Voto Visitatori: | 6,75 / 10 (136 voti) | Grafico | |
Voto Recensore: | 8,50 / 10 | ||
Diciamocela tutta, "Mamma Mia" è un film semplice, dall'impalcatura narrativa che definire non troppo solida appare come un eufemismo, a tratti assurda. Eppure siamo di fronte ad uno dei maggiori successi dell'anno, capace di far staccare più biglietti di "Titanic" in quell'isola chiamata Gran Bretagna.
Il motivo? Si tratterà anche di un film superficiale, privo di alcuna pretesa stilistica, ma è un'opera fresca, leggera, divertente, ottima come scaccia pensieri, proprio come un musical dovrebbe essere, e in questo l'obiettivo del film è stato raggiunto in pieno (l'altro era sbancare il botteghino internazionale, missione anche quella portata a compimento con lode).
Il film è la trasposizione cinematografica dello spettacolo teatrale scritto dalla drammaturga inglese Catherine Johnson che, a sua volta, prende spunto dal film del '68 con protagonista la nostra Gina Lollobrigida: "Buonasera, signora Campbell".
La regista teatrale Phyllida Lloyd guida un cast all star capitanato dalla "ragazza" terribile Meryl Streep, splendida "dancing queen" che, per l'occasione, salta da una parte all'altra quasi fosse un grillo, mostrando doti canore che avevamo già avuto modo di apprezzare nell'ultima opera del genio Altman, "Radio America".
La trama è semplice: una donna, di nome e di fatto, gestisce con la figlia Sophie, un piccolo albergo sull'isola greca di Kalokairi. La ragazza è prossima alle nozze con l'amore della sua vita, Sky, ma ha un sogno nel cassetto, quello di poter essere accompagnata all'altare dal padre che non ha mai conosciuto. L'unico indizio è un diario che la madre scrisse l'estate del suo concepimento, durante la quale conobbe tre uomini, tutti candidati al ruolo di genitore. La giovane Sophie, pur di perseguire il suo scopo, decide così di invitarli tutti e tre, nella speranza di poter scoprire chi realmente sia suo padre.
Attorialmente, oltre alla già citata Meryl Streep, appaiono decisamente scoppiettanti le sue due amiche del cuore hippie, Christine Baranski e Julie Walters, ma soprattutto la rivelazione Amanda Seyfried che, oltre a farsi notare per i suoi occhioni mozzafiato, è in possesso di una splendida espressività, ma, quel che è più importante per un genere quale il musical, dotata di un vero e proprio talento canoro. Il trio maschile, invece, appare molto impacciato nelle esibizioni musicali, ma la tenerezza che esprimono è decisamente impagabile. Appare piuttosto chiaro dunque che si tratti di un film all'insegna del women power, in cui si parla di seconde opportunità e di come a volte le nostre decisioni pesino poi su chi amiamo di più.
A livello coreografico si poteva fare indubbiamente di più; solo la scena di "Dancing Queen" è visivamente travolgente, mentre le altre, pur essendo comunque apprezzabili, non raggiungono lo stesso picco. Un vero peccato, considerata la location eccezionale e le canzoni degli ABBA, che fanno da filo narrante alla vicenda, riarrangiate in maniera davvero magistrale.
Si precisa che chi scrive non aveva mai ascoltato una sola canzone del gruppo svedese, se non la celebre "Mamma mia", ma questo non impedisce di apprezzare appieno questo film che sicuramente non verrà portato a qualche esempio per quanto concerne il genere, ma di certo sa infondere una gioia e una spensieratezza che ricalca in pieno lo spirito delle canzoni degli ABBA.
Del resto lo dice anche la canzone: "mamma mia, how can i resist you!"
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Recensione a cura di Luke07 - aggiornata al 03/07/2009
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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