Recensione omen - il presagio regia di John Moore USA 2006
al cinemain tvanteprimearchivioserie tvblogtrailerclassifichespecialiregistiattorirecensioniforumfeedmy
Skin Filmscoop in bianco Filmscoop nostalgia
Ciao Paul!
Ricerca veloce:       ricerca avanzatabeta

Recensione omen - il presagio (2006)

Voto Visitatori:   5,31 / 10 (152 voti)5,31Grafico
Voto Recensore:   4,00 / 10  4,00
Dimensione testo: caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi

locandina del film OMEN - IL PRESAGIO

Immagine tratta dal film OMEN - IL PRESAGIO

Immagine tratta dal film OMEN - IL PRESAGIO

Immagine tratta dal film OMEN - IL PRESAGIO

Immagine tratta dal film OMEN - IL PRESAGIO

Immagine tratta dal film OMEN - IL PRESAGIO

Immagine tratta dal film OMEN - IL PRESAGIO
 

Dev'essere andata più o meno così: Moore, Williamson e Kang sono a casa di quest ultimo, e non sanno bene cosa fare. A un certo punto, dopo lo sbadiglio decisivo, qualcuno si mette a scaricare la filmografia di Gregory Peck. Con loro sommo stupore apprendono sul momento che un tale, Donner, ha girato un film nel '76 sull'anticristo. "Omen", appunto, col pargolo Damien che ne faceva di tutti i colori.
Uao, un film dell'orrore di tutto rispetto; perché non rovinarlo? I tre si trovano immediatamente d'accordo sul punto. Decidono di produrlo tutti insieme, e per stabilire chi debba esserne il responsabile, cioè il regista, utilizzano il vecchio ma sempre efficace trucco della pagliuzza più corta. La sorte decide che sarà Moore a girarlo, avendo del resto già partorito qualcosina.

Ma controlliamo la sua 'fedina penale': operatore per i telegiornali, qualche spot (tra cui quello della SEGA, chi vuole intendere intenda). Poi le cose grosse: nel 2001 gira "Behind enemy lines". Ah. Nel 2004 "Il volo della fenice". Uhm. Con due capolavori del genere, gli altri devono aver pensato che Moore fosse senza fallo la persona giusta per guidare le sorti dell'ennesimo remake tirato su in fretta e furia. Anche perché bisogna far presto: il calendario fa parte del marketing, e c'è quindi sfruttare l'occasione davvero ghiotta per lanciare il film al momento giusto. Purtroppo i tre han pensato di lanciarlo nel posto sbagliato, cioè nel cinema.
Ma per una curiosa coincidenza astrale questo è l'anno 2006; come resistere alla tentazione di far uscire il film proprio nel 6/6/06? Certe occasioni non vanno mica sprecate, anche perchè poi se si perde questa cosa meravigliosa bisogna aspettare 1000 anni, nel 3006.
Poi il pubblico si stanca e magari va a vedere il remake de "L'esorcista" (scommettiamo?), per tacere dei costi di produzione che andrebbero alle stelle.
Quindi i 3 decidono di commettere l'infamia del remake, con data di lancio bislacca e alquanto ridicola. In fin dei conti l'originale è un cult, e poi vuoi mettere la figata del 6/6/6. Su tale operazione si sospetta il dolo. Spetterà alla corte di cassazione sentenziare, non appena milioni di spettatori inferociti si costituiranno parte civile denunciando l'empia triade.

Ora, per carità, non si vorrebbe mai che qualcuno si pronunciasse in favore di un certo accanimento che l'estensore di tale articolo proverebbe nei confronti dei remake e dei registi furbetti che si beano dei successi altrui per farsi la piscina.
Si tratta semplicemente di tenere gli occhi aperti e cercare di capire cosa sta succedendo. Si parte dall'assunto che se si decide di girare un remake, solitamente lo si fa con due categorie di film: i cult poco conosciuti o comunque lontani dalla cinematografia occidentale e i più grandi successi di ogni tempo. Passi per la prima categoria, in fin dei conti molti spettatori hanno conosciuto e apprezzato il cinema orientale grazie al remake di "Ring".
Ottima cosa l'onda del successo di un film-traino che fa emergere un sottobosco di perle e capolavori tutti da conoscere e scoprire.
E' la seconda categoria ad essere inspiegabile, a non aver giustificazioni.
Quale sarebbe il senso di rigirare un film che ha già goduto di un ampissimo successo, che è già stato fruito e metabolizzato dal grande pubblico?
Anche qui alcuni distinguo: è parzialmente giustificabile un regista che, folgorato da ciò che ritiene un assoluto capolavoro, decide di farne un'originale versione, riscrivendolo da zero. Questione di personalità, si presume.
Ma ricopiare in carta carbone un film di successo, riciclando la sceneggiatura e cambiando solo i protagonisti? Clamoroso esempio lo "Psycho" di Van Sant, assolutamente identico all'originale. Non si capisce quale dovrebbe essere l'intento artistico di riproporre senza un minimo di differenza un'opera che già si è guadagnata uno spazio nel cinema d'autore... se non quello di far correre il proprio nome nei già rodati binari che qualcun altro di certo più competente ha edificato in precedenza. Nessun altro scopo se non carpire a man bassa un altrui successo, ponendo la propria firma sul sudore di chi ha partorito in precedenza la fonte di tale consenso.

