita. L'intera trama spinge lo spettatore in un intricato labirinto all'interno del quale s'intrecciano vicende di prostitute e medici, assassini e massoni, aristocratici e plebei; ne guadagna il ritmo del film, sempre costante per tutti i 117 minuti. Il problema della pellicola, quindi, non è di certo la mancanza di argomenti ma, al limite il contrario. L'impressione è che ci sia troppa carne al fuoco e che per questo motivo nessuno dei temi toccati venga in qualche modo approfondito. Nonostante si sfiorino tematiche quali l'ipocrisia sessuale, il satanismo, lo sviluppo delle scienze mediche, la massoneria, nessuno di questi argomenti viene affrontato realmente, ma semplicemente usato per legare i contorti fili di una trama un po' troppo ricca.
Il fratelli Hughes in un'intervista, affermano che il loro lavoro, più che narrare la storia di Jack the ripper, tratta in realtà dell'ipocrisia sessuale presente nell'età vittoriana; tutto sommato si può dire che è vero, il motore della storia è il sesso e la sua mercificazione. Qualche obiezione può essere sollevata sul fatto che in un film che si intitola "From hell", inferno, satanismo & affini, c'entrino come i cavoli a merenda. Sì, è vero, il buon Jack uccide le sue vittime e ne asporta gli organi come si usa fare nei riti satanici, e prima di uno dei suoi omicidi pronuncia la frase "Hell, Netley. We are in Hell", ma francamente sembra un po' poco per poter intitolare un film "Dall'inferno"! Da questo punto di vista i fratelli Hughes non sono stati poi così coerenti.
Un'altra scelta che non convince a pieno è quella di conferire all'ispettore Abberline il ruolo di oppiomane visionario in grado di vedere in anticipo gli omicidi. Senza dubbio Johnny Depp riesce particolarmente bene nei panni del drogato (vedi "Blow"), ma ciò che ne risulta del suo personaggio assomiglia più ad un Dylan Dog a caccia di fantasmi che ad un ispettore di polizia della Londra vittoriana, con la differenza che al posto di Groucho ha come spalla l'insipido Godley. Il perspicace Abberline risulta dunque poco credibile, come poco credibile risulta essere anche la ricostruzione di Londra, troppo teatrale ed esagerata nel proporre luci verdastre e improbabili fumi che fanno pensare più ad un videogioco che ad uno scenario reale.
Effettivamente, trascorse le due ore di proiezione, si ha la sensazione che l'opera sia incompleta, vagamente scialba, e che lasci, come si suol dire, con l'amaro in bocca.
Un discreto Johnny Depp e un sontuoso Ian Holm non bastano ad addolcire la pillola, e tanto meno a rendere "From hell" uno di quei film che lasciano il segno.
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Recensione a cura di Matteo Sonego - aggiornata al 20/09/2007
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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