Voto Visitatori: | 5,77 / 10 (49 voti) | Grafico | |
Voto Recensore: | 7,00 / 10 | ||
«Sei il marito che non hanno mai avuto. L'uomo dei sogni che non è mai arrivato»
«Ecco a voi i soli e unici eccita passere re di Tampa»
Da un regista come Soderbergh ci si può aspettare che indaghi sugli aspetti drammatici e sociali della società contemporanea in maniera grave, quasi documentaristica, come in "Erin Brockovich" o che lasci prevalere il suo lato più divertente e giocoso come nella saga di "Ocean". Con "Magic Mike" il regista di Atlanta firma un film in cui riesce a miscelare in maniera convincente vari generi: commedia, dramma e musical; mantenendo sempre un ottimo equilibrio e un tocco leggero anche nelle scene più intense.
In scena fin dall'inizio troviamo Mike (Channing Tatum), il personaggio menzionato nel titolo. Mike è un ragazzo che di giorno lavora in cantiere e fa la fila in agenzie di credito, chiedendo prestiti per aprire una propria attività artigianale, mentre alla sera si trasforma nella principale attrazione per donne della vita notturna di Tampa.
Mike, anzi Magic Mike, lavora nel locale di striptease diretto da Dallas (Matthew McConaughey), personaggio carismatico e narcisista. Oltre a Mike gli altri ragazzi che si esibiscono nello show sono Ken, Tito, Richie e Tarzan; interpretati tutti da attori più o meno noti ai fan delle serie tv.
Mike introduce nel mondo dello spogliarello il 19enne Adam (Alex Pettyfer), ragazzo in cerca di guadagni facili e non ancora sicuro di se stesso e del proprio futuro. La loro vita sembra un lungo giro al luna park; le loro giornate sono scandite dallo show, dalle donne, dall'alcol e dalla droga.
La sceneggiatura di Reid Caroline è scritta su misura per il protagonista Channing Tatum, che attorno ai 19 anni ha proprio fatto un'esperienza simile a quella del personaggio da lui interpretato. Tatum proprio in questa produzione si rivela come attore oltre che come corpo scolpito, risultando credibile e anche piuttosto carismatico. I comprimari, ad eccezione di McConaughey e Pettyfer, rimangono semplici corpi in movimento.
La parte iniziale di «Magic Mike» è ben congeniata con un ritmo sostenuto e una bella presentazione dei personaggi. Le parti dei balletti coreografati da Alison Faulk sono vere e proprie parti da musical, girate con assoluto distacco, senza nessun tipo di morbosità. Le parti meno convincenti appartengono alle finestre più drammatiche e serie della storia; quelle che risaltano i repentini cambiamenti di Adam (The Kid) da ingenuo ragazzo a consumato e megalomane spogliarellista; altre ancora che pretendono di rendere Dallas un personaggio negativo, da divertente, egocentrico e a tratti macchietta a materialista oltremisura, privo di cuore e di qualsiasi sentimento. Interessante la figura di Brooke (Cody Horn), sorella di Adam, che non incarna i buoni sentimenti o i facili moralismi ma semplici valori di natura professionale più vicini all'idea comune di lavoro rispetto a quella dello stripper.
Soderbergh ritrae quindi un'America della crisi, in cui creatività e spirito d'iniziativa restano sconfitti a favore dell'immagine e del guadagno veloce da essa ricavato.
«Quello non è quello che faccio. Ossia, è quello che faccio, ma non è quello che sono.» (Mike)
Un film d'intrattenimento per la massa, ma che riesce a criticare e comunque a comunicare un'opinione su una società vuoyeristica, superficiale e intellettualmente spenta. Sicuramente non è il film che deve ispirare gridolini e risatine da un pubblico esaltato, stile feste imbarazzanti dell'8 marzo.
Oltre alle buone interpretazioni e alla regia un punto di forza del film è indubbiamente la colonna sonora che trascina il pubblico con ritmo "danzereccio" e canticchiabile.
Il regista d'Atlanta,con quest'ultima fatica, omaggia film del recente passato come «La febbre del sabato sera».
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Recensione a cura di foxycleo - aggiornata al 26/09/2012 17.01.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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