"Omen" di Moore ne è il classico esempio; una fotocopia senza nulla di personale, se si escludono alcune sequenze inedite. Tenetele a mente, ci ritorneremo.
Lo stile registico è monoblocco, inespressivo, avaro di sequenze che colpiscono o rimangono in mente, anche se più che avaro si potrebbe dire totalmente esente. Quando qualcosa rimane, di solito lo fa per il suo essere ridicolo.
Nell'illustrare tali ridicole sequenze andrebbe forse detto che Moore si guarda "Final destination" almeno 8 volte al giorno, da circa 4 anni.
Dev'essere un film che ha parecchio influito sul suo modo di intendere gli incidenti, perché quando qualcuno in "Omen" ci rimette la pelle, Moore fa immancabilmente in modo che si rida fragorosamente. Ed ecco che la sindrome di "Final destination" implacabilmente colpisce, con tutta una nutrita serie di oggetti che si anima per colpo ferire.
Scene esemplari: le prime immagini di Roma, dove Moore fa conoscere la caput mundi per ciò che è: una città tenuta in ostaggio dal traffico, dove ciascuno bestemmia un po' come può. Ed ecco che la prima vittima perde la vita in seguito a una serie di azioni che vi faranno vomitare dalle risate tutti i pop corn sull'incolpevole vicino di poltrona. O ancora meglio, la morte del povero fotografo, colpito da una panchina volante o qualcosa del genere (l'attrezzista di scena quel giorno era in sciopero per protestare per l'alto tasso di cavolate presenti nel film, pare il 98%), decapitato come quando la testa di plastica di Big Jim volava a terra perché lo facevamo combattere col gatto. E qui, onore al merito, va detto che erano anni che non si vedeva più un manichino rotolare dai gradini in siffatta maniera. Nella celeberrima scena finale de "Il bacio dell'assassino" c'erano manichini più vivi.
Un qualunque regista di una qualunque nazione avrebbe immediatamente rigirato la scena, ma bisogna anche capire Moore: ogni mattina si svegliava e scopriva di essere ancora il regista, nonostante tutto.
Meglio non perdere troppo tempo nel rigirare le scene, qualcuno potrebbe iniziare a porsi questioni imbarazzanti.
A proposito di domande, se vi è capitato di parlare con esseri viventi tanto sfortunati dall'essersi imbattuti nel remake di "Omen", potreste aver appreso dalle vittime che ci sono ben due scene che fanno paura.
Le cosiddette scene "del bagno" - per distinguerle da quelle "da cesso" che costituiscono il resto del film.
Già, perché ci sono queste brevissime sequenze che in fin dei conti sono anche carine. Ma dureranno in totale nemmeno un minuto. Essendocene centodieci a comporre il film, sarebbe opportuno affermare che, invece di esserci due scene che son belle, ci sono ben centonove minuti in cui il film fa schifo. Questione di punti di vista.

Ed eccoci alle cosiddette scene bianche, in cui Moore svolge da studentello modello il suo bel compitino. Sarà perché ogni tanto leggeva sul copione che stava girando un film dell'orrore, mentre tutte le proiezioni diurne non facevano che piegare in due gli astanti, che tentavano bislaccamente di celare al regista il fatto che stessero ridendo come porci nel fango.
Quindi, con un po'di contegno, dopo aver saccheggiato da "Final destination", Moore saccheggia un pochetto anche da Kubrick.
Sono sequenze che contrastano fortemente col resto del film, essendo quest'ultimo virato totalmente su toni plumbei e oscuri. Queste brevi ma significative sequenze hanno invece il candore del latte.
Non c'è nulla da fare; il bianco spaventa molto più del nero, sarà bene che qualcuno prima o poi ne prenda atto. Lo sapeva bene Kubrick, che ha inquietato intere generazioni con la stanza bianca di "2001", o con i toni caldi di "Shining". Nel vedere queste sequenze torna alla memoria la scena della vasca dell'Overlook hotel misto alla stanza di "2001". Un momento, non vorremmo essere fraintesi; tornano alla memoria giusto per avere un riscontro negativo. Se uno deve far le cose male lo deve fare per bene. Non è che si può macchiare di aver lasciato alcune sequenze meritevoli. Perché si afferma ciò? Per il motivo che il supposto orrore che le suddette dovrebbero muovere in noi non è dato in realtà da ciò che vediamo, ma da ciò che sentiamo.
Non inquietano le immagini in se; semplicemente chi è saltato per aria lo ha fatto perché qualcuno ha inventato il dolby. La classica molla sotto la poltrona scatta infatti per l'improvviso rumore che sostituisce un eloquente silenzio, che ovviamente prelude all'assalto dei decibel. Troppo facile così. Gira e rigira è il solito Bubusettete. Si provi a rivedere le sequenze nel bagno a volume assente, quando uscirà il dvd.

A parte queste scene, ce n'è una subito all'inizio in cui la madre perde di vista per un secondo Damien, nascosto per farle uno scherzo. Si suppone che migliaia di madri abbiano prima o poi subìto tale innocente giocherello, ma si spera che nessuna abbia reagito come la Stiles, che deve aver scambiato se sessa con la Ristori. Una performance drammatica degna della miglior "Medea", non c'è dubbio. E'un peccato che non esistano scene altrettanto drammatiche, come quando Damien non vuole mettere la maglia di lana e la Stiles decide di rendere il tutto più veritiero svenendo un po'.
Perchè in questo film la gente reagisce così; gli attori strabuzzano un po'gli occhi, si agitano un momento e poi tornano normali, come se niente fosse.
I dialoghi non li aiutano, nel senso che non ci sono. Quando ci sono non si va oltre i tre secondi di parlato per ciascuno. Eclatante è il dialogo del padre con il prete; quest'ultimo lo convince ad uccidere il figlio in due secondi, e l'altro non è che si faccia troppe domande. Qualcosa del genere: "Tuo figlio è l'anticristo". "Ah". "Già; devi ucciderlo". "Ok, lo farò nei ritagli di tempo".
Ma c'è da dire che gli attori sono degni dei dialoghi che esalano: Liev Schreiber ce la mette tutta per non somigliare a Sam Neill con la mascella posticcia, e Mia Farrow ce la mette tutta per non somigliare a Sissy Spacek. Tra l'altro la Farrow si rende colpevole, con la sua presenza, di citare continuamente "Rosemary's Baby". La cosa tende al fastidioso, perché ha il sapore di un incolore valore aggiunto al film che vorrebbe così nobilitare, mentre non fa altro che ricordarci quanto fosse bello il capolavoro di Polanski nobilitando quello, se mai ne avesse bisogno (cioè no).

Purtroppo la Farrow recita, restando seria, alcune delle battute più atroci del film stesso con la faccia spiritata al punto giusto, cioè all'eccesso. Per non parlare del cane nero che forse è l'unico attore che si salva. Peccato che però si esprima come il fantasma del remake di "The grudge": a rutti.
Non c'è niente da fare; anche quando il film tenderebbe per sua natura a spaventare arriva l'immancabile colpo di genio di Moore a ricordarci che, laddove "Scary movie" aveva fallito, "Omen" avrà successo.
Ma poi c'è Julia Stiles. Vuoi non parlarne? Essendone costretti, per dovere di cronaca, lo faremo. Ma taceremmo volentieri, non essendo adusi al lancio delle granate sulle ambulanze con le tre ruote a terra su quattro.
Se le altre due star ce la mettono tutta per non somigliare a due persone serie, la Stiles ce la mette davvero tutta per non somigliare a Reese Whiterspoon. Ebbene sì, colei famosa al mondo per aver recitato in quel film in cui si tenta di convincere milioni di scettici spettatori che non è scema solo per essere bionda. E la Stiles pare sottolineare il concetto: "una non è scema solo per essere bionda". Assioma del tutto condivisibile, se non esistesse "Omen" a smentirla.
La ragazza è davvero incapace, e fa di tutto per cercare di farci notare la cosa. Usa qualunque mezzo a sua disposizione, dal suo modo di affrontare gli eventi (dicendo "ti amo" al marito in loop), alle sue sopracciglia: in giù quando è depressa, in su quando stupita. La ragazza fa un baffo alla Duse, elargendo a manica larga autentiche comparsate da tragediata con famiglia a lutto. Per qualsiasi evento; che le sia finito il latte o scopra di avere come figlio l'anticristo per lei è lo stesso. In suo soccorso: le guanciotte autoarrossenti e la lacrima retrattile.

E'una fortuna che Moore si sia accorto del vero talento da commedia dell'arte della Stiles; così, per non farla sfigurare le affida addirittura la sequenza più ammazzarisate del film, cioè quando vola dalle scale.
Cosa succede? Semplice. A Moore hanno detto che già che c'era, oltre alla scena della vasca alla "Shining" avrebbe dovuto dotare il suo piccolo anticristo (tra l'altro il vero assente del film) di apposito triciclo. Vuoi non mettere un bambino che va in triciclo per la casa, che tanto c'è la governante del demonio che pulisce le tracce delle sgommate? Ecco, mentre Damien corre serafico per la casa urta la mamma accidentalmente appoggiata alla balaustra. Per una nota legge della fisica, la balaustra, non appena sfiorata dal corpo della Stiles, esplode in mille pezzi, lasciando la madre ciondolare per un certo lasso di tempo attaccata ai rimasugli del muro detonato, con ampio vuoto sottostante. La Stiles mormora qualcosa di incomprensibile (le risate tendono a coprire l'ottima Julia che si esprime con le sopracciglia automaticamente virate verso l'alto), mentre Damien la osserva perplesso.
Poi, il colpo di genio.
Moore decide di utilizzare effetti stupefacenti (insieme ad altri stupefacenti che ha utilizzato altrove) e, già che c'è, di citare "Il Dottor Stranamore". Avrà pensato che certe occasioni accadono una volta ogni morto di papa.
La Stiles si stacca dal suo appiglio e, mentre resta ferma, il pavimento le viene incontro.
E' un po'complicato da spiegare a parole, ma se avete visto la stracult sequenza della bomba cavalcata di "Stranamore" avete capito.

Passiamo dal volontario comico all'involontario ridicolo.
E poi si pretende di sostenere che "Omen" sia un film dell'orrore.
Il film scivola verso l'inesorabile fine di questo passo, restando nel genere del remake di tipo farsesco. E se il film è molto fedele all'originale, non lo è nella conclusione. Una delle cose migliori del film di Donner era appunto il finale, crudo e disperato, improvviso e solenne.
Moore no, deve fare di più, avendo avuto sin'ora l'impressione di non aver fatto abbastanza. Dopo aver convinto se stesso che il suo vero nome non sia John ma Micheal, ecco che il sopraffino regista ci mostra il piccolo Damien accanto al presidente degli Stati Uniti, mentre si celebra il funerale dei "genitori". Meraviglioso.
Non contento della pacchianata, Moore termina il film come non si dovrebbe mai fare, con un espediente che andrebbe punito con l'ergastolo.
La telecamera indugia sull'anonima capigliatura di Damien, ripreso di spalle mentre è tenuto per la mano dal presidente. Poi, infido, si volta verso di noi.
Ci fissa e abbozza un sorriso. Roba da anni ottanta, che non si fa più da una vita per ritrovato senso del pudore. Tra l'altro l'ultima sequenza ci minaccia anche del sequel, ovvero dell'altro remake dell'originale seguito di Damien.
Perché in realtà è molto più semplice vedere un film e farne un remake, piuttosto che prendere idee da moltissimi libri geniali che aspettano solo di essere trasposti. Centinaia di storie ancora inedite sepolte dalla noia dei produttori, giacenti nel limbo delle idee inespresse.
Potrebbe sorgere spontanea una domanda: come mai un fallimento del genere, se il film è fedelissimo all'originale che è un cult? Si potrebbe rispondere che alla fine un successo cinematografico è tale quando sussiste nella stessa pellicola un buon equilibrio dei seguenti fattori: buona regia, buona sceneggiatura, buoni attori. Mantenendo la medesima storia ma variando queste fondamentali caratteristiche, si decide della sorte di un film.
È istruttivo realizzare che la maggior parte dei remake (quasi tutti) non solo non siano all'altezza degli originali, ma siano invece dei flop clamorosi.
Purtroppo, prima che si prenda atto di ciò passeranno decenni, fin quando qualcuno senza più un minimo di pudore girerà dei remake di "Quarto potere", "Casablanca" e "2001".

Ultimo appunto: Richard Donner, regista dell'"Omen" originale, ha scelto il suo piccolo attore nei panni di Damien per l'irruenza del bambino stesso, che subito gli piazzò un calcio nei cosiddetti. Donner, colpito (è il caso di dirlo) da quell'esperienza, decise che il bambino andava scritturato immediatamente, seduta stante.
Qualche giornalista capzioso ha chiesto a Moore se avesse scelto il suo piccolo Damien per la violenza caratteriale del pargolo. "No, Seamus non mi ha mai colpito nei cosiddetti".
Bene, per il remake perfetto urge che la piccola dimenticanza sia colmata.
Si attendono numerosi i volontari per dare un calcio nei cosiddetti a John Moore, evidentemente in debito con gli spettatori di tutto il mondo.

Commenta la recensione di OMEN - IL PRESAGIO sul forum

Condividi su Facebook Condividi recensione su Facebook


Recensione a cura di cash - aggiornata al 13/06/2006

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

In programmazione

Ordine elenco: Data   Media voti   Commenti   Alfabetico

200% lupoall we imagine as light - amore a mumbaianime sbullonateanora
 R
anywhere anytimeapocalisse z - inizio della fineappartamento 7abambi: the reckoningbeetlejuice beetlejuiceberlinguer. la grande ambizionebestiari, erbari, lapidariblitz (2024)buffalo kidscaddo lakecampo di battagliacarry-onclean up crew - specialisti in lavori sporchicloud
 NEW
conclavecriaturedesire' (2024)
 NEW
diamantidisclaimerdo not expect too much from the end of the worlddon't moveeterno visionariofamiliafinalementfino alla fine (2024)flow - un mondo da salvarefrancesca cabrinifrancesco guccini - fra la via emilia e il westfreud - l'ultima analisigiurato numero 2goodbye juliagrand tourhalloween parkhayao miyazaki e l'aironehey joeidduil buco - capitolo 2il corpo (2024)il giorno dell'incontroil gladiatore iiil maestro che promise il mareil magico mondo di haroldil monaco che vinse l'apocalisseil ragazzo dai pantaloni rosail robot selvaggioil sogno dei pastoriil tempo che ci vuoleindagine di famigliainter. due stelle sul cuoreinterstella 5555
 NEW
io e te dobbiamo parlareio sono un po' matto... e tu?italo calvino nelle citta'joker: folie a deuxjuniper - un bicchiere di ginkraven - il cacciatorela bambina segretala banda di don chisciotte - missione mulini a ventola bocca dell'animala cosa migliorela gita scolasticala misura del dubbiola nostra terra (2024)la scommessa - una notte in corsiala stanza accantola storia del frank e della ninala storia di souleymanela testimone - shahedl'amore e altre seghe mentalil'amore secondo kafkale deluge - gli ultimi giorni di maria antoniettale linci selvaggeleggere lolita a teheranlimonovlinda e il polloll grande natale degli animalilonglegsl'orchestra stonatalove lies bleedingl'ultima settimana di settembrel'ultimo drinkmadame clicquotmaking ofmaria montessori - la nouvelle femmeme contro te: cattivissimi a natalemodi - tre giorni sulle ali della follia
 NEW
mufasa: il re leonenapad - la rapinanapoli - new yorknasty - more than just tennisnever let go - a un passo dal malenon dirmi che hai pauranon sono quello che sonooceania 2ops! e' gia' nataleoutsideoverlord: il film - capitolo del santo regnoozi - la voce della forestapaolo vivepapmusic - animation for fashionparthenopeper il mio benepeter rabidpiccole cose come questepiece by pieceping pong - il ritornorebel ridgericomincio da taaacsalem's lot (2024)saturday nightshakespea re di napolismile 2snot e splash - il mistero dei buchi scomparsisolo leveling reawakeningsolo per una nottespeak no evil - non parlare con gli sconosciutisqualistella e' innamoratastranger eyessulla terra leggerisuper/man: the christopher reeve storytaxi monamourterrifier 3the apprentice - alle origini di trumpthe bad guy - stagione 2the beast (2024)the conciergethe dead don't hurt - i morti non soffronothe devil's baththe killer (2024)the redthe shadow straysthe strangers: capitolo 1the substancethe sweet eastthelma (2024)this time next year - cosa fai a capodanno?timor - finche' c'e' morte c'e' speranza
 NEW
tofu in japan. la ricetta segreta del signor takanotransformers onetrifole - le radici dimenticateuna madre
 NEW
una notte a new yorkuna terapia di gruppoun'avventura spaziale - un film dei looney tunesuno rossovenom: the last dancevermigliovittoriavolonte' - l'uomo dai mille voltiwickedwolfs - lupi solitariwoman of the hour

1056831 commenti su 51536 film
Feed RSS film in programmazione

Ultimi film inseriti in archivio

ALIEN INTRUDERARI-CASSAMORTARIASSASSINI SILENZIOSIBLUE LOCK IL FILM: EPISODIO NAGIBOUDICA - LA REGINA GUERRIERABOY KILLS WORLDCOME E' UMANO LUICOMPAGNE NUDECONSUMEDDANGEROUS WATERSDEAD WISHPERGLI AMICI DEGLI AMICI HANNO SAPUTOHAIKYU!! BATTAGLIA ALL'ULTIMO RIFIUTOHERETICHOLD YOUR BREATHHOUSE OF SPOILS - IL SAPORE DEL MALEI CALDI AMORI DI UNA MINORENNEIL RAGAZZO E LA TIGREINQUIETUDINEL'ARTE DELLA GIOIALATENCYLE AVVENTURE DI JIM BOTTONEL'UNICA LEGGE IN CUI CREDOMALABESTIAMASCARIANATALE A BILTMORENATALE AI CARAIBINESSUNO MI CREDENIGHTFORCEPECCATI DI UNA GIOVANE MOGLIE DI CAMPAGNAPLACE OF BONESROBO VAMPIRE 2: DEVIL'S DYNAMITEROBO VAMPIRE 3: THE VAMPIRE IS STILL ALIVESULLE CANZONI SCONCE GIAPPONESISVANITI NELLA NOTTETHE AMBUSHTHE DELIVERANCE - LA REDENZIONETHE HYPERBOREANTHE LAST BREATHTHE PEEPING TOMTRAPPED - IDENTITA' NASCOSTEUN NATALE MOLTO SCOZZESEYOKAI MONSTERS: ALONG WITH GHOSTS

Ultimo film commentato

Ultimo post blog

Speciali

Speciale SHOKUZAISpeciale SHOKUZAI
A cura di The Gaunt

Ultime recensioni inserite

in sala


ANYWHERE ANYTIME
Locandina del film ANYWHERE ANYTIME Regia: Milad Tangshir
Interpreti: Ibrahima Sambou, Moussa Dicko Diango, Success Edemakhiota
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

HIT MAN - KILLER PER CASO
Locandina del film HIT MAN - KILLER PER CASO Regia: Richard Linklater
Interpreti: Glen Powell, Adria Arjona, Austin Amelio, Retta, Sanjay Rao, Molly Bernard, Evan Holtzman, Gralen Bryant Banks, Mike Markoff, Bryant Carroll, Enrique Bush, Bri Myles, Kate Adair, Martin Bats Bradford, Morgana Shaw, Ritchie Montgomery, Richard Robichaux, Jo-Ann Robinson, Jonas Lerway, Kim Baptiste, Sara Osi Scott, Anthony Michael Frederick, Duffy Austin, Jordan Joseph, Garrison Allen, Beth Bartley, Jordan Salloum, John Raley, Tre Styles, Donna DuPlantier, Michele Jang, Stephanie Hong
Genere: azione

Recensione a cura di The Gaunt

archivio


LA ZONA D'INTERESSE
Locandina del film LA ZONA D'INTERESSE Regia: Jonathan Glazer
Interpreti: Christian Friedel, Sandra Hüller, Medusa Knopf, Daniel Holzberg, Ralph Herforth, Maximilian Beck, Sascha Maaz, Wolfgang Lampl, Johann Karthaus, Freya Kreutzkam, Lilli Falk, Nele Ahrensmeier, Stephanie Petrowitz, Marie Rosa Tietjen, Ralf Zillmann, Imogen Kogge, Zuzanna Kobiela, Julia Polaczek, Luis Noah Witte, Christopher Manavi, Kalman Wilson, Martyna Poznanski, Anastazja Drobniak, Cecylia Pekala, Andrey Isaev
Genere: drammatico

Recensione a cura di Gabriele Nasisi

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

Ultima biografia inserita

Casualmente dall'archivio

Novità e Recensioni

Iscriviti alla newsletter di Filmscoop.it per essere sempre aggiornarto su nuove uscite, novità, classifiche direttamente nella tua email!

Novità e recensioni
 

Site powered by www.webngo.net